E del maiale non si butta via niente!
 
Sergio De Benedictis

 

Sembra sia un detto di origine emiliana, nota zona di bontà gastronomiche, che recita per intero:

“Il maiale è come la musica di Verdi: non c’è niente da buttar via!“


Quindi non solo la sua carne, con la quale già si fa di tutto, dai vari “tagli” al “salumen” di origine romana, ma anche le sue setole per realizzare pregiati pennelli, o il suo grasso che trasformato in strutto era dai nostri avi utilizzato al posto dell’olio. E perché disperdere il suo sangue quando se ne può fare dell’ottimo dolce di carnevale, coincidendo il periodo della macellazione con quest’ultima festa, noto come “sanguinaccio”, messo oggigiorno al bando. E ancora dalle unghie bottoni mentre le ossa vengono trasformate in farine.

Da subito, appena l’uomo diventò stanziale, il maiale fu addomesticato ed allevato e una prima testimonianza la troviamo nelle raffigurazioni rupresti della grotta di Altamira in Spagna.

Nei secoli a seguire ogni popolo ne apprezzò l’utilità anche se fu sempre oggetto di una pessima reputazione: sporco, puzzolente, sensuale e oltre.

“Quanti si tegnon or là sù gran regi
che qui staranno come porci in brago,
di sé lasciando orribili dispregi!“»

Inferno – VIII Canto

In questi versi, in cui il poeta si dimostra particolarmente duro verso l’anima di Filippo Cavicciuli, uomo malvagio e prepotente, detto “Argenti” per la sua mania di utilizzare ferratura d’argento per il suo destriero; sembra che in vita il personaggio abbia schiaffeggiato in pubblico l’Alighieri e da qui l’augurio che possa per l’eternità annaspare nel fango dello Stige.

"E io: "Maestro, molto sarei vago
di vederlo attuffare in questa broda
prima che noi uscissimo del lago"

Ma i nostri amici maialini hanno una ragione per rotolarsi nel fango: proteggono in tal modo la loro pelle dall’attacco di parassiti e la razza dal pigmento rosa anche dai raggi solari.

E’ un animale molto sensuale e ama riprodursi e da sempre è considerata una bestia “lussuriosa” da cui il facile accostamento del suo nome a quegli umani che vanno un po' oltre le righe nei loro rapporti. Si crede sia per tale ragione che nei paesi mussulmani, dai costumi notoriamente castigati, è proibito mangiarne la carne.

Rappresentando più di altri animali una ricchezza economica, fu spesso utilizzato come merce di scambio; dobbiamo a questa caratteristica se nei secoli scorsi si iniziò a creare dei salvadanai a forma di maialino, che proprio come il suo ispiratore, in caso di bisogno poteva esser rotto e la somma all’interno destinata a soddisfare un bisogno o un desiderio.

Sono animali molto intelligenti ed è facile addomesticarli, fino a farli affezionare come animali da compagnia; guardare per credere …

https://www.youtube.com/watch?v=bb7Wf_KKaVg

Assurto anche alla gloria della letteratura e dello spettacolo lo ricordiamo protagonista dell’opera di Orwell “La fattoria degli animali”, romanzo satirico sulle rivoluzioni di popolo che sfociano in dittature. Qui i maiali, una volta cacciato l’uomo, prendono il comando e iniziano a comportarsi peggio di lui. Senza alcun dubbio Orwell con la sua penna volle criticare il regime sovietico uscito dalla Rivoluzione d’Ottobre. Ricordiamo anche una trasposizione cinematografica ed un cartoons.

Mentre arcinota è la favola dei “Tre porcellini”, le cui radici vengon fatte risalire alla tradizione forse inglese, dove il fratellino più grande, più saggio ed esperto, riesce a sconfiggere il lupo cattivo che ha già divorato gli altri due, inesperti e fannulloni. La trasposizione in un cartoons da parte del fantasioso Walt Disney ha sicuramente accompagnato l’infanzia di molti di noi.

 

Sul grande schermo abbiamo avuto anche “Babe, maialino coraggioso”; pur considerandolo un film “leggero e per bambini” ci vuole trasmettere un profondo significato: anche un maialino può vincere la propria battaglia e sostituire con successo un esperto cane da pastore. Nessuno è predestinato alla sconfitta o all'emarginazione se si impegna e lotta con tutte le proprie forze contro il ruolo che la società gli vorrebbe imporre.

Dal punto di vista medico tutti i diabetici devono ringraziarlo; fu il canadese Frederick Banting e la sua equipe che nel 1921 isolò l’ormone dell’insulina dal pancreas di un cane. Ma quando dalla sperimentazione si passò alla produzione su larga scala da parte della Casa Farmaceutica Eli Lilly la fonte primaria fu il pancreas di maiali e mucche.


Come i grandi artisti viene sicuramente apprezzato molto più da morto che da vivo e in sintesi è il caso di dire:

“Maiali si nasce … salumi si diventa!”