La zebra
è bianca a righe nere o viceversa?
Sergio De Benedictis

Per molti in Italia questo enigmatico animale è associato alla blasonata squadra di Torino che adottando come bianco e nero i colori sociali ha pensato bene di considerarla la propria mascotte!

Ma sin dall’inizio gli zoologi si sono posti la domanda, tutt’altro che peregrina, se il mantello dell’animale era da considerarsi bianco con strisce nere oppure nero con striature bianche. Come in tutti i gialli che si rispettano nel finale scioglieremo il quesito!

Le zebre sono sempre state tra gli animali più popolari, fin dalla loro prima apparizione in Occidente nelle arene romane come “hippotigris”, nome assegnato per la loro indubbia appartenenza alla razza equina mentre il mantello ricordava quello delle tigri. E restano tuttora una grande attrazione per i più piccoli in circhi e giardini zoologici.

Appartengono alla famiglia degli equidi e si prestano ad essere incrociate anche se, avendo tutte numeri diversi di cromosomi, gli ibridi risultano sterili, come succede per i muli.

Le “zebrature” possiamo pensarle come delle vere “impronte digitali” se è vero che le differenti specie presentano aspetti esclusivi e facilmente riconoscibili. Ma le differenze, anche se di minor conto, le troviamo anche all’interno di una stessa specie e addirittura anche tra l’uno e l’altro lato di uno stesso animale. Possiamo quindi affermare che non vi sono due animali uguali.
Non sempre comunque permane una eleganza nelle striature ma spesso si riscontrano disegni aberranti in cui le strisce si intersecano o si disgregano in zone bianco-nere senz’ordine.

Per inciso possiamo comunque dire che il pigmento nero non si trova nella pelle, ma soltanto nel pelame e nei suoi follicoli e che, anche se non visibile, per la diversa colorazione del manto, la stessa pigmentazione la presentano anche altri membri della famiglia degli Equidi.

Ma visto che la Natura non lascia nulla al caso, come direbbe un noto conduttore televisivo, la domanda sorge spontanea: quale la ragione per tali fattezze che rendono questo animale anche un po’ ridicolo?

Il popolo della savana sostiene che, durante un luminoso chiaro di luna la zebra è invisibile a cinquanta passi di distanza e che alla luce delle stelle si può mancarla a poco più di quattro metri e mezzo. Questo fenomeno mimetico rende la zebra assai meno visibile al suo maggior predatore il leone in un momento particolare della giornata ed in luogo in cui risulta maggiormente vulnerabile: al crepuscolo quando va ad abbeverarsi.
Una particolarità: avete notato come le strisce sulle zampe piuttosto che scendere lungo l’arto vi girano intorno!

Ma tornando all’enigma iniziale possiamo constatare che la maggior parte degli europei preferisce l’ipotesi di un animale bianco a strisce nere mentre gli africani optano per la seconda.
Ma avendo gli scienziati alla fine appurato che il meccanismo di formazione delle zebrature agisce sopprimendo la normale pigmentazione, possiamo sciogliere il nostro enigma affermando che la zebra è un animale nero a strisce bianche.

 

La nostra zebra non è rappresentata solo nei francobolli, ma la possiamo incontrare in tutte le collezioni, osserviamola in quelle più popolari:

CARTOLINE

CARTE DA GIOCO:

TESSERE TELEFONICHE:

BANCONOTE:

e le nostre amate FIGURINE LIEBIG: