18 aprile 1795. Ad Arezzo il prezzo del grano raggiunge le 12 lire lo staio: circa cinquecento popolani scatenano un tumulto e costringono mercanti e fornai a vendere grasce e pane a basso prezzo. Sui muri della città compaiono manifesti minacciosi contro nobili e possidenti. Nella seconda metà del mese altri tumulti esplodono a Sansepolcro, Anghiari, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Loro, Montevarchi, Figline, Prato, Cortona.
(collezione: Roberto Monticini)
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Questo documento, probabilmente coevo, inizia proprio con Rivoluzione:
Rivoluzione 18 aprile 1795
Il Grano valeva £e undici lo staio, e di Sabato in Sabato cresceva in mercato. Sentivansi delle voci sparse dalla glebe contro la nobiltà, e che non poteva campare nei prezzi delle robbe, che valevano come in fine sarà segnato.
Quindi la mattina del dì 18 aprile 1795 alle ore 10 in giorno di Sabbato, comparvero nella piazza cinque, o sei birboni, che si nominavano il Pagli, = bell’ochio = il Bertini, = un ermini capellaro = quello della Rosina, et altri: un ragazzo di un Pesciajolo si avvicinò ai Sachi del Grano, e domandò al Padrone di un sacco di Grano, quanto lo faceva lo Staio, esso gli rispose undici Lire, allora l’istesso ragazzo gli girò uno schiaffo, vituperandolo con parole all’uso loro; allora una truppa di compagni sollevati, presero tutti i vangili o siano maniche di vganche che erano in piazza, con i quali armati attorniorno tutti i sachi di grano, e robbe, imponendogli il prezzo di sei lire...
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