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  Campo per Prigionieri di Guerra di Villa Ascensione - Poppi
a cura di Roberto Monticini

PERCORSO: Campi di Prigionia, di internamento e di concentramento nell'aretino > questa pagina

Aggiornato al: 16-04-2023. Monticini: Cartolina postale F.A. del 28.11.1941

Aperto nel gennaio del 1942, il campo P.G. N. 38 di Poppi, secondo alcune informazioni trovare sul web, si trova presso Villa Ascensione, un edificio cinquecentesco, ex convento dei frati Cappuccini, in cima a una collina non molto distante dal paese. (NdR. Rinvenuta una cartolina postale per le F.A., dal Campo di Concentramento del 28-12-1941)

Aveva una capacità di 94 posti ed era destinato ad accogliere prigionieri di guerra di grado superiore.

Un documento del 28 aprile 1942, sembra destinare il campo di Poppi in particolare agli ufficiali di nazionalità neozelandese. Viene quindi disposto il trasferimento a Poppi di 12 ufficiali neozelandesi provenienti dai campi di Sulmona, Montalbo e Torre Tresca. Contemporaneamente, due ufficiali inglesi presenti a Poppi vengono inviati al campo N. 35 di Padula, destinato prevalentemente a prigionieri di guerra inglesi.

Tuttavia a Poppi non mancano prigionieri di guerra di altre nazionalità. Ad esempio, da un telegramma firmato dal comandante del campo veniamo a sapere che il 18 ottobre del 1942, mentre veniva accompagnato al campo, è fuggito il sottotenente di nazionalità polacca Niki.

Il 31 marzo del 1943, vi sono internati 114 prigionieri di guerra, così suddivisi: 82 ufficiali superiori inglesi, 2 soldati canadesi, 2 sottufficiali australiani, un ufficiale e un sottufficiale canadesi, 7 sottufficiali neozelandesi, 2 ufficiali e 15 sottufficiali sudafricani bianchi, un ufficiale indiano e 2 americani.

Tuttavia, ulteriori cambiamenti avvengono nei mesi successivi riguardo la provenienza nazionale dei prigionieri di guerra del campo N. 38. Alla fine di novembre si registra un dimezzamento nelle presenze, dovuto principalmente alla partenza degli ufficiali neozelandesi, successivamente rimpiazzati da prigionieri di nazionalità sudafricana e inglese.

A Poppi viene internato per un certo periodo anche un giornalista americano catturato dagli italiani durante le operazioni militari in Africa Settentrionale. Il suo nome è Denny Harold e - dopo un periodo trascorso a Poppi, su disposizione del Ministero degli Esteri viene trasferito a Perugia, presso l'Albergo Brufani.

Nel settembre 1943, nel campo di concentramento di Poppi sono presenti anche dei militari greci, considerati internati civili di guerra.

(da: http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=219 - sito visitato il 16-05-2017)

 


Arazzo raffigurante Villa Ascensione realizzato da due prigionieri neozeladesi - Gropper è uno dei due autori dell’arazzo riprodotto (vedi alla fine dell'articolo)

Villa Ascensione oggi, l’edificio accoglie la Casa di Riposo Pensionati d’Italia

Del campo per prigionieri di guerra di Villa Ascensione si era, fino a poco tempo fa, smarrita la memoria. La villa, situata in cima ad una collina non molto distante da Poppi, fu costruita nel Cinquecento come convento di frati Cappuccini, conoscendo poi nel tempo varie destinazioni. Nella seconda guerra mondiale l’edificio divenne campo per prigionieri di guerra n.38, adibito alla reclusione di militari britannici catturati nella campagna d’Africa. I prigionieri, imbarcati nei porti di Tripoli e Bengasi, giungevano a Napoli, Brindisi, Taranto, Bari ed erano poi avviati ai campi di Capua, Bari, e Tuturano (Brindisi).
Successivamente i prigionieri cominciarono ad essere inviati al Nord. All’inizio del 1942 dal campo di Tuturano arrivarono a Villa Ascensione i primi quaranta ufficiali neozelandesi.
Francesco Goretti così ricorda oggi l’arrivo dei prigionieri a Poppi: “Una mattina della primavera del 1942 vestiti da balilla fummo portati alla stazione ferroviaria per accogliere con urla e fischi un contingente di prigionieri, “figli della perfida Albione”, che la propaganda del regime rappresentava come barbari, appartenenti ad un mondo giunto ormai alla fine, destinato ad essere definitivamente battuto dalle nuove generazioni del Littorio. Per farsi un’idea dello stato d’animo di noi studenti basti pensare al famoso slogan che il giornalista Mario Appelius lanciava tutti i giorni dai microfoni dell’EIAR: Dio stramaledica gli inglesi! I neozelandesi inoltre avevano una brutta fama per la determinazione e la ferocia con cui combattevano.
Grande fu quindi la nostra sorpresa nel vedere scendere dal treno non un gruppo di selvaggi ,ma un reparto di giovani fieri e prestanti, in divisa color kaki, con grandi cappelli dalle falde rialzate, tipo cowboy. Ci sembrò di essere invece che a Poppi in una stazioncina del mitico Far West”.


IL CAMPO NELLA MEMORIA DEI PRIGIONIERI NEOZELANDESI

Il trattamento con cui sono accolti gli ufficiali dell’esercito di Sua Maestà britannica è sicuramente migliore di quello riservato ad altri prigionieri. Un ufficiale neozelandese ha così ricordato il suo arrivo a Villa Ascensione: “La villa, circondata da filo spinato, era stata provvista di docce e di una cucina moderna. I letti erano comodi e provvisti di comodini e tappeti. Il comandante ci accolse gentilmente come se fossimo suoi ospiti.
Nella mensa i tavoli erano apparecchiati con tovaglie bianche e stoviglie nuove. Dopo due o tre giorni, tuttavia, ci fu chiaro che questo standard di accoglienza non poteva essere mantenuto. Il carburante disponibile non era sufficiente a riscaldare l’edificio, il vitto, sebbene di buona qualità, non bastava a sfamarci”.
Successivamente i pacchi viveri della Croce Rossa e gli acquisti di generi vari in uno spaccio locale migliorarono il livello di vita degli ufficiali neozelandesi. Anche in ragione della buona disposizione del personale italiano di sorveglianza le condizioni di vita del campo, che giunse ad ospitare fino a 90 prigionieri, rimasero buone fino alla fine.
“Sebbene l’estate avesse causato problemi nel rifornimento idrico - ricorda ancora il nostro testimone neozelandese - gli esercizi fisici all’aperto, i rifornimenti della Croce Rossa, la possibilità di consumare frutta e verdura fresca, permisero a tutti noi di stare in buona salute e in buona forma fisica. Inoltre l’arrivo regolare della posta (una lettera impiegava mediamente sedici settimane per essere recapitata dalla Nuova Zelanda) e dei pacchi riuscì a calmare l’ansia che ci aveva procurato la perdita di ogni rapporto con il nostro paese e i nostri cari” (Mason W. Wynne, Official History of New Zeland in the Second World War 1939-1945:Prisoners of War, pp. 116-17). La sorveglianza esercitata dagli interpreti, dalle guardie e dai carabinieri era costante. E tuttavia nel luglio del 1942 due ufficiali neozelandesi riuscirono a fuggire dopo essersi calati dai piani superiori della villa con funi fatte di lenzuola. Giunti fino a La Spezia furono ripresi e rinchiusi nel campo PG5 di Gavi, vicino a Genova.

(ripreso da http://www.storiaememorie.it/villaoliveto/Home.htm, compresa l'immagine di Villa Ascensione) - sito visitato il 16-05-2017)

IL CAMPO DOPO L’8 SETTEMBRE 1943

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la smobilitazione dell’esercito italiano gli ufficiali neozelandesi abbandonarono
il campo. Protetti dalla popolazione e aiutati dagli antifascisti si diressero verso l’alto Casentino, trovando rifugio nei conventi della Verna e di Camaldoli. Successivamente gli ex prigionieri di Villa Ascensione, dopo essersi ricongiunti con quelli provenienti dal campo di Vincigliata, nei dintorni di Firenze, raggiunsero l’Adriatico e il Sud del paese dove poterono essere reintegrati nei ranghi dell’esercito inglese.
In seguito ai bombardamenti alleati, il 19 dicembre 1943 si trasferì nella villa il Distretto militare di Arezzo. Nel giugno del 1944, dopo la fuga verso il Nord dei rappresentanti della repubblica di Salò, la villa fu occupata per circa tre mesi dalle truppe tedesche, le quali alla loro partenza portarono via tutti gli arredi esistenti.
Negli anni Sessanta alcuni ex prigionieri riuscirono a ritrovare il comandante del campo, l’avvocato fiorentino Lorenzo Gargiolli, che vollero loro ospite in Nuova Zelanda, ancora grati per il trattamento umano che egli aveva loro riservato.
Infine nel 1999 è tornato a Poppi l’ex capitano Gropper, per riannodare rapporti contratti in una storia ormai lontana di mezzo secolo.

(ripreso da http://www.storiaememorie.it/villaoliveto/Home.htm, compresa l'immagine di Villa Ascensione) - sito visitato il 16-05-2017)

 

Corrispondenze dal Campo

Dal Campo Concentramento P.G. di Villa Ascensione Poppi il 28.12.1941 a Firenze.
Scrive un Tenente di servizio al Campo ai familiari: i soliti convenevoli sulla salute ed il consiglio di risalare con diligenza quelle robe e poi appendere per 15 giorni


Biglietto postale in franchigia dell'11 gennaio 1942, scritto da un Sergente assegnato al campo di concentramento di Poppi. Corrispondenza privata dove si legge: ... Quassù sono tutti Ufficiali i nostri ospiti, e ho modo di studiare un poco da vicino questi tipi. fa un poco freddo, c'è la neve da due giorni, ma mi si dice che di primavera e d'estate sia un posto magnifico, stagione di soggiorno. Speriamo però che per l'estate sia giunta la immancabile Vittoria, ed allora si potrà riprendere la nostra vita civile. Morale alto, e certezza dell'esito finale. Il Duce ha vaticinato Vincere! e noi VINCEREMO! ...
(Collezione R. Monticini)


Cartolina postale per Prigionieri di Guerra del 5 febbraio 1942, scritta da un Tenente dal campo di concentramento di Poppi, indirizzata ad un Tenente del South African Air Force Headquarters (Quartier Generale della Forza Aerea Sud-Africana) al Cairo in Egitto.
(segnalata da R. Monticini)


Cartolina postale datata 4 giugno 1943, scritta da un fante assegnato al campo di concentramento di Poppi (collezione Carlo Pintarelli)