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  Storie di famiglia in Val Di Chio
di Giuseppe Alpini

PERCORSO: Fatti, personaggi, documenti ed oggetti testimoni di vita e di storia > questa pagina

Ringrazio il geometra Rossano Gallorini per avermi gentilmente concesso e autorizzato la riproduzione di queste due simpatiche lettere bollate a Castiglion Fiorentino con l'annullo tondo riquadrato di quell'ufficio e dirette a Pieve di Chio al Signor Michele Barneschi. La tariffa, a quella data, era di c. 15, ma essendo il mettente ed il destinatario nel medesimo distretto postale, le lettere scontavano una tassa di soli 5 centesimi.

La prima lettera è dell'11 maggio 1905, spedita da Enrico Burbi - Perito, l'altra è del 17 febbraio 1906, "Di Studio" del Notaio Redditi Ser Raffaello.

Chi era Michele Barneschi?

 


I Barneschi erano una famiglia di "possidenti" della Val Di Chio di Castiglion Fiorentino, presenti fin dal millecinquecento. Piccoli proprietari si erano ingranditi prendendo a livello i terreni che appartenevano all'Ospedale di Santo Stefano di Chio, successivamente gestiti dagli Ospedali Riuniti di Santa Maria della Misericordia di Castiglion Fiorentino. Pagando a quest'ultimo un esiguo canone annuo, i Barneschi erano di fatto divenuti ricchi proprietari.

Avevano inoltre perseguito nel tempo un'accorta politica matrimoniale ed avevano cercato di mantenere indiviso il più possibile il patrimonio. Agli inizi del XX secolo questo meccanismo si era evidentemente incrinato e le parti cointeressate avevano fatto ricorso sia a periti, che a legali.
Probabilmente era stato raggiunto un faticoso compromesso, ed era stata fissata una data per la stipula dell'atto presso il notaio Redditi. All'ultimo minuto qualcuno ci aveva ripensato ed allora ... i due avvocati si erano ammalati contemporaneamente.

La lettera dello Studio Burbi fa riferimento ad una stima tecnica del patrimonio, l'altra del Notaio Redditi comunica al Barneschi il rinvio dell'incontro per la stipula del contratto.
Quest'ultima comunicazione si chiude con l'invito "a passare" dallo studio per firmare il verbale, ma in realtà il Notaio invita il Barneschi a concordare il da farsi e, non ultimo, a saldare il dovuto, perché i "valligiani avevano le spine in tasca".

Può essere utile per comprendere lo spirito delle famiglie della Valle il seguente aneddoto: Un anno, per la festa di San Vincenzo Ferrer venne chiamato alla Pieve di Chio, un predicatore forestiero che durante il sermone ripetè più volte che il paradiso era dei giusti. A quel punto, i Barneschi, i Badini, i Pallotti, i Polvani uscirono di Chiesa e indignati dissero "se il paradiso è dei Giusti, noi che ci stiamo a fare!".
La famiglia Giusti era anch'essa una delle principali famiglie della valle.

Queste famiglie tra l'altro erano imparentate tra di loro, ma "i parenti", si diceva in Val Di Chio, "sono come le scarpe. Più strette sono, più fanno male!".