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Zecca (di Firenze) | |
da Archivio di Stato di Firenze | |
PERCORSO: Le schede di Arezzo > La moneta in Toscana > questa pagina Zecca sec. XIII, seconda metà - 1861 Intestazioni: Contesto politico-istituzionale di appartenenza: Complessi archivistici prodotti: CONTENT AREA L'attività della Zecca fiorentina iniziò probabilmente nella prima metà del Duecento quando fu emesso per la prima volta il fiorino grosso d'argento (1237). Di ufficiali che si occupassero della fabbricazione monetaria, detti inizialmente Ufficiali della moneta e poi Maestri di zecca, si ha invece notizia dal 1252, anno della coniazione del primo fiorino d'oro. Il loro compito originario fu quello di sovrintendere al conio delle monete garantendone la legalità di peso e fattura. A questa prima funzione in breve si aggiunsero la vigilanza sulla circolazione del denaro e la giurisdizione sui reati connessi alla moneta (soprattutto la falsificazione). La lavorazione dei metalli fino alla realizzazione delle monete era un processo complicato e suddiviso in fasi ben distinte, ciascuna eseguita da operai diversi, alcuni dei quali altamente specializzati. Come il personale impiegatizio, le maestranze ricevevano un incarico a breve termine, in genere sei mesi. Alcuni, per l'importanza delle operazioni che eseguivano e l'alto livello di professionalità richiesto godevano di prestigio e attenzioni particolari. Tra questi "maestri" vi erano ad esempio gli intagliatori dei coni e i monetieri, che compivano la fase finale e più delicata del lavoro, durante la quale sui tondelli grezzi era impresso il conio. I monetieri, pur non costituendo un'arte ufficialmente riconosciuta e inserita nel sistema politico corporativo comunale, erano organizzati in un'associazione professionale, di cui rimangono gli statuti degli anni 1314-1407 (cfr. ASFi, Ufficiali della moneta poi Maestri di zecca, 1). Altri operai esperti erano i fonditori, i rimettitori, i tagliatori (o "uvrieri"), gli "affilatori", gli "imbianchitori" e gli incisori. Il sistema di coniazione monetaria si fondava principalmente sull'iniziativa di privati, soprattutto mercanti e banchieri, i quali, quando avevano bisogno di contanti, consegnavano loro stessi oro e argento - sotto forma di semplici panetti o verghe di metallo o di monete straniere da rifondere - alla Zecca richiedendone la trasformazione in moneta. Al momento della consegna del denaro coniato gli Ufficiali trattenevano una percentuale che veniva destinata in parte alle casse del Comune e in parte alla cassa dell'ufficio stesso. Molto rari, invece, erano i casi in cui era l'autorità pubblica ad attivarsi per incrementare la produzione monetaria. Nel periodo del principato mediceo l'ufficio, pur subendo alcune modifiche, mantenne quasi invariate le precedenti competenze e la prassi di funzionamento. Tra le novità principali si annovera il fatto che la Zecca fu sottoposta al controllo del Depositario generale cui spettava la carica di Soprintendente o Ministro di zecca. Per breve periodo, dal 1595 ai primi del Seicento, fu attiva a Pisa una seconda Zecca, cui era demandata la battitura delle monete a titolo inferiore, necessarie per il commercio, ma non all'altezza del prestigio che si voleva mantenere per la fabbrica fiorentina. Un cambiamento di portata notevole nella gestione amministrativa della coniazione delle monete si ebbe pochi anni dopo il passaggio del Granducato alla dinastia lorenese. Durante la Reggenza, nel 1740, infatti, tutte le rendite di pertinenza dello Stato, ivi compresa l'attività della Zecca, furono date in appalto a società private. Durante la breve parentesi della dominazione francese (1799-1814), si ebbe un primo periodo in cui la Zecca fiorentina continuò a funzionare secondo la prassi ordinaria, dopodiché, dal 1808, quando la Toscana fu aggregata all'Impero, le coniazioni divennero estremamente ridotte per frequenza e quantità. Se l'adozione del sistema monetario francese non fu dunque integrale, poiché si poté battere ancora la moneta locale, la concessione riguardò soltanto le specie monetarie di valore inferiore. Una novità dovette invece essere la creazione a Firenze di una Commissione temporanea per il saggio che testava i campioni di monete inviati dalla "Monnaie de Rome". CONTROL DESCRIPTION AREA
Il sistema monetario fiorentino e le leggi del governo popolare del 1378-1382, [s.l.], Edizioni del Palazzo, 1979 Guido Bonolis, La giurisdizione della Mercanzia in Firenze nel secolo XIV, Firenze, Seeber, 1901, pp. 89-90 Carlo Maria Cipolla, Il fiorino e il quattrino. La politica monetaria a Firenze nel 1300, Bologna, Il Mulino, 1982 Carlo Maria Cipolla, La moneta a Firenze nel Cinquecento, Bologna, Il Mulino, 1987 Luigi Dal Pane, La finanza toscana dagli inizi del secolo XVIII alla caduta del Granducato, Milano, Banca commerciale italiana, 1965 Robert Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, Sansoni, 1977-1978, ristampa, V, pp. 253-257 Arrigo Galeotti, Le monete del Granducato di Toscana, Bologna, Forni, 1971, rist. anastat.: ed. orig. 1930, pp. 356-364 Guidubaldo Guidi, Il governo della città-repubblica di Firenze del primo Quattrocento, Firenze, Olschki, 1981, II, pp. 309-311 Guidubaldo Guidi, Lotte, pensiero e istituzioni politiche nella Repubblica fiorentina dal 1494 al 1512, Firenze, Olschki, 1992, II, pp. 882-885 Jean-Claude Waquet, Le Grand duché de Toscane sous les derniers Médicis. Le Grand-Duché de Toscane sous le derniers Médicis. Essais sur le système des finances et la stabilité des institutions dans les anciens état italiens, Roma, Ecole Francaise de Rome, 1990 Lucia Travaini, 'L'organizzazione delle zecche toscane nel XIV secolo' in La Toscana nel secolo XIV: caratteri di una civiltà regionale, a cura di Sergio Gensini, Pisa, Pacini, 1988, pp. 241-249 Lucia Travaini, 'Aree monetarie e organizzazione delle zecche nella Toscana dei secoli XII e XIII' in L'attività creditizia nella Toscana comunale. Atti del Convegno di Studi. Pistoia-Colle di Val d'Elsa, 26-27 settembre 1998, a cura di Antonella Duccini, Giampaolo Francesconi, Pistoia, Società Pistoiese di Storia Patria, 2000, pp. 25-42 Lucia Travaini, 'Guida per la storia delle zecche italiane medievali e moderne (fino all'Unità)' in Reti medievali, edizione digitale, 2000-2006 Redazione e revisone: Valentina Baggiani, 10-FEB-06, prima redazione
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