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  Un Curato, un Canonico, un Vescovo e 50 scudi fiorentini
di Roberto Monticini

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La Toscana, dipartimento dell'Impero francese, era statada poco occupata dalle truppe del Re di Napoli, Gioacchino Murat quando, il 15 febbraio, il Canonico Giuseppe Laparelli scrive una lettera al Vescovo di Arezzo Monsignor Agostino Albergotti.

La curia aretina ha pagato alla posta 2 décimes per il ritiro della lettera.

Il Canonico cortonese ha certamente dettato la lettera ad un suo scrivano perchè firma e testo non risultano scritte dalla stessa mano:

 

Vediamone ora il contenuto:

Lo trascrivo per una miglior lettura:

Cortona 15 Febbraio 1814

Tempo fà con altra mia Lettera L'incomodai esponendoli, che in semplice prestanza, e senza interesse sette anni sono al Sig:re D: Francesco Giugliarini avevo prestato cinquanta scudi in moneta Fiorentina, gli narrai ancora essere passati molti mesi da che con viglietti imbasciate, e da me personalmente era stato richiesto questo mio credito, e che fino a quel punto in verun modo avevo potuto ottenere nulla.

Oggi sono nella necessità di rappresentargli, che hò continuato a fare le mie richieste con quella buona grazia, che mi conviene anche usare con i cattivi pagatori, ma tutto hà servito perchè questo suo Parroco invece di considerare il suo dovere villanamente si è diportato mandandomi imbasciate indoverosa impertinenti, e immodeste.

Dovendo dunque trattare con un cattivo mercante e Prete, che non và il suo dovere mi conviene dunque mutare registro, e siccome è un immediato sottoposto gli domando la facoltà di poter produrre in Tribunale l'obbligo che detto Giugliarini mi fece nell'atto dello sborso del denaro, e così citarlo per l'immediata restituzione del mio credito.

Spero, che mi favorirà una grata risposta la quale io attendo con premura desiderando sollecitamente di ultimare questo mio interesse con D. Francesco Giugliarini Curato del Borghetto (1).

La prego a perdonarmi questo mio incomodo di questa mia lettera, ed intanto con vera stima, e rispetto mi dico

Di VS: Illma, e Rma

Devmo, ed Obblmo Servitore

Can.co Giuseppe Laparelli

Il Canonico Laparelli non dipendeva dalla Diocesi aretina, ma da quella di Cortona, le Diocesi di Arezzo, Cortona e San Sepolcro furono riunite, sotto la guida di Monsignor Giovanni D'Ascenzi, il 30 settembre 1986. Nel 1814 era Vescovo di Cortona Monsignor Nicolò Laparelli.

La privacy era ancora ben lontana dall'immaginario orizzonte... ma il denaro era pur sempre denaro e 7 anni di attesa per riscuotere un credito erano, anche per quei tempi, veramente troppi... anche senza calcolarne gli interessi dovuti.

Il Canonico Giuseppe Laparelli non può che ricorrere al Tribunale dopo che il Parroco, alle sue richieste di restituzione dei soldi, gli ha mandato in risposta imbasciate indoverosa impertinenti, e immodeste. Nella lettera chiede al Vescovo di Arezzo, di poter produrre in Tribunale l'obbligo che detto Giugliarini mi fece nell'atto dello sborso del denaro.

Con molta probabilità si tratta di una coincidenza ma, su l'Osservatore del Trasimeno dell'aprile del 1837, ritroviamo un Francesco Giugliarini che, insieme ai fratelli Angelo Camillo ed Andrea, residenti a Petroja nello Stato Toscano, condannati a pagare la somma di Scudi 47 e baj 82 e mezzo, oltre alle spese di giudizio in Scudi 5 e 90 baj.

 

1) - Borghetto sul Lago Trasimeno. Vill. con antica pieve (S. Martino) nel lembo sett. del lago di Perugia sull'estremo confine del Granducato e dell'antico limite diocesano di Arezzo, dal cui vescovo dipende tuttora la parr. di S. Martino al Borghetto nella Com. Giur. a 7 migl. a estro di Cortona, Comp. Aretino. - Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, volume primo, Firenze 1833, pag. 336, ristampa anastatica.