introduzione schede aretine il postalista | |||||||||||||||||||||
Fausto Coppi in Musica (con cenni al Ginettaccio) | |||||||||||||||||||||
di Carlo Pagliucci | |||||||||||||||||||||
PERCORSO: Collezionisti aretini > Carlo Pagliucci > questa pagina
Nel centenario della nascita (15 settembre 1919, Castellania di Alessandria) e a 70 anni dalla sua morte (1959 Tortona) FAUSTO COPPI, forse il più grande ciclista di tutti i tempi nel mondo, il campionissimo in grado di eccellere in ogni disciplina e genere di gara (5 giri d’Italia, 2 Tour, 1 campionato del mondo, 2 campionati del mondo d’inseguimento su pista, maggiori classiche in linea internazionali), l’uomo solo al comando, l’airone (eccelso leggiadro scalatore), l’eterno rivale del mio prediletto Gino Bartali, l’uomo discreto e anticonformista che morì banalmente a 40 anni per un’infezione malarica non riconosciuta, continua a suscitare ricordi e forti emozioni, spero anche nei giovani italiani di oggi. Di lui è stato scritto e si sta scrivendo tanto e di tutto, ad eccezione della musica da lui ispirata, mancanza che mi ha indotto a richiamare nel seguito alcune canzoni della mia collezione di spartiti, specifiche o connesse con la storia della bici e con altri miti del ciclismo nazionale. Tra le 5 canzoni dedicate al campionissimo, la più riuscita ed emozionante è senz’altro la struggente Coppi di Gino Paoli, pubblicata nell’album L’ufficio delle cose perdute del 1988, notevole per il testo e la musica (scritta assieme al bravo Maestro Vessicchio), con un’incisione dello stesso Paoli arricchita da una sapiente orchestrazione (dello stesso Vessicchio?);
segnalo inoltre: 2 Il mio cuore batte Coppi di Natalino Otto - De Santis 1952, un piacevole swing,
3 Il campionissimo di Bisio, 1952 circa, samba con un testo pieno di appellativi regali (re, maestà, imperatore del pedale)
4. Il campione, 1953, slow di Panzeri con testo di Testoni-Panzeri (l’anno prima paroliere di Papaveri e Papere a Sanremo), probabilmente scritta a seguito dello scandalo scoppiato per la relazione adulterina con Giulia Occhini, la dama bianca (... son giorni di malinconia, sei fermo ma il tuo cuore fugge via, rimani ingiustamente prigioniero /e corre verso il Giro il tuo pensiero/ Ma tu non tramonterai, mai più …)
5. Coppi in fuga, mazurka (bisbetica?!) dei grandi fisarmonicisti Wolmer Bertrami e Turtulliano.
Aggiungo Girardengo, 1930, di Firpo-Bozoli, canzone orecchiabile e ingenua (“quando nel mondo prese il comando il motor, in decadenza il ciclo andò, e più nessuno se ne curò/ ma per fortuna un corridor rimise il ciclo in grande onor”), la più antica della mia collezione dedicata a un campione ciclistico e due spartiti illustrati degli albori musicali nazionali della bicicletta, la canzonetta popolare La bicicletta piacevole motivo fiorentino d’inizio ‘900 e il galop caratteristico in 5 quadri musicali Bicicletta del 1915, nientedimeno che dell’illustre capo azienda ed eclettico artista e compositore Giulio Ricordi, in arte Burgmein; le copertine di entrambi gli spartiti sono illustrate da rinomati artisti (Puccioni e probabilmente Metlikovitz).
Infine non posso omettere la mitica brillante e beffarda Bartali del mio adorato Paolo Conte 1974, seria concorrente antagonista anche sul piano musicale di Coppi di Paoli; incredibile! Dopo quasi 80 anni da quel giro d’Italia del 1940 in cui i due campioni lottarono per la prima volta fino all’ultima tappa per la vittoria finale infiammando l’Italia con un acceso dualismo non solo sportivo, la rivalità tra i due campioni prosegue in musica, la sfida si ripete ancora e resta incerta, anche se su questo terreno la spunta probabilmente il Ginettaccio! per entrambe le belle canzoni di Coppi e di Bartali aggiungo un video sonoro per consentire e stimolare il confronto. Termino con un omaggio alla bicicletta, mia indissolubile compagna di vita, dalla giovinezza in Arezzo (mio unico mezzo di spostamento fino alla 500 Fiat del primo impiego post laurea nel 1967) fino ai giorni d’oggi per le strade e il litorale di Ostia e per la campagna di Spoleto; pedalare aiuta e allieta la vita di tanti uomini normali senza ambizioni sportive, esorto i giovani a riscoprire la bici per spostamenti urbani (anche in salita), essa non solo rispetta l’ambiente ma allena all’impegno e all’osservazione dei luoghi e offre uniche emozioni e senso di libertà. Finale: non avrei mai immaginato da ragazzo che i due campioni idolatrati solo grazie alle radiocronache ciclistiche dell’epoca sarebbero stati molto più tardi da me celebrati con le canzoni loro dedicate molto più tardi dai due compositori da me preferiti (Conte e Paoli), pur tanto diversi tra di loro. Propongo dunque un sondaggio: ringrazio i gentili lettori che vorranno esprimere la propria preferenza per Coppi o Bartali in musica, indicandone il nome nei commenti. Carlo Pagliucci |