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Angelo Guillichini, Comandante della Colonna Mobile dei Cacciatori del Tevere | ||||
di Roberto Monticini | ||||
PERCORSO: Arezzo: racconta > questa pagina > Posta Militare I Guillichini, provenienti da Città di Castello, si stabilirono in Arezzo nel sec. XIII e da subito si associarono ai notabili ghibellini della città eccellendo. Enrico combatté a Campaldino nel 1289, Azzolino fu ambasciatore a Firenze dopo la cacciata del duca d'Atene (1343). Dal 1466, quando Ludovico occupò il seggio di Gonfaloniere di giustizia, altri ancora di questa famiglia furono elevati a tale suprema magistratura. Ludovico di Andrea, che presiedé alle fortificazioni della città, fu anche di essa ambasciatore presso il duca Alessandro dei Medici. Nicola, in pari gloria, ebbe in affido molte importanti missioni. Particolare menzione merita Giovanni Battista, che, vestito l'abito di S. Stefano, partecipò all'impresa di Algeri nel 1775, e, passato al servizio del re di Napoli, fu promosso Brigadiere di marina, quindi Governatore militare e civile di Messina ed infine, nel 1806, maresciallo di campo e Capo squadra della marina napoletana. Anche Angelo, anche lui cavaliere di S. Stefano dal 1754, percorse una brillante carriera. Angelo o Angiolo Guillichini è un nome che si incontra spesso nella storia di Arezzo: nell’insorgenza antinapoleonica del Viva Maria troviamo un Angelo Guillichini nella Giunta preposta alla direzione delle operazioni militari; a lui, unitamente al maggiore Giovanni Brozzi ed al colonnello Giovan Battista Albergotti, era affidato il comando dell’esercito (vedi anche: 13 marzo 1800 - da Angiolo Guillichini Comandante la Piazza di Arezzo) Di grande valore storico è anche la figura di un altro Angelo Guillichini (figlio di Giovanni ricco possidente), nato in Arezzo l’11 febbraio 1825 e deceduto nella città il 23 novembre 1893. Tornato nella sua città natale, ricoprì numerose cariche: presidente della Cassa di Risparmio, della Casa di Mendicità, dei Regi Spedali, fondatore e preside dell'Istituto Tecnico dal 1864, presidente della Giunta di vigilanza, della Società dei Veterani e della Croce Rossa. Per molti anni in Arezzo fu consigliere comunale e provinciale; venne nominato Sindaco della città con Regio decreto del 29 luglio 1878, ratificato dal consiglio comunale nell'adunanza dell'11 settembre seguente. Il 27 marzo 1879 rassegnò le dimissioni, fu sostituito dal primo assessore Adalindo Tanganelli, in qualità di facente funzioni, a partire dal 16 aprile di quell'anno. Alle elezioni politiche del 1882 venne eletto alla Camera dei Deputati per la XV legislatura. Angelo Guillichini (figlio di Giovanni) morì ad Arezzo il 23 novembre 1893 e l'anno successivo gli venne dedicato un busto, con lapide commemorativa, collocato al piano secondo dell'Istituto Tecnico Commerciale Michelangelo Buonarroti. Della realizzazione oggi è visibile solo la lapide commemorativa.
Lettera da Arezzo a Perugia del 19 dicembre 1860, affrancata con c. 10 del Governo di Toscana annullato con bollo a sbarre, accompagnato da bollo datario a bandellette di Arezzo. La lettera è tassata per c. 10 e successivamente detassata. A Perugia giunge il giorno successivo: il 20 dicembre. All’Illumo: Se non ti scomodasse mi fareste sommo piacere di far pagare alle tue cugine Scoste (?) le L. 40 per la solita mancia che li suol dare il Babbo per il Natale, e accompagnale con due righe. Qua siamo in mezzo alla neve, e pare che dell’altra ne voglia cadere. Tua aff.ma Madre
Al Nobil Uomo Lettera da Arezzo a Perugia del 22 dicembre 1860 affrancata con c. 10 del Governo di Toscana annullato con bollo a sbarre, accompagnato da bollo datario a bandellette di Arezzo. La lettera giunse a Perugia il giorno successivo: il 23 dicembre. Dal 1/1/1860 le corrispondenze dirette a militari di bassa forza godono della metà della tariffa progressiva, ma poiché le due lettere sono dirette ad un Ufficiale non viene riconosciuta l’agevolazione. Sitografia e Bibliografia https://www.portasantandrea.com/le-nobili-casate/ - 05.08.2020 Ringrazio Luigi Armandi per l'immagine e la lapide commemorativa di Angelo Guillichini tratte dal suo archivio.
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