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  Sull'impianto di un Reggimento di Fanteria in Arezzo
di Roberto Monticini

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A Lucio Bassi va il mio plauso per aver rinvenuto questo libretto (sconosciuto ai più) ed il mio più sincero ringraziamento per avermi accordato il permesso di scannerizzarlo e divulgarlo su questo sito, rendendolo così noto a tutti coloro che dedicano parte dei loro interessi culturali alla conoscenza ed all’approfondimento della Storia di Arezzo.

Questo libro-documento è composto da sole 14 pagine, stampate dalla Tipografia Cagliani in Arezzo nel 1883: questa opera riporta, in carta, il “RESOCONTO dell'Adunanza tenuta dai Rappresentanti delle Associazioni aretine la sera del 5 Febbraio 1883, a proposito dell'impianto di un Reggimento di Fanteria in Arezzo”, cronaca che ricapitola la deludente e sconfortante conclusione di una vicenda che aveva entusiasmato tutti gli animi.

Nel 1883 addì 5 febbraio, in Arezzo le forze professionali ed intellettuali componenti la Società, con lo scopo di assicurare un sostegno collaborativo forte alla intensa operatività messa in atto dal Sindaco, si uniscono per organizzare un unico fronte “… senza alcun riguardo alla diversità delle opinioni politiche e religiose che ci dividono; sapendo bene che ove si tratti del decoro e degli interessi della Città, quanti raccolgonsi nella cinta delle sue mura e fuori procedono sempre uniti e compatti come una sola persona” che, per il BENE COMUNE difenda e realizzi quel progetto, perché esso è un’opera utile a risollevare “… il nostro Municipio, relativamente povero per gli aggravi che l'hanno colpito e perché sul reddito accertato de' fabbricati grava l'imposta di L. 49,44, e su quella catastale dei terreni di L. 100 toscane eguali a L. it. 84, l'imposta di L. 62, 19, non risparmiò nè sacrifizi nè spese onde ottenere che nella Città venisse raccolto un discreto presidio militare che desse ai suoi cittadini e specialmente agli operai adeguato compenso e lavoro”.

La riunione è stata convocata dall'Unione Monarchico-Liberale e dalla Società Operaia: partecipano anche altri 14 Enti ed Associazioni aretine, aggregando fin anche due logge massoniche: la Cairoli e l'Andrea Cesalpino.

Ribadiamo: l’iniziativa messa in atto si proponeva di raggiungere l’obiettivo finale di avere in Arezzo un presidio militare che desse ”… ai cittadini e specialmente agli operai adeguato compenso e lavoro.”

Essenziale è una premessa riepilogativa dei fatti accaduti antecedentemente alla data della riunione, così da comprendere le ragioni che inducono i partecipanti a formare un fronte unico e compatto, perché speranzosi di mutare le avverse decisioni stabilite ed impartite dal Ministero della Guerra:

Il 10 Ottobre 1882, il Sindaco, con telegramma inviatogli da Perugia e firmato dal Capitano Genio Demetrio, viene informato che è in essere l'intenzione di impiantare nella città un Reggimento di fanteria formato da due battaglioni. A questo avviso la risposta del Sindaco è immediata e “assicurava delle buone disposizioni della Giunta Comunale e del Consiglio di concorrere per quanto lo permettevano le forze economiche del Comune alle spese necessarie.

L'Amministrazione accetta ed esegue tutto ciò che le viene richiesto, e risponde che, a fronte di una Piazza d'arme fuori della cinta muraria, il Municipio non avrebbe alcuna difficoltà ad ampliare quella attuale.

Il Capitano del Genio effettua una visita preliminare all’avvio del progetto destinato ad Arezzo, dopodiché iniziano lavori di ristrutturazione con spese a carico della comunità. Il Sindaco il 2 gennaio 1883 firma e rinvia al Comando della Divisione Militare di Perugia lo schema della Convenzione propostagli ma. … «Mentre pertanto tutto faceva ritenere sicura l'accettazione per parte del Ministero della convenzione suddetta e sembrava inutile non solo ma sconveniente il tornare a fare nuove insistenze, dal Comando della Divisione Militare di Perugia veniva inviata nel giorno 23 Gennaio 1883 una lettera colla quale si partecipava, che il Ministro della Guerra con suo dispaccio dei 18 Gennaio al Comandante il sesto Corpo d'Armata avea stabilito che al seguito della nuova circoscrizione territoriale militare nessuno dei nuovi Reggimenti di fanteria avrebbe avuto sede nella Circoscrizione della Divisione di Perugia e conseguentemente restava esclusa anche Arezzo

“…I rappresentanti di tutte le Associazioni della Città riuniti in generale assemblea, udito il rapporto sopra trascritto… A voti unanimi raccomandano agli Onorevoli Deputati del Collegio d'interrogare e, occorrendo, interpellare in una delle prossime tornate della Camera il Ministro della Guerra intorno alla mal disdetta Convenzione...”

Il documento già in sé rappresenta, una interessante testimonianza storica: il suo contenuto ci informa che un insediamento militare rappresentava un lavoro sicuro per i cittadini e gli operai e, per ottenere questo, si dovevano investire importanti somme; ci indica anche quali fossero i maggiori partiti dell’epoca e quali le Associazioni rappresentate in Arezzo, citandone i loro legali rappresentanti, ma oltre a queste preziose notizie, il testo del documento riporta, richiamati per inciso, accenni di una passata presenza di truppe militari nonché dello stato d’essere delle caserme presenti in città; anche questi riferimenti, apparentemente secondari, risultano invece di fondamentale interesse date le limitate notizie che, negli anni, sono stato in grado di rintracciare su questo argomento.


Questo riepilogo rende noto che erano stati predisposti locali per il Distretto militare, che a S. Giusto furono costruite: caserme scuderie e stalle per un distaccamento di artiglierie, che i lavori perdurarono dal 1862 al 1882 ed infine che, “… erano appena trascorsi cinque anni dal suo impianto che al Distretto veniva diminuita la guarnigione... e la caserma S. Giusto rimase deserta poco dopo la breve occupazione di cinque o sei mesi.”

Di questa presenza ne abbiamo già trovato memoria in una lettera del 12 novembre 1868.

A quanto ci risulta la Caserma S. Giusto, sorta sull'omonimo Monastero delle monache, era conosciuta come tale già a partire dal 1816 e sappiamo anche che aveva ospitato un'unità militare di Cavalleria.

Cerchiamo ora di poter individuare, nel Resoconto, quali strutture militari fossero state richieste ed anche parte della città fosse stata destinata alla loro collocazione:

Caserma, sistemazione provvisoria per gli Uffici del Comando e per l'accasermamento provvisorio dei due battaglioni

La Piazza d'arme

Volere del Comando di Divisione militare di Perugia era che una nuova caserma fosse costruita fuori dalle mura urbane, ma le autorità comunali individuano nel Convento di S. Maria Novella il luogo migliore per la Piazza d'arme e per le sistemazioni provvisorie.

L'estratto successivo, sempre parte contenuta nel Resoconto, conferma che quelle postazioni, che saranno successivamente le strutture militari poste quasi all'inizio di Via Garibaldi, sono sorte sugli ex Conventi di S. Maria Novella e di Santo Spirito. Pertanto risulta evidente e manifesto che in quest'area erano state già previste: Caserma, strutture provvisorie e Piazza d'arme.

 

Notizia di una prima presenza stanziale di un Reggimento di Fanteria in Arezzo, la troviamo nel 1903: il 34° Reggimento di Fanteria "Livorno".

dal Comando del 34° Reggimento di Fanteria in Linea (Deposito)
Arezzo 10 settembre 1903 - Ovale R.POSTE per la franchigia postale


Concludo questa nostra panoramica che ci ha permesso di meglio conoscere alcune delle strutture militari presenti in Arezzo e ringrazio ancora Lucio per averci offerto questa opportunità.