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La precaria situazione aretina durante la R.S.I. in una cartolina postale del '44 | ||||
di Enrico Bettazzi | ||||
PERCORSO: Le schede di Arezzo > Dal Fascismo alla Liberazione > questa pagina Dopo la presa di Roma del 4 giugno 1944 da parte degli Alleati e la conseguente ritirata a nord dell’esercito tedesco, la provincia di Arezzo, la più meridionale della Toscana assieme a Grosseto, entrò subito nel sistema di organizzazione della difesa germanica. In attesa di attestarsi sull’ultima importante difesa organizzata, la Linea Gotica (o Linea Verde) sugli appennini nel nord della regione, la provincia di Arezzo costituiva una importante cesura tra il fronte ad ovest tenuto dalla 5ª Armata statunitense e l’8ª Armata sul litorale adriatico. La zona fu quindi fortemente presidiata e furono iniziati i lavori di messa in sicurezza del territorio, sia da un punto di vista militare che economico. Oltre alla presenza di reparti della RSI a sostegno di quelli germanici, importante fu dunque l’opera dispiegata dalla Todt, che operò requisizioni fin dai mesi di inizio anno. Ne è testimonianza il manifesto bilingue congiunto a firma del capo della Provincia, Bruno Rao Torres, e del Comandante tedesco della piazza, maggiore Van Werden.
La difficile situazione di approvvigionamenti venutasi a creare con l’avvicinarsi del fronte viene evidenziata dal testo di questa cartolina espresso scritta il 25/1/1944 da Subbiano ad Arezzo. La corrispondenza parte dall’Ospedale Boschi ed è indirizzata al Consorzio Antitubercolare di Arezzo. Si utilizza una comune cartolina “Vinceremo” da 30 centesimi per implementarne l’affrancatura fino a renderla un espresso per darle maggior velocità nella comunicazione, ma come vediamo dal testo la velocità era in quel momento una cosa molto rara, sottoposta alla generale precarietà delle risorse, dalla benzina, ai mezzi di trasporto, alla condizione alimentare: “Ospedale Boschi Subbiano (Arezzo) 25-1-44 Timbro amministrativo di arrivo al Consorzio 5/2/44.
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