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“Alla N.D. Contessa Giulia De Bacci”
Questa la destinataria di un piccolo gruppo di cartoline in franchigia, dirette alla Villa S. Fabiano, storica dimora della famiglia De Bacci Venuti, sita ad un chilometro dalla cerchia delle mura di Arezzo, sulle colline circostanti.
La nobil donna era la consorte di Pietro Gualtiero De Bacci Venuti, Conte, pittore e restauratore, nato il 21/11/1857 a Lucca, città di origine della madre, ma discendente da un nobile casato aretino. Gualtiero è oggi considerato il pittore di maggior rilievo nella Arezzo secondo ottocentesca.
Dopo aver peregrinato tra Firenze, Roma e Pisa, morì nel 1938 ad Arezzo.
Ebbe almeno 4 figli, quelli per lo meno da noi conosciuti; Riccardo, Tommaso, Carlo e Giovanni.
Riccardo seguì le orme paterne: fu pittore ed importante restauratore, seguì suo padre in molti importanti restauri dell’arte tardo medioevale e rinascimentale in giro per l’Italia e si dedicò anche allo studio dell’arte tradizionale sarda.
Ma le nostre cartoline militari riguardanti la Grande Guerra ci riconducono al comune destino dei 4 fratelli, che, così come tutta la gioventù di fine secolo ottocento, si ritrovò impegnata nella prima grande guerra globale. Era un passaggio indifferibile andare a servire la propria patria e finire l’impresa dei padri e dei nonni e così tutti e quattro i fratelli De Bacci prestarono servizio militare. Riccardo, forse meno coinvolto degli altri fratelli, lo sappiamo sottotenente di complemento del Genio.
Chi invece fu tanto coinvolto fino a perdervi la vita in guerra, fu Tommaso: a differenza del fratello Riccardo i suoi interessi si erano rivolti allo studio del Diritto e della Storia, avvocato, grazie alla sua passione patriottica scrisse un importante saggio sulla italianità della Dalmazia, che ebbe naturalmente nel periodo pre bellico un assoluto benevolo riscontro. Nato il 1/1/1888, a Firenze, vi fu attivo in campo politico, facendo parte del Comitato Pro Dalmazia.
In guerra fu sottotenente nella Milizia Territoriale del 226° Reggimento di Fanteria, inquadrato nella Brigata Arezzo. Il 6 Luglio 1916, con due plotoni si recò a proteggere il fianco sinistro del suo reggimento, in una posizione fortemente battuta dalle mitragliatrici e dall’artiglieria nemica sul Monte Zebio, oltre Asiago; resistette per quattro ore sotto il fuoco nemico con ingenti perdite, poi anch’egli fu colpito alla testa da una scheggia di cannone e trasportato all’ospedaletto da campo n. 110, dove morì per le ferite riportate tre giorni dopo. Un anno dopo gli venne concessa alla memoria la medaglia di bronzo al valor militare. E’ ricordato nell’Albo d’oro dei decorati, nell’Albo d’onore dei caduti ed infine per il centenario della Grande Guerra gli è stato dedicato un capitolo in una recente pubblicazione sui letterati e giornalisti caduti in guerra. La sua lapide è al Cimitero monumentale cittadino, ove la cappella di famiglia è affrescata da suo padre Gualtiero.
Le cartoline che seguono sono invece degli altri due fratelli. Carlo, il più giovane, classe 1897, lo troviamo anch’egli Sottotenente del 4° Raggruppamento Bombardieri, X° Gruppo, 34ª batteria all’interno della 10ª Divisione, inquadrata nella II Armata. La sua prima corrispondenza, datata 17 Settembre 1916, data alla quale Tommaso era già caduto, è un lungo resoconto militare, che però tende a rassicurare la madre in pena per quel giovane figlio:
“Cara mamma. Dai giornali saprai della grande azione sul Carso ed ad est di Gorizia. Non preoccuparti di me perché per fortuna la mia batteria non ha preso parte causa ordini e contrordini che non concluderono nulla. Così noi seguitiamo sempre per essere di rafforzamento tanto da raggiungere ricoveri potenti e blindati. Dimmi quando ti muoverai da S. Fabiano insieme al Babbo e sii sempre serena di me. La mia salute è buona. Scrivimi sempre spesso. Ti bacio affettuosamente e ti chiedo la benedizione. Il tuo Carlo”.
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Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 10ª Divisione 18/9/1916. Timbro di arrivo Arezzo 20/6/16. |
Si capisce tra le righe anche delle altre corrispondenze che in famiglia si voleva salvaguardare al massimo il piccolo di casa, che subirà una serie di trasferimenti ad unità di impiego minore al fronte; la seconda cartolina, in qualità di Tenente, postalizzata con la P.M. del 13° Corpo d’Armata, un anno dopo la morte del fratello Tommaso, lo vede presso il Reparto di artiglieria contraerea al Belvedere di Aquileja:
“10 Luglio 1917
Mammina cara. Ancora pochi giorni, forse cinque o sei, eppoi verrò a riabbracciarti. Quale grande gioia per me. Non so dirti la mia destinazione, perché ancora non è accennata, ma credo sarà buona. Scrivimi spesso. Ti mando tutti i miei baci e il mio affetto. Sei tranquilla. Tuo Carlo.”
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Cartolina in franchigia affrancata per 10 centesimi, postalizzata con P.M. 13° Corpo Armata in data 12/7/17, timbro di arrivo Arezzo 14/7/17, timbri di censura e di reparto. |
Carlo De Bacci cesserà di essere comandato presso il 13° reggimento di artiglieria contraerea il 24/8/1919; già in una corrispondenza del fratello Giovanni alla madre del 1 Ottobre 1918, le segnalava la tranquillità di posizione: “Di Carlo non so ancora nulla di preciso, ma spero bene. ...Il suo fronte è buono, salubre. Credo ch’egli si troverà meglio là che a Piacenza. Vita più sana.”
Anche il destino di Giovanni De Bacci Venuti sembra correre su binari più fortunati dopo la sventura già accorsa in casa. Dopo essere stato inquadrato nel Battaglione Complementare della Brigata Pesaro (marzo 1918), assume un particolare incarico all’interno del Comando Supremo dell’Esercito: entra a far parte del Ufficio Informazioni (I.T.O. Informazioni Truppe Operanti), pertanto pur essendone le funzioni quelle di raccogliere notizie in zona operativa, le sedi erano ad Abano, Treviso, Udine e Padova. Giovanni risulta aggregato prima alla 56ª Divisione di fanteria, poi alla 70ª Divisione.
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Cartolina in franchigia postalizzata da PM 109 il 20/3/18. Spedita ad Arezzo (Via Cesalpino 8) dove giunge il 22/3. |
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Cartolina in franchigia postalizzata con P.M. 103 del 23/9/18. Timbro di arrivo ad Arezzo 25/9/18. |
Le cartoline che seguono sono scritte dall’ormai Tenente Giovanni De Bacci nella sua veste di ufficiale addetto alle informazioni: le righe scritte riguardano principalmente la famiglia al fronte (abbiamo visto di Carlo) e naturalmente a casa (i genitori e Riccardo). In quella scritta il 1° Ottobre dice di trovarsi “cima al monte. Buon aria.” In quella che conclude questo breve epistolario (residuo chissà di quale interessante e più grande!), oltre a chiedere a casa il proprio sigillo, evidentemente per la corrispondenza, ed informarsi con la madre della ricezione della sua polizza (polizza vita a favore di tutti i combattenti), vi è una annotazione per lei, che si trasferisce dalla villa aretina a Roma, sulla sua salute e più in generale interessante visto che parla di “influenza” (era quello il periodo del primo sviluppo della famigerata “spagnola”). Chiude però con una invocazione benaugurante alla speranza ed alla vittoria finale.
“15 ottobre 918
Carissima mamma,...Spero di sentire presto che ti sei potuta sistemare bene a Roma...Hai ricevuto la polizza mia? Andando a Firenze, ricordati del mio sigillo. Abbiti, adorata mamma mia, molti riguardi per questa influenza. E possa esserti di sollievo nella tua solitudine la grandiosa speranza di riaverci presto a casa, contenti e vittoriosi…”
Giovanni, come i fratelli Riccardo e Carlo, arriverà sano e salvo alla fine del conflitto: aggregato poi al 84° Reggimento di Fanteria, verrà trasferito a Roma nel 1919 dove da Capitano sarà destinato a far servizio presso il Ministero del Tesoro, al reparto per l’assistenza militare e le pensioni di guerra.
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Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 42 in data 2/10/18. Timbri di censura e di reparto. |
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Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 78 in data 15/10/18. Timbri di reparto e di censura. |
Bibliografia e sitografia
Albo d’Oro, vol. XXIII (Toscana), p. 281, ora ad nomen De Bacci Venuti Tommaso, in toscana.grandeguerraitalia.it
Istituto del Nastro Azzurro, Albo dei decorati al valore militare di Firenze e provincia, a cura della Federazione Provinciale di Firenze, Firenze, 1975, p.157
Martiri di carta. I giornalisti caduti nella Grande Guerra, a cura di P. Roesler Franz e E. Serventi Longhi,Udine, 2018; per D.B.V. Tommaso anche http://www.fondazionemurialdi.it/martiridiguerra.html
http://www.societastoricaretina.org/biografie/SPBacciVenutiTommaso030703.pdf
http://www.societastoricaretina.org/biografie/SEPDeBacci250603.pdf
Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale, 1929, p.1846
Ministero della Guerra, Bollettino Ufficiale, 1920, p.1388
A. MEREU, Riccardo De Bacci Venuti, “aristocratico artista”, in Amerblog, 19/2/2012.
Enrico Bettazzi
16/1/2021
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