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  Quando Arezzo era il fronte. 1944
Enrico Bettazzi

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In questa rubrica di solito vediamo corrispondenze dal fronte, i fronti per le diverse vicende belliche sono stati molteplici; tutti lontani e le lettere dei soldati che scrivevano più o meno lontano a casa.
Ma vi fu purtroppo anche il tempo in cui Arezzo ed il suo territorio divennero il fronte. Durante questo lasso di tempo il territorio aretino fu controllato dalle armate germaniche e dalle residue presenze amministrative/militari della R.S.I.
Stiamo appunto parlando di quel periodo dopo l’armistizio dell’8/9/1943, a cui seguì l’occupazione tedesca e la restaurazione di un regime fascista, stavolta repubblicano. Con il progredire della campagna militare d’Italia, il progredire dell’avanzata alleata, anche se lenta, comportò fin da subito un presidio del territorio contro il ribellismo e preparatorio al passaggio vero e proprio della guerra su di esso.
Proprio in queste pagine sia Roberto Monticini che Samuel Rimoldi hanno parlato delle presenze sia delle forze armate tedesche sia dell’organizzazione militare della R.S.I. (per i quali vi rimandiamo a fondo articolo).
Le corrispondenze che verranno invece qui esaminate ci permettono di far luce su aspetti finora sconosciuti dell’apparato poliziesco e militare della Repubblica Sociale e risultano essere una novità assoluta nel panorama specifico della storia postale militare.

Sappiamo che l’organizzazione militare della R.S.I. prevedeva un servizio di posta militare (Posta da Campo) che ricalcava la suddivisione organizzativa territoriale dell’Esercito Nazionale Repubblicano (E.N.R.); suddivisione a base grossomodo regionale a sua volta appoggiata su Distretti e Comandi Provinciali.
Così la Toscana aveva un Comando Regionale, il 201°, con sede a Firenze e che si appoggiava sulla PdC n. 765, con vari Comandi provinciali; per Arezzo , con PdC n. 741, il 51° Comando Provinciale con a capo il Capitano Polizio.

Le Poste da Campo (PdC) entrarono in funzione il 1° gennaio 1944, pertanto il loro utilizzo, soprattutto in Toscana, fu alquanto ridotto; la liberazione di Roma (4 giugno) determinò un veloce avvicinamento del fronte, con il conseguente usuale passaggio delle zone vicine al fronte da una amministrazione quanto meno cogestita dalle forze della R.S.I. con quelle occupanti tedesche (con la Militarkommandantur 1003 che estendeva il controllo su Firenze, Siena ed Arezzo) ad un esclusivo controllo militare della Wermacht.

Tutto il sistema organizzativo italiano, quello tentato post armistizio, collassò velocemente, sottoposto alle pressioni militari avverse e a causa della precarietà della vita quotidiana. Si può ritenere che con il giugno/luglio 1944 gran parte delle milizie dipendenti dal P.F.R. (Partito Fascista Repubblicano) e con loro parte delle loro famiglie tra quelle più esposte, lasciarono le provincie toscane per trasferirsi nel nord Italia. I Toscani (pistoiesi, fiorentini e aretini) saranno tra gli ultimi ad arrendersi alla conclusione della guerra nel cosiddetto “ridotto valtellinese”.
Nel periodo quindi della ricostruzione organizzativa repubblicana (ott.43-giu.44) , la presenza sul territorio aretino vide la duplice iniziativa di coadiuvamento alle iniziative belliche tedesche e di controllo del territorio in funzione anti-partigiana.

Anche le presenze postali ci rendono questo spaccato: Monticini ci ha mostrato alcune corrispondenze da PdC 741 di Arezzo di nuclei del Genio del E.N.R.; questi battaglioni erano composti da varie specialità del Genio, con compiti in prevalenza di minamento o sminamento, costruzione di opere difensive in appoggio al lavoro della Organizzazione Todt. Infatti tutti questi battaglioni Genio Costruzioni e Fortificazioni - Ital.Stllg.Bau-Pi.Btl. furono utilizzati in Italia per lavori di fortificazione, compatibili quindi con le presenze postali censite per l’aretino, in quanto il periodo dei pezzi conosciuti corrisponde al tempo in cui il fronte si stava velocemente avvicinando e c’erano da preparare opere fortificate di ritardamento dell’avanzata alleata in attesa della costruzione della più duratura Linea Gotica sugli appennini tosco emiliani, ultima linea di difesa.

Proprio a Cortona nel 1944 fu costituito il 140° Battaglione, sciolto poi nel settembre dello stesso anno, a cui fu assegnata una Feldpost propria Fp. 87144 dal 11/5 al 27/9/44.
Con le due corrispondenze che seguono abbiamo ora la presenza di un’ulteriore battaglione nel territorio aretino a fine aprile del 1944, il 114° Battaglione Genio. Costituito ad Alessandria il 5/1/44 e sciolto nell’aprile ‘45 ebbe assegnate la Fp 33739 dal 13/1/44, poi la Fp 84682 dal 21/4/44.
In questo caso utilizza la PdC del Comando aretino o direttamente la posta civile.

Cartolina illustrata scritta ad Arezzo il 23/4/44 da geniere guastatore del 114° Btg. Genio, postalizzata tramite PdC 741 del 24/4/44.


Cartolina illustrata scritta da geniere del 114° Btg. Genio il 26/4/44, timbro civile 2/5/44; manoscritto Zona sprovvista di bollo Posta da Campo N.741, non riconosciuta la franchigia e perciò tassata.

 

Alla fine dell’esperienza di amministrazione civile repubblicana ad Arezzo si colloca invece la cartolina in franchigia utilizzata da un milite della “Compagnia della morte” aretina.
Pavolini aveva ideato all’inizio del 1944 una nuova forma di richiamo alle armi o, meglio alle bandiere: “i centri di arruolamento per volontari al combattimento”. Questa forma di volontariato, che avrebbe garantito la presenza di una forza ideologicamente motivata al fronte, fu vista di malocchio dagli stessi alleati tedeschi, che volevano gestire in proprio il fronte italiano non fidandosi dei vecchi camerati. Così al fronte di Anzio andarono solo il btg. “Degli Oddi” delle SS italiane ed il “Barbarigo” della X Mas; i volontari delle Compagnie della morte , inchiodati dal veto di Berlino, rimasero a casa a presidiare i territori in servizio di ordine pubblico.

Con la “fuga” al nord delle formazioni paramilitari toscane (Compagnie della morte e Brigate Nere), la Compagnia della morte aretina si sciolse ed elementi della medesima andarono a formare il nucleo iniziale del Battaglione d’assalto Forlì, comandato dal Ten. Pil. Pier Vittorio Riccardi presente anche lui ad Arezzo (agosto ‘44), che combatté sul fronte del Senio assieme alla 278ª Divisione tedesca (adoperava la Fp 85066 dal 27/5/44).

Ad Arezzo era stata costituita la XXXV Brigata Nera: fu presente in città fino al luglio 1944 e poi si trasferì, armi e bagagli, a Varese e poi Sondrio; utilizzò la PdC 741 durante la permanenza toscana, poi la PdC 851 e la 835. Comandata da Bruno Leoni, fu intitolata a Don Emilio Spinelli, parroco di Campogialli di sentimenti filo-fascisti, fucilato dai partigiani il 6/5/44.

Cartolina in franchigia da allievo sottufficiale della Compagnia della morte , manoscritto PdC n.741, postalizzata con la posta civile di Arezzo il 15/5/44.

 

Quando già il fronte passava sul territorio aretino, dividendolo in zone liberate ed altre ancora occupate dai Tedeschi, abbiamo la testimonianza epistolare di un alpino del X° Battaglione Costiero da Fortezza, in trasferimento nel fronte dal litorale adriatico presso Ancona verso la Linea Gotica e da lì a Venezia nell’agosto.

Scrive il 7/8/44 da Badia Prataglia probabilmente appoggiandosi a qualche commilitone tedesco, con l’apposizione della dizione manoscritta Feldpost Querverbindung e la postalizzazione in arrivo con timbro meccanico di Venezia una settimana dopo. I Battaglioni di Difesa Costiera erano stati costituiti per la sorveglianza delle coste, ma alla fine furono adoperati più di una volta come reparti di fanteria in zone di attività partigiana, ed è forse in questo contesto che si trova in quella zona in cui molto feroce fu la repressione dell’occupante tedesco.

Busta scritta da alpino del X° Btg. Costiero da Fortezza a Badia Prataglia il 7/8/44, Fp 84267, postalizzata in arrivo a Venezia dalla posta civile in data 15/8/44.

 

Enrico Bettazzi
18-04-2021

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

R.LAZZERO, Le Brigate Nere. Il partito armato della repubblica di Mussolini, Milano, 1983.
AA.VV. , 1945 dalla guerra alla pace, Trapani, 1995
L.BUZZETTI - P.VIRONDA, La posta da campo della R.S.I. e le feldpost tedesche in Italia 1943-1945, Varese, 1997
A.ROSSI, Fascisti toscani nella Repubblica di Salò (1943-1945), Pisa, 2000.

https://digilander.libero.it/rsi_analisi/forli.htm (cons. 4/4/21)

per le schede aretine

https://www.ilpostalista.it/arezzo/arezzo_0268.htm

https://www.ilpostalista.it/arezzo/arezzo_0299.htm