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  “Fatemi sapere se la guerra ha rovinato molto i nostri cari e bei paesi toscani” - 1944: corrispondenze dall’Algeria
Enrico Bettazzi

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Le due corrispondenze che presentiamo sono sicuramente di un reduce dell’ultima battaglia d’Africa; scritte più di un anno dopo che quella campagna si era conclusa con la totale sconfitta delle forze italo-tedesche in quello scacchiere.

Il sottotenente Ciampolini, catturato in Tunisia nel maggio 1943, era stato portato nel campo per prigionieri di Orano, o meglio, nel 149° Prisoner War Enclosure di cui Orano era il punto di concentramento postale, lui più fortunato di altri suoi commilitoni in mano a Britannici e Francesi, anziché essere portato via, era rimasto in Africa e detenuto dagli Americani.

A Orano il nostro militare segue le vicende italiane di quella tragica estate del 1944, certo non sa delle dolorose vicende delle rappresaglie sparse sul nostro territorio regionale, ma sa del passaggio della guerra sui nostri territori; viene informato dagli Statunitensi dei progressi degli Alleati, della liberazione delle città toscane, e ne chiede ansioso a casa con la speranza che i lutti e le distruzioni non siano tanto gravi.

La prima lettera è del 27 luglio, a quella data Arezzo era libera da una decina di giorni, poco dopo, quando scrive la seconda è stata la volta di Firenze, raggiunta dagli Alleati nella parte sud già dal primo agosto.
Il fronte poi si stabilizzerà sulle pendici dei nostri appennini settentrionali e così alcuni territori della Toscana dovranno aspettare l’aprile del 1945 per vedere andar via le ultime truppe tedesche.

Il sottotenente Mario Ciampolini scrive allo zio Dante a Foiano della Chiana, dopo un periodo di mancate comunicazioni dovute al fronte in Italia che bloccava la posta verso la parte occupata dai Tedeschi:

“27 luglio 1944
Carissimo zio,
da molti mesi voi non avete ricevute mie lettere per una ragione che facilmente immaginate; data la scarsa possibilità di scrivere ho sempre indirizzato a Firenze, nella speranza che la mia famiglia si levasse un pensiero sapendo l’ottimo stato della mia salute.
Adesso che la guerra è passata dalla nostra regione e che voi avete allontanato dal vostro paese il pericolo maggiore spero che mi sarà possibile sapere qualcosa di voi tutti. Inutile dirvi che non ho mai ricevuto notizie e vi lascio immaginare il mio stato d’animo.
La mia vita è piuttosto monotona e quello che ci aiuta a trascorrerla è la speranza di rivedere un giorno tutte le persone care. Rassicurate i miei sotto tutti gli aspetti e dite loro di stare calmi e fiduciosi perché anche le peggiori calamità hanno una soluzione.
Fatemi sapere se la guerra ha rovinato molto i nostri cari e bei paesi toscani e scrivetemi spesso, scusandomi se non potrò rispondervi per le ragioni che prima vi ho esposte.
Nella speranza di rivedervi presto, tutti uniti e in buona salute vi abbraccio e vi bacio.
Tanti saluti anche alle persone amiche. Mario”

Difficile che lo zio potesse esaudire il desiderio del nipote di comunicare ai familiari, col fronte in movimento proprio verso Firenze. Cosa che poi si realizzerà in seguito quando il capoluogo toscano verrà liberato. E il sottotenente , sapendo anche delle enormi difficoltà di comunicazione derivanti dal fronte appena passato solleciterà lo zio:

“29 agosto 1944
Carissimo zio
la mia salute continua ad essere ottima. Adesso che Firenze è stata sgomberata dai tedeschi spero che potrò avere la gioia di ricevere notizie di voi tutti. Non so se le linee di comunicazione saranno efficienti, ma fate il possibile di levarmi questa grande preoccupazione. Baci Mario”

Non sappiamo come sia andata a finire... se e quando il nostro militare sia tornato e se abbia potuto rivedere l’intera sua famiglia, noi ce lo vogliamo immaginare abbracciato in mezzo a loro.

Enrico Bettazzi
01/03/2021

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

https://prigionieri.parmaintempodiguerra.it/prigionia/militari-italiani-catturati-in-africa-dagli-inglesi

O.FERRARA, Tunisia. Quando gli italiani stupirono il mondo, Parma, 2011,
AA.VV., Paesaggi della memoria. Itinerari della Linea Gotica in Toscana, Milano, 2005.

Biglietto per P.o.w. scritto da Mario Ciampolini 81-I-55205 Natousa (North African Theatre Operations U.S.A.) P.W. E 149 Oran (Algeria). Timbro ovale di censura statunitense.

Interno del biglietto con il testo della corrispondenza. Indicazione del modulo sostitutivo utilizzato (“form”).

Cartolina in franchigia (Form No. 7-1). Timbro della Croce Rossa Italiana Comitato Provinciale di Arezzo.

Retro della cartolina.