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  Da controaerei a controcarro; il 3° raggruppamento in Tunisia negli scritti del caporal maggiore Remo Bordoni
Enrico Bettazzi

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Un epistolario di una quarantina di cartoline in franchigia ci dà la possibilità di ripercorrere le tappe della campagna di Tunisia.
A scrivere a casa è il caporal maggiore Remo Bordoni di Poppi, militare che nel 1938 aveva salutato a casa pensando di stare via per la normale ferma di 18 mesi e invece si era ritrovato in guerra con la dichiarazione del 10/6/1940.

Dopo altre campagne di guerra in Albania e nei Balcani, era stato spedito in Sicilia in attesa di un imbarco per l’Africa Settentrionale. Le sue corrispondenze coprono tutto l’arco temporale dell’ultima parte di guerra in A.S. fermandosi con la fine di aprile 1943. Oltre tale data non abbiamo altre corrispondenze, ma non essendo tra i caduti, si presuppone prigioniero in mano alleata alla fine delle ostilità in territorio tunisino.

Le cartoline in franchigia sono scritte in parte a casa, ai familiari a Poppi, in parte alla madre presso parenti a Firenze. Ci parlano di un uomo attaccato alla famiglia, di forti sentimenti religiosi, speranzoso fin da ultimo in una vittoria italiana e ci danno indicazioni preziose anche riguardo ad alcuni reparti militari presenti nel teatro bellico della Tunisia.

La prima cartolina illustrata da Spoltore, raffigurante il principe Umberto, è postalizzata dalla PM 3550, posta in Sicilia, dove Bordoni è in attesa dell’imbarco che lo condurrà oltremare.

Cartolina illustrata in franchigia postalizzata tramite PM3550 in data 20/12/42.

 

Scritta il 19/12, il caporalmaggiore racconta di un bagno in mare refrigerante, “come nel mese di agosto” e domanda se a Poppi è freddo.

Appena sbarcato il 22/1/43, resta per qualche giorno aggregato al Comando militare della Marina a Biserta; racconta di aver fatto un buon viaggio, nonostante il mare in burrasca:

Biserta 24/1/43
Il giorno 22 ho fatto l’arrivo alla nuova terra tunisina, il viaggio è stato buonissimo se pur lungo e col mare in grande burrasca,non posso ancora darvi il mio nuovo indirizzo..
.”

Appoggiandosi ad un reparto della Regia Marina, non postalizza col guller della posta militare, in seguito utilizzerà la PM 44 del XXX Corpo d’armata, ma in quei giorni sulle cartoline in franchigia è presente un timbro di reparto che ci riconduce ad una particolare presenza in quel settore; essendo probabilmente un autista, è aggregato ad un reparto particolare della R. Marina, una autocolonna con compiti speciali: la autocolonna Comandante Giobbe.

Questa era appunto una colonna di automezzi, al servizio della X Flottiglia Mas della Regia Marina dal giugno ‘42, che con camion dedicati era stata adibita al trasporto dei mezzi speciali stile commandos (barchini esplosivi) di cui quel reparto era dotato, con tentativi dalle coste della Libia di portare offesa alle navi britanniche nei vicini porti egiziani. Adesso in Tunisia avrebbe dovuto appoggiare da terra, l’azione che il Capitano di Corvetta Salvatore Todaro stava approntando: si trattava di forzare il porto algerino di Bona per sabotarlo prima che venisse adoperato dalle forze anglo-americane. Purtroppo mentre a bordo di una unità navale italiana stava pianificando l’azione, il 14/12/42 l’ufficiale era rimasto ucciso da un mitragliamento aereo.
Quando arriva Bordoni il piano era stato quindi già accantonato e la autocolonna era ferma a Biserta.

Cartolina in franchigia scritta il 24/1/43 dal Comando della R. Marina di Biserta. Il timbro tondo viola è relativo al reparto della Marina Autocolonna Comandante Giobbe. Gli altri sono timbri di censura della Regia Marina.


Il 28/1 Bordoni può finalmente indicare un numero di appoggio per la posta militare, appunto la PM 44; appare in chiaro anche il suo reparto, il 3° raggruppamento artiglieria controaerei, con il suo specifico indirizzo nel comando della unità.

Visti gli eventi il militare era stato mandato direttamente in Tunisia; il suo era un reparto di grande importanza strategica e quindi era destinato ad essere sempre presente alla bisogna, con a disposizione autocannoni di cui c’era gran necessità non solo in funzione anti-aerea, ma anche in funzione di contrasto alle truppe corazzate nemiche.
Infatti il 3° raggruppamento era una colonna di artiglieria autocarrata, equipaggiata con trattori da artiglieria Breda 52, che anziché rimorchiare le artiglierie, erano stati adattati al trasporto del cannone sul camion. Il cannone montato era un 90/53, più potente anche degli 88 tedeschi, eccellente contro le spesse corazzature dei tanks nemici contro cui poco potevano invece le bocche da fuoco dei nostri carri armati e dei nostri pezzi di artiglieria controcarro da 47mm.

Purtroppo alle buone idee, come sempre, non faceva seguito una buona capacità produttiva industriale; di Breda 52 così trasformati ne furono prodotti dal ‘41 al ‘43 solo 96 esemplari.

La soluzione di autotrasporto delle artiglierie fu una delle soluzioni studiate dal Regio Esercito per l’Africa Settentrionale in carenza di valide e numerose unità corazzate.

Trattore Breda 52 con cannone 90/53.

 

Cartolina in franchigia postalizzata da PM 44 il 29/1/43. Timbro di reparto lineare in inchiostro viola.


Nel mese di febbraio l’unità di Bordoni fu sempre in movimento; il militare nonostante il gran daffare aveva buone speranze; i primi combattimenti contro gli Americani avevano portato pingui bottini (viveri, munizioni e mezzi, oltre che diversi prigionieri), ma la manovra alleata era sempre più pressante e concentrica: all’inizio della sua avventura africana Bordoni era contento di trovarsi in Tunisia , quelle “nuove terre, nelle quali siamo orgogliosi di essere tra tanti nostri Italiani che con amore e certezza attendono l’ora della nostra immancabile vittoria”.

Ancora il 5 febbraio scriveva “ho trovato qua territori magnifici, sia pur questi sono coltivati da gente di altra razza. Io ci sto molto volentieri non mi manca nulla”, ma due giorni dopo, nella evidente frenesia degli spostamenti del fronte a seguito della ritirata dalla Libia, parlando del suo gran daffare “pare una esagerazione ma è così dal momento del mio arrivo non ricordo di essermi cavato una notte i pantaloni, ma con ciò non voglio lamentarmi, solo vi ripeto che siamo in bei posti se pur vicini al nemico”.

Il 10/2 ribadisce che “se pur vicino al nemico non posso dire di star male, sapete siamo in guerra e se necessario affrontare il nemico, non mancherà da parte nostra di saper slanciarsi su di esso come lui vigliaccamente sa venire su delle nostre città Italiane.”

Cartolina in franchigia postalizzata da PM 44 il 12/2/43. Timbri di reparto del 3° raggruppamento. “se necessario affrontare il nemico non mancherà da parte nostra di saper slanciarsi su di esso come lui vigliaccamente sa venire su delle nostre città Italiane.”


Ancora in una corrispondenza del 13/2/43 scrivendo alla mamma “... è guerra e non è come a essere al caffè delle stanze a sentire l’aradio e poi esclamare abbiamo preso il tal posto. Vorrei che tutti coloro che sanno discorrere accanitamente di queste cose si trovassero oggi a dare il loro aiuto a chi tanto si sacrifica e soffre per giungere alla Vittoria, non ci vuol chiacchiere ci vuol fatti.

E il 14/2 “posso solo dire che non mi fermo mai dalla mattina alla sera. Non ci manca i momenti di allegria, come non ci manca quelli di malinconia e di qualche momento americanato ma la nostra posizione è ben sicura.

Il 17 anche notizie sull’andamento bellico: ” ...io quaggiù mi trovo meno peggio, malgrado l’essere spesso a contrattare col nemico. Oggi dopo il bollettino che per caso mi sono trovato a sentire, ci da un buon risultato, citando la cattura di 700 prigionieri più materiale bellico…”. Era il risultato di due giorni di attacco vittorioso italo tedesco a Sidi Bou Zid dove la 1ª Divisione corazzata americana perse oltre 100 dei suoi carri armati (su circa 150).

Con la fine del mese viene cambiata la posta militare di appoggio, passando dalla PM 44 alla PM 215, assegnata all’Intendenza Italiana in Tunisia.

Il caporalmaggiore Bordoni si stava preparando ad ulteriori prove; scriveva il 3/3 “presto dovremo sentire gran caldo, ma tutto per me sarà nulla…”. Solo due giorni prima aveva ricordato a casa l’inizio della sua lunga avventura di soldato:

PM 215 1/3/1943
Carissimi genitori
chiudendo il mio quinto anno di vita militare in salute mi ricordo quando vi dovetti lasciare la mattina del 1 marzo 1938... con la convinzione di prestare il mio servizio militare di soli 18 mesi: invece il destino ha voluto così, ma finché possiamo sapersi in salute poco importa il dirvi quanto sono stati per me lunghi questi 60 mesi, ma con ciò non mi sono stancato e non mi stancherò fino che con il nostro spirito combattivo e con le nostre forze non avremo schiacciato il nemico; mamma mi avvio per il sesto anno, ma penso e credo sia questo l’anno per me e per voi tutti di gridare con fede e entusiasmo Vittoria. Coraggio dunque il vostro Remo tornerà vittorioso...”

Era il momento dell’ultimo attacco di Rommel in quella campagna; il 9/3, ad Operazione Capri fallita, Bordoni, in questa fase statica (ormai nella frenesia della fine si parla di solo una decina di giorni, prima che gli anglo-americani sferrino la loro offensiva denominata Pugilist), scrive a casa cercando di rassicurarli: “il mio trasferimento in queste terre lontane mi ha portato a star bene che non ero mai stato come adesso, in quanto al mangiare la mattina sono zabaioni perché si trova uova zucchero e olio, in quanto al resto è guerra, ma che al momento per noi è guerra a chi la mattina si alza prima per comprare il latte e uova, da un tempo si vive bene e senza molestie...se pur mi trovo in zona d’operazione, il nostro cannone spesso ci difende e fa rotolare spesse volte i signori americani quadrimotori e fortezze volanti”.

Bombardieri medi B 25 statunitensi in volo sul deserto (foto tratta dal libro Tunisia. Quando gli Italiani stupirono il mondo, p.60).


Evidentemente sotto continui attacchi anche il giorno dopo scrive: “...i signori americani...qualche giorno fa hanno voluto farci visita col solito suo micidiale complimento, ma che l’esplosivo è caduto nell’obbiettivo da noi a qualche chilometro di distanza, vale a dire che se pur tremando il terreno sotto i piedi non è mancato mai il nostro ormai provato coraggio, tutto rimane meno impressionante col farci l’abitudine…

Cartolina illustrata in franchigia postalizzata con PM 215 il 21/3/1943. “Col pensiero a voi ed il braccio alla Patria…”; sul fronte della cartolina, frasi manoscritte dal mittente sugli elmetti dei soldati.


Ancora il 25/3 : “A chi vi domanda di me, qua le cose procedono bene e gli americani stanno buscandone forte, speriamo che presto possiamo dirvi abbiamo vinto.

Il raggruppamento di Bordoni prese parte a tutte le battaglie della Tunisia: Mareth, Akarit/Chotts, Enfidaville.
Le ultime corrispondenze di marzo ed aprile alternano momenti di scoraggiamento ad altri di visione ottimistica, con l’alternarsi delle fasi belliche anche se comunque ormai in una situazione compromessa.

Il 10/4 scrive a casa utilizzando PM 51: “ Cambiato posta scrivete a P.M.44. Da qualche giorno ho dovuto fare uno spostamento nel quale ho trovato un po’ di diversità dall’antecedente in quanto alle comodità che là avevo, però mi sono avvicinato a Tunisi di qualche chilometro. Non vi allarmate però se non ricevete posta sotto le feste Pasquali. Lo spostamento forse della nostra posta militare non ci permette di ricevere da voi…”.

Già il giorno dopo, 11 aprile, Bordoni dice ai genitori di “intensificare maggiormente le vostre tante preghiere in questo momento di lotta più accanita, che fiduciosi sempre al raggiungimento di una più che meritata Vittoria possa giungere al felice giorno in cui io possa riabbracciarvi tutti. Se per caso non avrete notizie mie per qualche momento nulla di allarmante perché dobbiate considerare il momento.

Ad aprile le truppe ormai sanno quale sarà il loro destino di combattenti senza speranza.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite PM 44 in data 13/4/43. Timbro lineare di reparto.


Tra il 20/4 e il 4/5 un solo mercantile riuscì a giungere dalla Sicilia alla Tunisia; la nave, colpita dagli aerei nemici, si arenò presso Biserta. Nel mese di maggio giunsero in Africa solo trecento soldati dell’Asse. L’attacco su Takruna e Garci (prima battaglia di Enfidaville), partito il 20/4 fu contenuto per svariati giorni prevalentemente dagli Italiani tra attacchi e contrattacchi.

L’ultima corrispondenza di Remo Bordoni è del 23/4; fu la sua ultima Pasqua di guerra, poi , di lì a poco, iniziarono quelle altrettanto dure di prigionia.

Cartolina in franchigia postalizzata con PM 44 il 23/4/43 (Venerdì Santo), Z.O. (Zona Operazioni).

Ultimo scritto del Caporalmaggiore Remo Bordoni alla madre a Poppi.


BIBLIOGRAFIA

O .FERRARA, Tunisia. Quando gli Italiani stupirono il mondo, Parma, 2011
P. COLACICCHI, L’ultimo fronte d’Africa. Tunisia: novembre 1942 – maggio 1943, Milano, 1977
G. MESSE, Come finì la guerra in Africa, Milano, 1946
C. BALESTRA, A. CECCHI, I servizi postali della Marina Italiana nella seconda Guerra Mondiale, Firenze, 1974

Enrico Bettazzi
12-04-2021