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Il 1° aprile1851 è la data di emissione dei francobolli toscani, essendo entrato in vigore il trattato postale firmato con l’Impero Austriaco. Per le lettere dirette all'estero, l'uso dell'affrancatura era obbligatorio, mentre per quelle circolanti all’interno del Granducato rimaneva in essere, facoltativamente, l’antico sistema del pagamento in contanti del porto a volte da parte del mittente più spesso dal destinatario. La tariffa per la spedizione delle corrispondenze all’interno del Granducato rimase valida sino al 30 giugno 1856.
Relativamente all'annullamento dei francobolli, non si conoscono disposizioni diverse da quelle contenute nel Trattato stesso:
In Toscana gli impiegati si attennero alle norme per periodo precedente l'emissione dei francobolli: datario indicante l'ufficio di provenienza e datario d'arrivo delle lettera.
E il "contrassegno" sui francobolli? Ciascun ufficio si adattò autonomamente, utilizzando bolli cosidetti "muti" fabbricati localmente; questo in un primo momento, successivamente saranno i datari i maggiori annullatori dei francobolli ed insieme ai datari anche vari bolli accessori; PD, per Consegna ecc., dando luogo alle più disparate collezioni di annullamenti, del tipo: io questo ce l'ho e tu no! Arricchendo cataloghi e commercianti.
BOLLI DATARI NOMINATIVI E BOLLI MUTI
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Bollo di origine precursoria, usato come datario di provenienza |
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Bollo di origine precursoria, usato come datario di provenienza |
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Bollo usato come datario di provenienza e annullatore |
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Bollo usato come datario di provenienza e annullatore |
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Bollo usato come datario di provenienza e annullatore |
NdR: Arezzo: un nuovo bollo a "bandellette" di Roberto Monticini
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