introduzione schede aretine il postalista | |||
1933 da Tientsin a Roma, rispedita ad Arezzo | |||
Roberto Monticini | |||
PERCORSO: Posta Militare > questa pagina La concessione italiana di Tientsin era un possedimento coloniale italiano in Cina, amministrato dal Regno d'Italia tra il 1901 e il 1943. La concessione fu istituita con la firma del protocollo dei Boxer, il 7 settembre 1901. Con il Trattato di Pace del 7 settembre 1901, stipulato fra Cina, Italia, Austria-Ungheria, Belgio, Francia, Germania, Giappone, fu ottenuta la Concessione italiana di Tientsin: era una delle più piccole concessioni territoriali cinesi (458000 m²) accordate alle potenze straniere ottenute al termine della ribellione dei Boxer. La zona, sita nell'immediata periferia orientale di Tientsin (dalla quale prende il nome) era costituita da un terreno lungo la riva sinistra del fiume Hai-He (conosciuto precedentemente con il nome di Pei Ho) ricco di saline, un villaggio di circa 13 mila abitanti e da un'ampia area paludosa adibita a cimitero. L’area, nel prosieguo del tempo fu bonificata. La presenza italiana perdurò sino al 10 settembre 1943, quando le truppe giapponesi occuparono Tientsin e fecero prigionieri civili e militari italiani. Per le truppe italiane in Cina venne istituito un servizio postale militare i cui guller ebbero dicitura "Comando Truppe Italiane in Cina" e "Distaccamento R.A. Marina Italiana in Cina"; nel settembre 1917 venne sostituito con due uffici postali civili a Pechino e a Tientsin, dotati di bolli e francobolli, inizialmente senza soprastampa, successivamente soprastampati con il nome dell’ufficio e, in un momento successivo, anche con la moneta locale. Nel 1925 venne aperto l'ufficio di posta militare: “Battaglione Italiano in Cina Tientsin” che resterà aperto fino al 10 settembre 1943. Sulla corrispondenza annullata dal Battaglione Italiano in Cina si riscontrano generalmente questi timbri di cui solo il primo era a disposizione dell’ufficio di P.M.: (da Valter Astolfi, citato in bibliografia) La lettera che al verso riporta il leone alato di S. Marco e la scritta “Battaglione Italiano in Cina”, è affrancata con c. 50 della serie “Imperiale”, annullato con il bollo “BATTAG. ITALIANO IN CINA *TIENTSIN*, in data 30.3.33. Diretta a Roma (19.IV.33), transitando per la Siberia, viene rispedita ad Arezzo (30.4.33), dove raggiunge il destinatario (collezione R. Monticini). A Samuel Rimoldi va tutta la mia gratitudine per la fattiva collaborazione offertami. BIBLIOGRAFIA Franco Filanci, Il Novellario, volume 2°, Una Posta Belle Epoche 1889-1921, C.I.F. srl editore, Milano, 2014; Roberto Monticini |
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