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L’Ufficio Patrioti di Bergamo |
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Vinicio Sesso | |
Durante il periodo bellico (seconda guerra mondiale) vennero istituiti tre organismi denominati: Al termine delle operazioni belliche, con Decreto legislativo 380/1945, vennero soppressi e sostituiti con il Ministero dell’assistenza post-bellica. L’art. 1 stabiliva le competenze spettanti al nuovo Ministero consistenti nel
provvedere, promuovere, dirigere e coordinare assistenza morale e materiale: Il Ministero dell'assistenza post-bellica poteva provvedere all’assistenza sia direttamente, con propri uffici centrali e periferici, sia avvalendosi di altri uffici dello Stato e di Enti pubblici, nonché di associazioni, fondazioni e comitati aventi scopi assistenziali. Il Ministero fu soppresso con d.l.c.p.s. 14 feb. 1947, n. 27 e le sue competenze furono devolute alla direzione generale dell'assistenza post-bellica. Il Ministero aveva, quindi, un forte radicamento sul territorio, in quanto erano presenti uffici in ogni capoluogo di provincia. Per il Nord Italia era presente a Milano una sede distaccata del Ministero con il compito di coordinare le attività degli uffici decentrati. Il tenente colonnello Pasquale Robiglio, proveniente da Roma, fu il primo responsabile dell’Ufficio Patrioti di Bergamo. Si insediò il 2 maggio 1945 presso la sede che era presso il Palazzo della Libertà. I compiti inizialmente affidati all’ufficio riguardavano il riconoscimento delle qualifiche partigiane, l’erogazione di assistenza e di sussidi, il riconoscimento dei premi di smobilitazione o di solidarietà nazionale, la distribuzione dei certificati Alexander, il coordinamento del disarmo e della raccolta di armi, munizioni, automezzi e materiali, l’istituzione e amministrazione di centri di raccolta patrioti per l’accoglienza dei partigiani in attesa di rientro alle proprie abitazioni, e l’arruolamento dei patrioti nell’esercito o al loro reimpiego nella vita civile. Dal 1 gennaio 1946 l’Ufficio Patrioti, con il passaggio della provincia di Bergamo all'amministrazione italiana passò alle dipendenze del Ministero dell’Assistenza Post-Bellica, mantenendo le sue competenze riguardanti l’istruzione delle pratiche di riconoscimento dei patrioti all’estero e in Italia, le pratiche di riconoscimento dei gradi, le proposte di ricompensa e le pensioni di guerra. Sul sito dell’Archivio di Stato di Bergamo, nella sezione Ufficio Patrioti, sono riportate parte delle informazioni presenti in questo articolo. Riporto per completezza di informazione anche la descrizione inerente le seguenti qualifiche: PARTIGIANO, PATRIOTA, BENEMERITO. “Le qualifiche sono stabilite in base al periodo di militanza e al ruolo svolto nella lotta di Liberazione: PARTIGIANI: caduti del CVL; decorati al valor partigiano; feriti dal nemico in combattimento o in dipendenza della loro attività partigiana; a coloro che hanno militato almeno 3 mesi in una formazione armata inquadrata nelle forze riconosciute dipendenti da CVL e GAP; appartenenti a formazioni SAP per almeno 6 mesi e che possano dimostrare di aver partecipato a due o più azioni armate o di sabotaggio oppure avendo militato per almeno 1 mese abbiano partecipato ad almeno 4 azioni armate; a coloro che hanno fatto parte per almeno 6 mesi di un comando o di un servizio di comando inquadrato nelle attività del CVL; coloro che sono rimasti per oltre tre mesi in carcere o campo di concentramento in seguito a cattura da parte dei nazi-fascisti per attività inerenti il movimento militare; a coloro che hanno svolto attività di particolare importanza a giudizio del comando generale su proposta dei comandi regionali. PATRIOTI: coloro che pur non rientrando nella categoria di partigiano, hanno collaborato e contribuito attivamente per la lotta di Liberazione sia militando nelle formazioni partigiane per un tempo inferiore sia prestando costante e notevole aiuto alle formazioni partigiane. BENEMERITI: coloro che pur non rientrando nelle categorie di partigiano e patriota hanno tuttavia dimostrato in alcune occasioni la fattiva solidarietà con i partigiani e i patrioti.” Sulla facciata principale, che è costituita da un imponente porticato di dodici pilastri di ordine gigante, è presente un architrave recante la dedica "Ad Antonio Locatelli tre volte medaglia d'oro eroe della guerra e della rivoluzione" e la data "XVII anno E.F.". Il palazzo ospitò inizialmente la sede del Partito Nazionale Fascista. Venne aperto il 28 ottobre 1939 in occasione del 17° anniversario della marcia su Roma. Durante la Repubblica di Salò il piano interrato venne utilizzato come carcere. 10/12/1945 da Bergamo per Sesto San Giovanni. Fonti bibliografiche: Fonti iconografiche: Vinicio Sesso |