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Le invenzioni di Livorno: la prima data dei francobolli toscani in una inedita "Via di fiume"
Fabrizio Finetti

C'era da immaginarselo!
I nostri amici livornesi ne sanno e ne fanno una più del diavolo. È bastato parlare delle "invenzioni di Livorno" nell'ultimo numero del Monitore (rivista ufficiale dell'Associazione di Storia Postale Toscana) e subito arrivano le conferme dell'infinita vena creativa del popolo labronico.

Prima di tutto, però, vorrei rivolgere la mia più sincera ammirazione a quei 15 appassionati intenditori (e soprattutto a colui che ha offerto la cifra vincente) che hanno saputo riconoscere l'assoluta rarità (per non dire unicità) dell'oggetto in questione. Certo non era facile prima individuare e poi decodificare un'inedita tariffa interna "via di fiume" nel tempestoso ed infinito mare della rete. Una tariffa calcolata alla stregua di una normale via di mare per l'estero in cui, evidentemente, la settima crazia doveva spettare al navicellaio.

 

Chi se ne frega se la normale progressione della tariffa terrestre prevedeva 2, 3, 5, 8 crazie, etc. Via Arno ce ne volevano 7, come per Genova!

Immagini tratte da "Navicelli e navicella"i a cura di Pier Luigi Ciucci, Il Monitore della Toscana, anno I, numero 0


Ma il colpo grosso, che solo pochi profondi conoscitori della materia potevano fare, è stato quello quello di aver saputo riconoscere un documento che anticipa di ben 38 giorni l'emissione dei primi francobolli di Toscana.


Rendiamoci conto che una scoperta del genere può cambiarti davvero la vita, perchè non credo che una lettera così possa valere meno di svariate decine di migliaia di euro.
Quello che non capisco è come e perchè questa perla sia finita nell'oblio, invece di continuare a brillare in patria alla luce del sole. Come abbiamo fatto ad ignorarne l'esistenza fino ad ora?

A pensarci bene, però, questa storia potrebbe fare il paio con un'altra vicenda, sempre accaduta a Livorno. La storia di quello scultore lì che si chiamava ... Modigliani, mi pare. In fin dei conti anche lui, dovendo liberare il suo studio e impossibilitato a portare le sue pesanti teste scolpite a Parigi, le aveva affidate a un amico perchè le conservasse in un baule, dove poi sono state dimenticate e perdute. Mica avrete pensato davvero che le aveva buttate nei Fossi!

 

Fabrizio Finetti
17-01-2021