In asta dalla Romania questo oggetto sicuramente Unico e così brevemente descritto:
“1860 Regno Toscana Savoia 80 c. Cacciatori Tevere”.
Altre indicazioni le dobbiamo ricavare dall’esame esteriore della lettera: affrancata con un c. 80 del Governo di Toscana annullato con bollo pontificio a griglia, accompagnato dal lineare di Senigallia, al verso datario: 14 novembre.
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Abbiamo premesso che in questa rubrica, Bizzarrìe, non avremmo parlato di falsi e neppure di contraffazioni (Dalla Treccani: contraffazióne s. f. [dal lat. mediev. contrafactio -onis]. – L’azione e il modo del contraffare imitando o falsificando: c. di un documento; la legge punisce la c. di monete nazionali ed estere; o spacciando per genuini prodotti similari di minor valore intrinseco e commerciale.), né di commercianti, case d’asta e periti, descriveremo solo l’oggetto esaminandolo con attenzione, cosa che non ha fatto evidentemente il collezionista - venditore che lo ha messo in asta, ma, molto onestamente, ammonisce l’eventuale incauto acquirente:
Esaminiamo la lettera con attenzione:
a) - La lettera è del periodo successivo al 21 ottobre 1860 (l’anno ce lo ha indicato il venditore nella presentazione), quando i Cacciatori del Tevere erano entrati a far parte dell’esercito regolare italiano. Il loro compito era quello di pattugliare il confine umbro-sabino con lo Stato della Chiesa ed il corpo aveva assunto la denominazione di Colonna Mobile dei Cacciatori del Tevere;
b) la lettera risulta spedita da Senigallia, nelle Marche, dove non operavano i Cacciatori del Tevere, ma l’esercito piemontese ed i Cacciatori delle Alpi, pertanto è eccezionale il fatto che uno di loro vi si sia recato, forse con una licenza per visita parenti?
c) Nel primo periodo, dal 9 settembre al 20 ottobre 1860, la Soprintendenza delle Poste Toscane aveva inviato alle varie Direzioni Postali pontificie, man mano occupate dai “Cacciatori”, i francobolli del Governo di Toscana. Erano stati inviate anche nelle Marche, attraverso Forlì, poiché era stata prevista nella regione anche la presenza di tre battaglioni dei Cacciatori del Tevere;
d) la lettera è affrancata con un 80 c., ma la Soprintendenza delle Poste Toscane aveva inviato francobolli di tutti i valori, ma con l’eccezione dell’80 c. e del 3 L. Dobbiamo quindi dedurre che il mittente se lo era portato con sé al momento della partenza della spedizione, prevedendo l’utilizzo di un così alto valore o sapendo che, proprio questo, non sarebbe stato in grado di acquistarlo.
e) La lettera è un’autentica prefilatelica indirizzata al canonico Luigi Massajoli, in uno spazio di tempo dal 1821 al 1825 cioè all’interno del periodo di servizio come canonico.
f) Il bollo di Senigallia è autentico ed era in uso alla relativa Direzione Postale, è conosciuto dal 1821 al 1835 (Gallenga, i Bolli delle Marche, bollo N. 17).
g) Al verso il bollo di partenza di una Distribuzione di 1ª classe marchigiana, di cui si dovrebbe rilevare il nome della città solo dal testo interno.
h) La lettera era già tassata per 5 baj, come è rilevabile dal segno a penna al recto della lettera, e corrisponde alla disposizione presente nella Notificazione del Camerlengo Cardinale Pacca in vigore dal 1 ottobre 1816 per le lettere in partenza od in arrivo dalla seconda distanza postale pontificia.
i) La disposizione di apporre al verso del datario è invece del 31/12/1816.
Cosa altro aggiungere se non che siamo in presenza di una autentica Bizzarìa?
Ringrazio Luca Dermidoff per la consulenza “pontificia” che mi ha permesso di meglio apprezzare la lettera.
Bibliografia
Ceccaroni, Sandro, Cacciatori del Tevere, bolli amministrativi e di franchigia postale (1860-1864), Vignola, Vaccari Magazine N. 7, pp. 81-84;
Palmieri, Amedeo, 1848 - 1862 La Posta Militare in Toscana. 1849 - 1855 L'occupazione austriaca della Toscana, Bargagli Petrucci, n. d., pp. 204.
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