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i servizi postali dal 1500 al 1737:
la situazione postale

di Sergio Chieppi

Volendo descrivere l'evoluzione dei servizi postali del Granducato di Toscana nei secoli XVI e XVII è opportuno inserire questo cambiamento nel quadro generale della situazione postale degli Stati italiani e, in seguito, indicare i vari collegamenti con i Paesi europei: in particolare con Spagna e Francia, le potenze che in questi due secoli hanno dominato la scena delle vicende umane. Di conseguenza, è inevitabile parlare della casata dei Tasso e della loro grandiosa opera nel campo delle comunicazioni.

Via via che seguiamo la tessitura della rete postale in tutta Europa, con lavoro costante e tenace proprio della gente bergamasca, ad una reazione di perplessità, che suscita la lungimiranza di un disegno di così vaste proporzioni, subentra quella di aperta ammirazione per l'opera realizzata.

Consapevoli della delicatezza del servizio e della necessità di collegare i centri del potere politico ed economico con la periferia dell'immenso dominio spagnolo, i Tasso svolgono il lavoro con prontezza e tatto politico facendo emergere le doti di tenaci e accorti organizzatori, salendo la scala della gerarchia sociale sino a raggiungere i titoli nobiliari. Ottengono il titolo di Corner Maggiore delle poste cesaree, posizione della massima dirigenza nelle comunicazioni; rappresentano l'imperatore con abile diplomazia e i loro meriti saranno riconosciuti con privilegi e vantaggi economici.

Il casato diventa una garanzia: dopo un opportuno tirocinio, i membri più capaci vengono inviati in tutta Europa a saldare la rete postale. Essi si inseriscono nella realtà politica, economica e sociale del Paese; i titoli nobiliari permettono matrimoni con la nobiltà locale, dando origine ai vari rami del casato: Zapata-Tasso in Sicilia; Bordogna-Tasso nel Trentino; Thurn und Taxis in Germania; de Tassis e Peralta in Spagna, ecc.

Imprese gestite in regime di monopolio, lontane, talvolta in contrasto fra loro, ma sempre strettamente collegate da un forte senso di appartenenza al casato.

Diamo ora un fugace cenno ai personaggi di spicco del 1500, anche se i Tasso erano già attivi nella seconda metà del 1400. Iniziamo con Francesco che nel 1504 riceve l'incarico dal re Filippo di Spagna di organizzare le poste collegando i Paesi Bassi con la Spagna, la Germania, la Francia, Roma e Napoli. Operando da Bruxelles e aiutato dal nipote Gio. Battista, nel 1516 stipula un accordo con Carlo I (poi Carlo V imperatore) per organizzare i collegamenti, via Innsbruch, con Verona, Roma, Napoli, Parigi e la Spagna. Le linee dei collegamenti sono gestite dai Tasso in esclusiva e per conto dello Stato, anche se non è da escludere un servizio aperto ai privati.

Nel 1518, alla morte di Francesco, succedono i nipoti Gio. Battista, Simone, Maffeo e Davide. E' Gio. Battista de Taxis che ha la responsabilità dei servizi e che, nel 1520, avrà la nomina da Carlo V di Maestro delle Poste Imperiali di tutti i Regni, Paesi e Signorie. Il fratello Davide è Corner Maggiore nel Tirolo e Maffeo assume la dirigenza delle poste in Spagna.

Simone opera in Austria e poi viene incaricato di istituire una linea postale dalla Spagna con Roma e Napoli. Nel 1523 viene nominato Maestro delle Poste Imperiali a Milano. Ha due figli: Ruggero, che continuerà l'opera del padre, e Antonio che sarà Maestro delle poste spagnole in Roma.

Vogliamo aggiungere che G. Battista Tasso (1470-1541) ebbe anche delle figlie: una di queste. Allegra, sposò il nobile spagnolo Don Giovanni Battista Zapata che fu Corrier Maggiore a Napoli [i].

Passiamo ora ad esaminare la situazione postale di alcuni Stati italiani, anche perché ci permetterà di seguire meglio l'opera dei Tasso.

Ducato di Milano

         Nel 1523 Carlo V nomina Simone Tasso Corrier Maggiore delle poste cesaree del ducato: sotto la sua direzione il servizio, esclusivamente statale, si estende a quello dei privati. L'aumento del servizio deve trovare una ordinata struttura dei collegamenti interni e internazionali. Con apposite "grida" si stabilizzano le stazioni di posta, si crea un ruolo di corrieri e staffette, fissando i compensi secondo gli itinerari. A causa della posizione centrale, Milano assume una importanza strategica nel campo politico e commerciale: a Simone va il merito del rafforzamento dell'itinerario Roma - Milano - Madrid in accordo con i fratelli.

Nel 1545, in base ai privilegi ottenuti, Simone nomina il nipote Lorenzo Bordogna Maestro delle poste della città e dei domini di Trento assicurando, in tal modo, i servizi verso la Germania e la Polonia.

Simone ebbe due figli: Ruggero, che successe al padre, e Antonio che, in qualità di Corrier Maggiore delle poste imperiali, garantisce un efficiente servizio fino al regno di Napoli e a quello delle Due Sicilie  [ii].

Repubblica di Venezia

         Grande emporio tra l'Oriente e l'Occidente, protagonista delle alterne vicende politiche italiane, Venezia ha la necessità di costanti e regolari collegamenti con le principali sedi politiche e commerciali europee. Protetta e incoraggiata dalle magistrature, opera costantemente per potenziare e allargare l'organizzazione postale, cercando di gestire i servizi delle comunicazioni degli altri Stati. Nel 1300 i corrieri veneti fanno servizio a piedi tra Venezia e Roma; successivamente assume la gestione delle stazioni di posta il pedone viene sostituito dal corriere a cavallo.

E' del 1305 un decreto del senato che stabiliva un controllo da parte della magistratura detta "Provveditori da Comun" sull'attività della Compagnia dei corrieri veneti.

L'infiltrazione nelle province dello Stato della Chiesa prosegue: a Roma si apre un uficio per la raccolta delle lettere provenienti dal Sud. Nel 1482 c'è il riconoscimento dell'opera dei corrieri veneti. da parte della Curia, legato ad un prestito concesso da Gabriele Tasso alla Camera Apostolica[iii]. La Compagnia si organizza in Arte con un proprio statuto (Mariegola): organi direttivi, esecutivi e adeguate capacità finanziarie permettono un regolare servizio su più itinerari.

Nel 1546 il servizio per Roma diventa "ordinario"; nel 1581 si istituisce una linea di comunicazione, con ordinario, tra Venezia e Milano e per Genova (verso la Francia), d'accordo con Ruggero Tasso, Maestro delle poste di S. M. cattolica in Milano. Venezia assicura il trasporto della corrispondenza verso la Germania via Trento, Bolzano, Innsbruch, Augusta, Malines, Bruxelles. Da Augusta si parte per Ratisbona e Praga. Altra linea percorsa è la seguente: Venezia, Treviso, Pontebba, Villach, Spittal, Salisburgo, Linz, Budeyovice e Praga. A Villach si può deviare a Vienna per Cracovia e Praga.

Dietro tutta questa organizzazione si vede chiaramente la mano dei Tasso.

 Stato Pontificio

         Roma non rappresenta solo il punto di riferimento della Cristianità, ma è la capitale di uno Stato sempre al centro delle vicende politiche dell'Italia. I contatti con gli Stati italiani ed europei sono mantenuti dai corrieri della Curia e da quelli degli altri Stati, in particolar modo da Milano e Venezia.

La burocrazia ecclesiastica non si cura del servizio postale fino alla seconda metà del 1500, quando la confusione provocata da diversi servizi privati interni e da quelli stranieri crea insanabili contrasti e si prende consapevolezza della necessità di dare un diverso assetto alle comunicazioni.

Nel 1463 è confermata la presenza a Roma di Cristoforo di Alessandro da Bergamo (Tasso): è un corriere veneto che, poi, diventerà maestro dei corrieri. E' capostipite dei "Sandri" di Bergamo, come vengono chiamati poi i suoi successori; gli succede il figlio Gabriele assistito dai fratelli Agostino e Domenico.

Nel 1464 con l'elezione del Papa veneto Paolo II (Pietro Barbo) è logica la protezione dei corrieri veneti che gestiscono le stazioni di posta da Venezia a Roma e che ormai assumono il titolo di maestri di posta della Curia.

Il loro servizio sarà accompagnato da un secondo maestro di posta, Bartolomeo del Vantaggio, di nota discendenza toscana, sulla linea Roma - Firenze, dopo l'elezione al Soglio pontificio del cardinale Giovanni dei Medici con il nome di Leone X (1513). A Firenze governa Lorenzo dei Medici sotto il controllo di Leone X il quale considera la città come un'appendice dello Stato della Chiesa.

L'elezione dei papi influisce, come si vede, sulla gestione postale di Roma, sia per l'instabilità politica, sia per ragioni economiche. Inoltre i rapporti tra la burocrazia ecclesiastica e la Compagnia dei Corrieri veneti subiscono alterne vicende che troveranno il punto principale di contrasto tra la richiesta della continuità del servizio e la concessione temporanea del privilegio da parte dei Papi.

Nel 1522 il Papa Adriano IV nomina Maffeo Tasso Maestro di posta della Curia.

Nel 1523 sale al Soglio pontificio il cardinale Giulio dei Medici con il nome di Clemente VII: c'è la necessità di frequenti contatti con Firenze e viene nominato maestro di posta il toscano Angelo di Bartolomeo del Vantaggio. Comunque questo Papa rinnoverà ai Veneti la concessione di tenere poste e cavalli fino al 1535 e lo stesso faranno i suoi successori Paolo III e Giulio III [iv].

Nella seconda metà del 1500 maturano i tempi della riorganizzazione dei servizi postali: a Roma, impegnata sul fronte politico e quello religioso della Riforma e della Controriforma, giunge una grande massa di informazioni che deve essere regolata e vagliata. Le notizie giungono con gli ordinari di Spagna e di Lione, con quelli degli Stati italiani; Milano, Venezia, Firenze, Genova e Napoli creano le poste estere nella città eterna, sia per motivi di sicurezza, sia per seguire, nel più breve tempo possibile, il succedersi degli eventi politici e difendersi dalle eventuali conseguenze. All'antico uso dei privilegi si sostituisce ora quello del dominio territoriale del regnante: la posta è una regalia del sovrano e come tale deve essere gestita, in appalto, dagli organi della Curia.

Regno di Napoli e Regno di Sicilia

         In questi due regni il servizio postale aveva, già dal 1400, una buona organizzazione via terra e per mare, anche se limitato alle necessità delle autorità politiche, militari e amministrative.

Il passaggio sotto il dominio della monarchia spagnola da un nuovo impulso all'organizzazione della posta dei cavalli e a quello delle lettere per mantenere stretti contatti con Milano e Madrid. Il trasferimento della classe burocratica e di quella militare spagnola, la lunghezza degli itinerari tra questi domini e il centro delle direttive politiche e amministrative impegnano i viceré di questi due regni a potenziare le stazioni di posta e a rendere regolare il servizio di trasporto della corrispondenza.

I due itinerari principali sono quelli di Fondi per Roma e il "camino" di Calabria per Messina e Palermo. Benché il numero delle stazioni di posta e la loro località siano mutabili secondo le esigenze politiche ed economiche, in una guida stampata nel 1562 (Le poste necessarie a Corrieri...) si nota che da Roma a Napoli si contano 17 rilievi e da Napoli a Messina 27.

Per quanto riguarda il camino di Calabria nel 1540 viene stipulato un accordo
tra il viceré di Napoli, Pedro di Toledo, e quello di Sicilia, Ferrante Gonzaga, per l'istituzione di 29 poste da Napoli a Catona (Reggio Calabria) dove approdano le feluche siciliane per il trasporto della corrispondenza tra i due regni. Le poste sono alle dipendenze del Corrier Maggiore di Sicilia il quale ha compito di mantenerle sempre in efficienza e dotate di un buon numero di cavalli.

Nel 1549 Carlo V, su proposta di Raimondo de Tassis, Maestro Generale delle poste di Spagna, nomina il nobile spagnolo Francesco Çapata  Maestro delle poste e dei corrieri del regno di Sicilia.             Francesco Zappata (cognome italiano) potenzia il servizio e lo estende ai privati; colloca il fratello Giovanni Corrier Maggiore a Napoli; stringe relazioni di parentela con i Tasso facendo sposare il figlio Don Diego con Vittoria de Tassis Gottifredi, figlia di Antonio Tasso, Maestro delle poste spagnole in Roma[v].

Questo generico quadro, pieno di inevitabili lacune per quanto riguarda avvenimenti, personaggi e altri dati, può dare un'idea dell'abile lavoro svolto dai Tasso per occupare e gestire la rete postale europea; certamente Carlo V e i suoi successori, quali re di Spagna e imperatori di Germania, dovettero molto ai membri di questo casato, perché il mantenimento del potere, se si fondava principalmente sulla forza delle armi, indubbiamente riceveva un notevole contributo dal funzionamento delle comunicazioni.

Infatti le vicende dei secoli passati e quelle degli anni a noi più vicini hanno dimostrato che quando uno Stato estende in modo notevole le sue conquiste, queste trovano il punto debole nei contatti logistici, comunicazioni comprese.


[i] Salvo diversa indicazione, le notizie riportate sono ricavate dalle seguenti opere: E. Mangili, I Tasso e le Poste; AA.W., Con i Tasso da Camello all'Europa; V. Mora, Camello dei Tasso; Grafica Gutemberg, Bergamo 1982,

[ii] F. Rigo, / Tasso Maestri di Posta a Milano nel XVI secolo Boll. Prefìlatelico n. 27, giugno 1982; V. Saliemo, Le Poste a Milano, Corriere Filatelico n. 7, ottobre 1976,

[iii] B. Caizzi, Dalla posta dei Rè alla posta di tutti, Ist. di Studi Storici Postali, quaderno n. 15, Prato 1993, p. 224,

[iv] C. Fedele - M. Gallenga, Strade corrieri e Poste dei Papi dal Medioevo al 1810, Ist. di Studi Storici Postali, quaderno n. 10, Prato 1988, pp. 52 ss.

[v] V. Fardella, Studi dì Storia postale siciliana dal Medioevo all'Unità d'Italia, Ed. AZIZ, Palermo 1989; A. Di Vittorio, II sistema postale del Mezzogiorno in età viceregnale, Ist, di Studi Storici Postali, quaderno n. 7, Prato 1987; AA.W., Primo Congresso nazionale sulla storia postale calabrese. Ibidem, quaderno n. 17,


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