Cronache dentellate

Novak Đoković, prima il foglietto, poi il boomerang

Danilo Bogoni

Quando Filatelia delle Poste di Belgrado, Serbia, postarono nel loro sito alcune foto neppure lontanamente pensarono che avrebbero fatto il giro del mondo, dando vita addirittura al Djokovicgte. A qualcosa che non ha precedenti. Nella storia della filatelia, almeno.

Riavvolgiamo il nastro fino al 16 dicembre dell’anno passato, giorno in cui a Belgrado le Poste presentarono in pompa magna il foglietto dedicato al “solo, unico, migliore tennista del mondo: il nostro Novak Đoković”.

L’atleta che per la prima volta viene ricordato da solo. E giù un rosario di primati e l’elenco delle sue attività caritatevoli promosse e sostenute dal “miglior atleta nella storia dello sport in Serbia". Il quale, attraverso la sua Fondazione, ha aiutato innumerevoli volte le persone in Serbia, e all'interno di questi 48 asili nido nel nostro paese sono stati ricostruiti, adattati e attrezzati, raggiungendo così 47.500 bambini e 7.500 genitori mentre 2.200 insegnanti e pedagoghi sono stati supportati nel loro lavoro. Ha ricevuto l'Oder di San Sava e la Stella dell'Ordine di Karađorđe e numerosi riconoscimenti internazionali per beneficenza”.

Dovuto a Boban Savić, il foglietto venduto ai collezionisti internazionali in cambio di 94 centesimi di euro, e € 1,19 per la Fdc, racchiude due esemplari, uno da 30 dinari per la corrispondenza interna e come da tradizione con l’indicazione del paese in serbo, l’altro da 80 dinari e scritte ottenute usando il sistema di scrittura latino. I francobolli - fanno notare alle Poste di Belgrado - mostrano Novak Đoković sul campo da tennis e i suoi successi sportivi: 350 settimane in cima alla lista ATP, sette volte numero 1 alla fine dell'anno solare, ha vinto un totale di 20 titoli del Grande Slam e 37 tornei Master, 86 tornei ATP, l'unico nell'"era aperta" del tennis professionistico che è riuscito a vincere ogni Grande Slam almeno due volte: Australian Open (9), Roland Garros (2), Wimbledon (6) e US Open (3 ) ed è l'unico giocatore nella storia, dopo Rod Laver, ad aver vinto tutti e quattro i titoli del Grande Slam di fila, ha vinto cinque volte la finale master del tour ATP, una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Pechino, la Coppa Davis, l'ATP Cup ed è stato nominato per quattro volte il miglior atleta del mondo.

Dopo una sventagliata di inni e lodi recitate da Zoran Đorđević, direttore ad interim delle Poste, al Museo della Posta il 16 dicembre toccò al tennista ringraziare la Posta “per questa iniziativa, che ho vissuto come uno sforzo per far rivivere la tradizione di scrivere lettere e cartoline, e sono felice di poter contribuire a questo. La nostra Fondazione riceve molte lettere ogni giorno da bambini e dai loro insegnanti in tutta la Serbia, che hanno bisogno di aiuto e sostegno nello sviluppo iniziale e nell'istruzione. Vogliamo, e ci impegniamo affinché ogni giorno, nei prossimi 10 anni, ogni bambino in Serbia abbia accesso all'asilo e le condizioni per sognare e realizzare i propri sogni”.


Un bel fervorino, al limite di un’imbarazzante lacrimuccia che la mancanza della mascherina anticovid avrebbe messo in bella vista. Ma che non avrebbe in alcun modo potuto nascondere la spavalda arroganza del numero uno del tennis, ma non del vivere comunitario, nel rispetto delle leggi. Come ogni mortale.

Le cinque fotografie della cerimonia da festa trionfante così, sia pure involontariamente, si sono trasformate in un boomerang inchiodando il Numero Uno in responsabilità che per alcuni giorni ha fatto di tutto per eludere.

Solo il 12 gennaio, sia pure a denti stretti, è stato costretto ad ammettere di aver rotto l’isolamento da positivo. Mai, forse, un francobollo ha registrato una analoga diffusione mediatica, per giorni e giorni su giornali, televisioni e social, trasformandosi al tempo stesso in testimone in aula giudiziaria, silente testimone che ha contribuendo all’espulsione del grande tennista dall’Australia.


Danilo Bogoni
18-01-2022