Cronache Dentellate

Legnago onora: LUIGI LUGIATO,
Maestro della psicoanalisi
di Danilo Bogoni

E’ Luigi Lugiato (1879-1950), l’illustre legnaghese che quest’anno il Circolo filatelico e numismatico “Sergio Rettondini” ha deciso di onorare attraverso la mostra filatelica allestita dal 28 settembre al 6 ottobre alla Fondazione Fioroni la quale, come da tradizione, avrà sottolineatura postale mediante l’edizione di una cartolina e l’impiego, da parte di Poste Italiane, dell’annullo celebrativo.


 

 

 

 

Una foto d’epoca di Luigi Lugiato trasformata in cartolina celebrativa e l'annullo di Poste Italiane


Da alcuni anni, infatti, il Circolo punta a valorizzare il territorio, celebrando personaggi del luogo che una volta preso il volo si sono fatti onore in luoghi e campi i più diversi. Alcuni noti e famosi, altri magari caduti nel dimenticatoio. Accanto ad Antonio Salieri, a Vienna, maestro della cappella imperiale; Giovanni Battista Cavalcaselle, che scarpinando attraverso Italia ed Europa nei suoi taccuini riscrisse la storia dell’arte italiana; il cardinale Placido Zurla, vicario di Roma e geografo; Giovanni Cotta, scrittore e umanista; Maria Fioroni, mecenate dell’arte e della cultura, e Sergio Rettondini, fondatore e primo presidente del Circolo filatelico nonché i 7 Garibaldini legnaghesi; Alessandro Benedetti, medico anatomista; Gino Barbieri, economista e “padre” dell’Università di Verona; Giovanni Vicentini, giornalista della carta stampata e dalla televisione; Orfeo Rossato, architetto; Pier Renato Casorati, presidente della Corte dei conti; Giovanni Silva, astronomo per approdare, lo scorso, anno agli aviatori Aldo Finzi e Giordano Bruno Ganzarolo, presenti, tra l’altro, nelle squadriglia di Gabriele D’Annunzio che inondò Vienna di patriottici volantini.

Figlio del notaio Ernesto e di Emilia Barcelli, Luigi Lugiato cominciò a vagire a Legnago il 3 febbraio 1879 nella “Palazzina Dott. Pietro Lugiato” (un altro antenato notaio), attuale sede – casi della vita – della Filiale legnaghese di Poste Italiane.

“Palazzina Dott. Pietro Lugiato”, ora sede della Filiale di Poste Italiane

 

Con in tasca la laurea di medicina e chirurgia, conseguita all’università di Padova il 3 luglio 1903, cominciò la gavetta come allievo interno e subito dopo aiuto, nella clinica psichiatrica diretta da Ernesto Belmondo, che si era distinti nei progetti di riforma dell’assistenza psichiatrica in provincia di Venezia. “Distintosi per capacità clinica e organizzativa, nel marzo 1909 superò il concorso per la direzione del nuovo ospedale psichiatrico di Sondrio, allora ancora in allestimento; nel 1912 passò alla guida del manicomio di Macerata. Da dove, dopo la parentesi della guerra dalla quale uscì col grado di tenente colonnello e la croce di guerra, passò a Bergamo. Dove rimase dieci anni.

il Tenente colonnello Luigi Lugiato

“Dotato di profonda preparazione scientifica e di vasta esperienza, ottimo conoscitore delle tecniche di direzione manicomiale” con alle spalle un notevole pacchetto di apprezzate pubblicazioni scientifiche, a maggio del 1931 passò a Milano: direttore degli Istituti psichiatrici provinciali, assumendo la direzione dell’importante ospedale di Mombello. Qui “legò il suo nome alla crescita e al rinnovamento della grande struttura, cooperando anche nella riorganizzazione del complesso edilizio, adoperandosi per realizzare un reparto destinato ad accogliere i fanciulli” e, al tempo stesso, valorizzando un grande quartiere di lavoro, “con aziende agricole e diversi padiglioni industriali, per trattamenti ergoterapici”. Attività lavorative razionalmente ordinate che completavano altri trattamenti medici.

Di questo e tanto altro – compresa la sua attività letteraria, anni dopo fatta propria da Mario Tobino, lui pure psichiatra – alla Fondazione Fioroni parlerà sabato 28 settembre, il nipote fisico illustre e professore emerito all'Università dell'Insubria, che ne ripete il nome: Luigi Alberto Lugiato.

La sottolineatura filatelica, attraverso la tradizionale mostra, è affidata alle collezioni di Sergio De Benedictis. Si tratta di elaborati tematici che, come indica chiaramente il termine stesso, sono caratterizzati da una composizione di tipo narrativo tali, quindi, da poterli scorrere come se si sfogliassero le pagine di un libro.

Un libro di medicina, in questo caso, un campo scientifico vasto, la cui storia si perde nella notte dei tempi e che nei secoli si andata sempre più specializzando in innumerevoli branche. Come la storia dell’anestesia, della dermatologia e della psichiatria, partendo dagli albori dell’umanità sino ai giorni nostri, aiutati dagli oggetti filatelici e dalle brevi didascalie.


Senza l’anestesia, branca indubbiamente di supporto ma non per questo meno importante, l’intera medicina non avrebbe potuto compiere i progressi che si sono registrati nei secoli, né avremmo avuto negli ultimi anni una particolare attenzione verso la “terapia del dolore”. Oggigiorno c’è indubbiamente maggior cura verso la persona ed in special modo le nostre donne ricorrono sempre più alle cure estetiche di un dermatologo; se questo era vero anche nel passato, come si evince dalle prime pagine della collezione, è pur vero che la nostra pelle è sicuramente l’organo più esposto e fornisce la prima barriera ad agenti patogeni esterni.



Complesso risulta interpretare la mente umana, cioè la psiche, perché essa rinchiude in sé come in uno scrigno il complesso dei fenomeni e delle funzioni che consentono all'individuo di formarsi un'esperienza di sé e del mondo, e di agire in conseguenza. E’ compito dello psichiatra trovare le chiavi per aprirlo e metter ordine nella mente del paziente.


La chiusura del percorso espositivo è affidata alla collezione “Musica e medicina” che, nata come collezione di tematica musicale, riporta, dei grandi personaggi, le turbe e le malattie, il cui decorso ha caratterizzato anche le loro opere ed in molti casi ha portato alla loro morte.

Danilo Bogoni
08-09-2019