Cronache Dentellate

Buon Compleanno BEPPE ERMENTINI
1919/2019

di Danilo Bogoni

Per festeggiare i cento anni di papà Beppe (Giuseppe) Ermentini, Marco e Laura, i figli, di Beppe, e la moglie Lidia, hanno scelto la data del suo onomastico, il 19 marzo (San Giuseppe e festa dei papà), e come “location” lo splendido refettorio degli Agostiniani di Crema affrescato nel 1507 da Giovanni Pietro da Cemmo con l’Ultima Cena e la Crocifissione di chiare derivazioni leonardesche, ed altri affreschi incentrati su vicende bibliche ed evangeliche, una rilettura della salvezza in chiave agostiniana.

Foto di gruppo in Refettorio degli Ermentini – terza da sinistra Lidia Ermentini, la moglie - assieme a Sabrina Grilli.

Lui, il festeggiato, non c’era (è tornato alla casa del Padre il 16 settembre 2003), ma anche così la sua presenza era quasi palpabile attraverso le affettuose e calorose testimonianze, coordinate da Sabrina Grilli, da parte di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo. Uniti nella costatazione di essersi trovati di fronte ad un uomo fuori del comune. Eclettico e dalle tante vite che sapeva valorizzare ogni cosa che toccava, anche piccola e modesta. Come delle bottigliette di gassosa con biglia che i bambini, quando potevano, rompevano per recuperare la biglia con la quale giocare. Ecco perché trovarne intere non è facile.

Sabrina Grilli, coordinatrice della festa di compleanno

Nove le testimonianze, seguite in silenzioso affetto da un pubblico davvero numeroso, con ridotte (ma importanti) presenze filateliche. E sì che è stato un collezionista di fama, presidente della Federazione fra le società filateliche italiane e, in quanto tale, Commissario della mondiale “Italia’85” e vicepresidente “Genova ‘92”. E tante altre cose ancora. La sua firma è in calce anche alla mondiale di letteratura filatelica del 1982.

Sconosciuta ai più, per dire, la sua passione – che poi è stato anche il suo primo lavoro – per la pasticceria. In particolare esercitata con rispettabili risultati nel negozio cremasco di Romolo Tadini, il nonno materno. Non per niente dei tanti diplomi conseguiti andava particolarmente orgoglioso proprio di quello di pasticcere. E poi Ermentini pittore. “Per lui – ha ammesso il figlio Marco – il disegno era uno strumento col quale pensare”.
Come tanti altri conobbe la guerra e patì la prigionia: 712 giorni in Polonia e in Germania, superati grazie alla fisarmonica, al pianoforte che sapeva usare con bravura, raccontati in un minuzioso e preciso diario.
Inframezzato per la tante passioni, la professione di architetto, esercitata per oltre mezzo secolo a Crema, con interventi ovunque, dimostrando di saper dialogare con l’esistente. Recuperando e restaurando, ma, bene inteso, creando a piene mani.

Laura Ermentini, architetto e figlia di Beppe.

L’aspetto più intrigante dell’arcipelago culturale di Ermentini è fuor di dubbio quello del collezionista, ispirato al gusto antiquariale. Splendido, forse insuperato, l’insieme di acquasantiere, nel 1987 presentate, in selezione e citate nel catalogo, nella mostra “Preghiere in penombra” allestita alla milanese Biblioteca Trivulziana. E poi chiavi di ogni tipo, foggia ed epoca che, messe insieme finiscono pure loro col narrare la storia. E che dire dei calendarietti postali, buona parte dei quali riuniti nel volume “100 Anni di auguri”, pubblicato nel 1988 da Emmeffe Charta per conto dell’Amministrazione postale, raffiguranti “la figura del portalettere nel momento più umano del suo lavoro”. I primi dei quali risultano al 1871 (cessarono d’essere stampati e distribuiti all’inizio della seconda Guerra mondiale), con i quali il portalettere – scriveva Beppe Ermentini nell’introduzione al bel volume - “i portalettere si facevano ricordare dagli utenti serviti in occasione delle festività; era utile agli utenti stessi in quanto con il calendario ricevevano tutta una serie di notizie che, specialmente nei primi anni, non erano limitate al solo servizio postale ma si estendevano anche al mondo esterno come notizie dell’eclissi, delle effemeridi e così via”. Assessore comunale per qualche anno, nella vita culturale locale assunse la direzione del Museo di Crema.

Prima della lettura di un buon numero di poesie, attraverso le quali è emersa la personalità, anche affettiva, di Beppe Ermentini, le testimonianze filateliche dell’architetto filatelista venute da Lorenzo Carra, in farfallina come l’architetto festeggiato. “Beppe, collezionista onnivoro – la sottolineatura è di Lorenzo Carra - anche in filatelia spaziava dalla a alla zeta e anche prima, con lettere da Crema del 1300 e 1400. Coi francobolli aveva iniziato con classiche collezioni di Lombardo Veneto, poi con Vittorio Emanuele II e Umberto I, sempre ai massimi livelli e mostrando pezzi eccezionali.

Gli piacevano le cose belle e curiose, come gli ancora oggi dimenticati ‘Francobolli di Servizio del 1875’ o i primi francobolli per pacchi del 1884. Poi si spinse in campi nuovi, allora trascurati e guardati quasi con disprezzo, come la Floreale del 1901, i Leoni e i Michetti del 1906, fino alla Imperiale del 1929”.
Da non dimenticare la collezione sulla “Posta militare della Terza guerra d’Indipendenza del 1866, “argomento allora ufficialmente lasciato nel dimenticatoio, che con una illustratissima pubblicazione (per tutti) e una intelligente trascrizione dei testi (per pochi) di sua moglie Lidia, avvicinò diversi allora schizzinosi collezionisti a questo nuovo modo di approcciarsi alle lettere, guardando non solo ai francobolli, ma anche a quanto vi era scritto

Con un testo inviato, Francesco Dal Negro ha infine parlato di Beppe Ermentini scrittore: “P. Michetti” del 1999 e “La serie floreale” del 2002, scritti assieme a Mauro Francaviglia. Ma anche il “Catalogo dei perfin italiani”, anche questo uscito con doppia firma: Enrico Bertazzoli e Beppe Ermentini.

Il refettorio degli Agostiniani con il pubblico intervenuto alla festa.