LA POSTA AUSTRIACA A ROMA
di Vito Salierno
Vaccari s.r.l. -Vignola (MO), 2004
Collana “ritrovati”
pagine 56 con illustrazioni in bianco e nero

Premessa a cura di Vito Salierno
Affascinanti per i risvolti diplomatici e storico-postali sono le vicende di un ufficio di posta a Roma, prima veneto, poi milanese, quindi austriaco, a seconda degli avvenimenti che si sono susseguiti nei secoli dal medioevo ai primi decenni dell’Ottocento. Se ne sono interessati molti studiosi, che sotto l’aspetto giuridico, chi sotto quello diplomatico, chi sotto quello storico-politico, chi sotto quello postale in senso stretto e chi sotto l’aspetto marcofilo, cioè dei bolli impiegati nel breve periodo di tempo d’uso dal 1802 al 1809. Agli inizi il problema investe la Curia romana ed i Papi in prima persona, in particolare Pio V, poi gli avvocati Giuseppe Benetti, concistoriale, e Carlo Fea, commissario all’antichità. Successivamente Pio IX e il Cardinale Ercole Consalvi prima e dopo il Congresso di Vienna da una parte e il Principe Metternich dall’altra sotto l’aspetto giuridico-diplomatico. Nella seconda metà del Novecento il problema è appannaggio degli specialisti che lo affrontano sotto l’aspetto storico-politico: Wilhelm Beck nel 1959 e Silvio Furlani con gli studi settoriali condotti tra il 1946 ed il 1951 e con quello specifico del 1957. Infine l’aspetto storico-postale e marcofilo fu ampiamente trattato da Mario Gallenga nel suo monumentale lavoro del 1988. Scopo del nostro lavoro è stato quello di fare un riepilogo del materiale noto, integrato da documenti scarsamente reperibili e da inediti dell’Archivio di Sato di Milano, che qui si ringrazia per l’autorizzazione alla pubblicazione N.9/2004.

Indice degli argomenti
Premessa; la Posta di Venezia a Roma; la Posta di Milano a Roma; lo scontro Consalvi-Metternich; i Bolli usati; note; bibliografia.

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