SULLE ROTTE DELL’AQUILA
Gli scrittori italiani nella filatelia mondiale
di Francesco Giuliani
Edizioni del Rosone, Foggia 2015
pagine 250 con illustrazioni a colori.
Introduzione a cura dell’autore
Nella storia della letteratura italiana si può affermare tranquillamente che tutto è cominciato con Dante Alighieri e il suo celeberrimo poema, circa sette secoli fa; ma anche nel mondo della filatelia italiana, a ben guardare, l’interesse verso gli scrittori nazionali nasce con un omaggio al poeta fiorentino, nel 1921. È la constatazione dalla quale è nata la nostra ricerca. Non era un anno come gli altri, è evidente, dal momento che si stava celebrando un evento d’eccezione, quale il sesto anniversario della scomparsa della prima corona fiorentina, e tra le iniziative proposte ci fu anche quella, non priva di originalità per l’epoca, di emettere una serie di francobolli, per rendere la ricorrenza ancor più di pubblico dominio. Del resto, la Commedia è stata e deve rimanere patrimonio di tutti. Nasce così, a seguito della richiesta della Società nazionale “Dante Alighieri”, la serie disegnata dall’artista Giuseppe Cellini, che viene alla luce il 28 settembre 1921, in quello che è, tra l’altro, lo stesso mese della scomparsa del sommo poeta. Il primo dei tre valori, da 15 centesimi, raffigura al centro della vignetta un’imponente aquila, dalle ampie e maestose ali, posta sullo sfondo di un cielo stellato, che stringe con gli artigli un volume della Divina Commedia. Nello spazio circolare che circonda il disegno si legge chiaramente, sia pure con un piccolo adattamento, il verso novantaseiesimo del quarto canto dell’Inferno, “che sopra gli altri com’aquila vola”. Sull’interpretazione di questo endecasillabo, che ci riporta al Limbo e al celebre incontro di Dante e Virgilio con i più grandi interpreti della tradizione letteraria, sono stati versati i proverbiali fiumi d’inchiostro, e probabilmente nel contesto originario Dante non allude a nessun autore in particolare, ma allo stile tragico. Nella vignetta, però, non c’è alcun dubbio e l’aquila rappresenta il nostro massimo scrittore, la cui fortuna nell’ambito nazionale abbiamo seguito passo dopo passo nel nostro precedente lavoro. Il canone dei francobolli, accolto come quinto titolo nella collana accademica “Studi e Testi” delle Edizioni del Rosone, diretta da Sebastiano Valerio, oltre che in un saggio specialistico, Dante nella filatelia italiana” apparso da poco nel decimo volume, relativo al 2013, della rivista internazionale di studi “Dante”, pubblicata dall’editore Fabrizio Serra, che ha segnato l’inizio del nostro interesse per l’argomento. L’immagine del nostro massimo poeta come aquila si è rivelato troppo suggestiva e coinvolgente per noi, che non abbiamo pudore nel rivelare la radice passionale dei nostri lavori di italianistica. In altri termini, abbiamo bisogno di innamorarci dell’argomento, per poter esprimere al meglio le nostre possibilità, quali che esse siano. Di conseguenza, a tempo di record, senza neppure aver smaltito lo stress da lavoro accumulato realizzando il libro precedente, abbiamo cercato, come spieghiamo più analiticamente nel primo capitolo di questo nuovo testo, le tracce dell’aquila in tutto il mondo, valicando metaforicamente le alpi. Un’aquila, quella dantesca, che non ha nulla di militaresco e di offensivo, ovviamente, che non cerca prede e popoli da rendere sudditi, riprendendo certi infausti riferimenti storici, ma che diffonde, attraverso le meraviglie della poesia, valori attualissimi e sempreverdi, che si identificano con la nostra più alta essenza di uomini. Ma c’è anche dell’altro. Dante è sempre stato considerato all’estero, giustamente, come uno dei più pregnanti simboli di italianità e, di conseguenza, l’interesse per la sua persona e la sua opera ha finito non di radio per coincidere con l’attenzione riposta verso la cultura italiana in generale, o almeno verso quella letteraria. Aquila, insomma, è, o dovrebbe essere, anche una nazione che possiede i due terzi dei beni artistici del mondo, che ha dato i natali a personaggi che hanno arricchito l’umanità con le loro scoperte e le loro opere. Ma la nostra Italia, a differenza del re degli uccelli, ha scelto da tempo di volare basso, bassissimo, nella valorizzazione delle proprie ricchezze, tagliando senza pietà i fondi per la cultura e la scuola, azzerando nelle biblioteche le spese per l’acquisto di riviste e aggiornamenti bibliografici, lasciando in mano ai tombaroli e ai vandali monumenti e reperti di inestimabile rilievo. Qualcuno, investito di pubbliche responsabilità ad altissimo livello, ha potuto persino pronunciare senza vergogna, e senza che questo indignasse l’opinione pubblica, l’assurda frase che “con la cultura non si mangia”, affermando che le spese culturali, lungi dal rappresentare degli investimenti, sono al contrario improduttive, e dunque vanno implacabilmente ridotte. Gli effetti di quest’antica follia, resa ancor più dirompente dalle conseguenze di una stordente globalizzazione, si rivelano ogni giorno, confermando una volta di più che la realtà può superare la fantasia e persino gli incubi peggiori. Mentre scriviamo, ad esempio, leggiamo che in alcune scuole la Divina Commedia, è stata esclusa dalla lista dei libri da acquistare per operare dei risparmi a beneficio delle famiglie. Il testo, si obietta, si può scaricare gratuitamente attraverso internet e i docenti possono preparare del materiale da distribuire agli studenti. Tutto semplice, insomma per risparmiare venti euro si dichiara inutile un testo cartaceo che contiene il succo di sette secoli di esegesi sulla Commedia, in cambio, si può raccogliere materiale di qua e di là, senza badare troppo all’autorevolezza scientifica, facendo finta che ogni verso sia comprensibile e coerente, tanto il testo parla da sé, e quello di Dante è di pubblico dominio. Ma questo è solo un esempio spicciolo, uno dei tanti, che conferma la gravità del momento. Seguendo l’aquila, insomma, vorremmo ricordare la ricchezza della nostra cultura, intesa nel suo senso più alto, e il bisogno di difenderla e proteggerla in tutti i modi, all’interno come all’esterno della nazione. Naturalmente, non c’è solo l’autore della Commedia nel nostro viaggio, che si è rivelato pieno di sorprese e scoperte, anche al di là delle più rosee aspettative, come vedremo. Da Petrarca a Foscolo, da Boccaccio a Bruno, fino a Carducci., Pirandello e Dario Fo, la perlustrazione sistematica di cataloghi cartacei e siti telematici ci ha permesso di rintracciare, dall’America all’Oceania, numerosi francobolli dedicati ai nostri scrittori, davvero molto interessanti e, in vari casi, quasi del tutto sconosciuti persino agli appassionati. Pensiamo al Foscolo greco del 1978 e alla Deledda turca del 1935, ad esempio. Non sono mancate, così, le storie da raccontare, le analisi del contesto storico-letterario e più propriamente filatelico dei singoli esemplari, le vere e proprie indagini filologiche su vignette tanto piccole quanto dense e insidiose, che possono trasportare facilmente fuori strada o far cadere le mani di fronte a dei veri e propri misteri interpretativi.
Le tante imprecisioni che si leggono nelle fonti, del resto, devono valere come avvertimento sulla complessità di un tale lavoro. In ogni caso, come sempre, lungi dal cercare attenuanti, ci siamo posti con onestà intellettuale tutte le domande necessarie, senza finzioni a scelte in malafede. Questa pubblicazione giunge a ridosso delle celebrazioni dantesche del periodo 2015-2021, ormai alle porte. Nel 1921 2 n2l 1965 i risultati sono stati copiosi, anche in ambito filatelico, e dunque ci auguriamo che il nostro libro, che completa l’esame del rapporto tra letteratura italiana e filatelia nell’arco di un periodo lunghissimo e densissimo di avvenimenti, possa offrire un utile contributo di conoscenza e di chiarezza per tutti, dai responsabili delle emissioni postali ai semplici appassionati. E’ nelle intenzioni, il nostro piccolo contributo alla causa comune della cultura, attraverso la ricerca italianistica. Infine, desideriamo chiudere questa introduzione con un episodio legato alla nostra esperienza diretta. Qualche tempo fa siamo ritornati nel nostro vecchio liceo, questa volta nei panni di docenti esaminatori. Nell’atrio, in una posizione di riguardo, spicca un bel busto di Dante, dal viso austero e dal capo solennemente coronato da alloro, inaugurato in occasione dei festeggiamenti del 1965. Quando eravamo studenti c’era già da vari anni, ma non l’avevamo mai notato, né tanto meno apprezzato. Possiamo dire di averlo visto per la prima volta solo qualche mese fa, a dispetto dei cinque anni trascorsi in quell’istituto. Allora ci siamo ricordati di Giovanni Pascoli, quando, a proposito della poesia, parla dei prodigi che riesce a realizzare il fanciullino; ma anche gli studi scientifici, a modo loro, possono operare il miracolo di spingere il prossimo a vedere per la prima volta qualcosa che esiste già, ed è un obiettivo di fondamentale importanza. Per questo motivo, dedichiamo idealmente questo nostro libro a quella statua di Dante, augurandoci che possa essere sempre più notata e considerata, nel senso migliore dei termini. E’ il momento giusto per farlo, prima che si copra di polvere o che venga rimossa perché intralcia il paesaggio.
Indice degli argomenti
Introduzione; conferme e scoperte al di là delle Alpi; eccezioni italiane e classici latini; i due tempi della fortuna dantesca; Dante all’estero: un quadro d’insieme; le prime emissioni dantesche del 1965; Dante nel Nuovo Mondo: gli States, l’Argentina e il Messico; i cinque francobolli danteschi del principato; Dante in Vignetta: dal 1966 al 1971; Dante: nuovi anniversari e altri spunti; il ruolo di Petrarca; da Boccaccio a Giordano Bruno; il caso Goldoni; il greco Foscolo; l’eclisse di Collodi; l’importanza di un nobel: Carducci e Deledda; l’importanza di un nobel: da Pirandello a Dario Fo; le ultime sorprese filateliche; tavole filateliche; indice dei nomi.
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