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NEL PAESE DEGLI STRUZZI |
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di Lorenzo OLIVERI | |||||||||||||||
In accordo col direttore della rivista abbiamo sempre evitato di riportare nomi (anche quando ci sorgeva il dubbio che non si trattasse solo di ignoranza...), ritenendo che il nostro scopo fosse quello di rendere più attenti i collezionisti (e magari anche i periti). Io quando dico che un perito ha sbagliato, lo dimostro sempre. Nei casi in cui ho anche un piccolissimo dubbio mi astengo dal giudicare. Dovrebbero essere le stesse associazioni professionali a intervenire nei confronti dei propri associati, ma evidentemente ci sono in gioco molti interessi. Le stesse associazioni dovrebbero intervenire nei confronti di chi vende materiale filatelico con firme falsificate (e i casi sono innumerevoli). Comunque se i lettori preferiscono che i miei pezzi su francobolli falsi firmati (e certificati) cessino, come diceva quel commerciante a Milano, per il bene della Filatelia, non ho alcun problema a sospendere i miei articoli (NdR: non sia mai). Venendo al sequestro di materiale di storia postale comincio col dire che non è una novità, anche se il messaggio da sempre circolato fra i commercianti è stato: "silenzio, non creiamo allarmismo, altrimenti nessuno ci dà più materiale da mettere in vendita". Io credo (evidentemente anche qui sbaglierò e non "farò il bene della Filatelia") che una volta per tutte la situazione vada affrontata unendo gli sforzi della Federazione Commercianti, della Federazione Società Filateliche, di Poste Italiane (anche se loro probabilmente pensano che il fatto non li riguardi) e, soprattutto, facendo pressione sui filatelici parlamentari per una proposta di legge che finalmente chiarisca tutti i problemi inerenti il possesso di materiale originato (o destinato) da uffici pubblici e risolva i cosiddetti problemi di "privacy" relativi agli indirizzi che compaiono sui documenti postali. Altrimenti, chi esporrà ancora il proprio materiale o scriverà articoli o testi di storia postale col rischio di vedersi sequestrati i propri pezzi? Io che non voglio vivere nel PAESE DEGLI STRUZZI, vorrei che su questi temi si aprisse un dibattito con i lettori de Il POSTALISTA. |
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