La filatelia, già oggi decimata nel numero di collezionisti attivi, vive momenti di ulteriore grave difficoltà prodotti da due causali: i sequestri ed i falsi in circolazione.
Coloro che affannosamente si adoperano per celare o, perlomeno, cercare di non far emergere queste due realtà, con la giustificazione di apporre barriere protettive a fronte di una possibile controproducente pubblicità, commettono un gravissimo errore, perché sfuggire anziché fronteggiare, con adeguate modalità questa situazione, cagiona un danno irreparabile al mondo dell’intera filatelia perché provoca solo ed esclusivamente un ulteriore allontanamento di altri collezionisti.
Sbagliano perché il vero danno alla filatelia viene inflitto dall’esacerbato accanimento nei nostri confronti messo in atto con il sequestro di quel materiale (quasi sempre di risibile valore) che noi invece curiamo e conserviamo per amore di cultura preservandone la memoria, salvandolo dal macero al quale era stato destinato.
Sbagliano perché, anche se inconsapevolmente, con il silenzio, facilitano l’opera di coloro i quali hanno creato e continuano a costruire falsi per poi metterli in vendita sul mercato, coltivando la speranza che confluiscano in una collezione chiusa ermeticamente in cassaforte dissolvendone la loro visibilità.
I collezionisti hanno il sacrosanto diritto di conoscere queste cose ed il mondo filatelico ha il dovere di renderli edotti, perché per l’acquisto del materiale vengono spesi denari.
Non è mia volontà criminalizzare o additare a pubblico ludibrio commercianti e case d’aste che, in buona fiducia, hanno acquistato o mettono in vendita questo materiale, onorato magari da falsata firma di un qualche luminare perito.
È in una logica di assennatezza, di divulgare conoscenza per poter creare una vera cultura, che la nostra rivista partecipa e coopera attivamente con il suo contributo. Dobbiamo rendere merito ed onore ad articoli, come quello, già pubblicato, di Lorenzo Oliveri “Chi ha 10.000 euro da buttare?” che con la sua nota correttezza ha effettuato la segnalazione alla casa d’aste che lo aveva nella disponibilità dei suoi lotti, producendo il ritiro immediato dal mercato del lotto incriminato e, contestualmente, rendiamo onore alla stessa casa d’aste per la tempestiva azione compiuta.
La segnalazione e la pubblicazione dell’articolo è servita:
- a far risparmiare 10.000 euro ad un qualche incauto acquirente,
- a far sì che quel pezzo non rientri nel mercato almeno per diversi anni, appurato che già più volte ne era stata segnalata la sua presenza con ipotizzabili passaggi di proprietà,
- alle case d’asta a curare con maggior attenzione ciò che collezionisti e commercianti propongono loro per la vendita, tutelando in tal modo anche la propria onorabilità.
Merita conoscere chi sia Lorenzo Oliveri che da anni ha intrapreso la lotta, con pochi altri, contro le truffe perpetrate nel web.
Lorenzo Oliveri non è un perito, ma un esperto filatelista, che ha conseguito esperienza in anni di rigoroso studio e che, senza alcun vile profitto, con i suoi scritti e la sua operosità aventi ad oggetto i “falsi” produce conoscenza e cultura.
Posso garantire ed assicurare che Lorenzo troverà sempre ospitalità nelle pagine di questa rivista.
Ergo: prima di ogni acquisto, perché esso non ci riservi una qualche possibile amara e gravosa sorpresa, è preferibile investire in conoscenza.
Facciamo nostro l'invito di Emilio Diena: "Prima i libri, poi i francobolli".
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