Sono di Torino ed ho letto sulle pagine del quotidiano La Stampa l’articolo di Marco MENDUNI: Francobolli in lire per risparmiare: ecco il trucco (legale) dei commercianti.
Personalmente dissento dalla motivazione indicata nell’articolo: i francobolli in lire venivano acquistati in gran quantità dai commercianti ben prima che l’idea dell’euro venisse alla luce. Ho qui sul tavolo una busta con un bel numero di quartine delle Celebrazioni Colombiane del 1992, quindi l’euro non c’entra.
La mia opinione, per quanto può valere, è che alcuni commercianti sperassero che il mercato filatelico continuasse a crescere all’infinito come era stato negli anni ’60 e ‘70. Poi, sempre a mio parere (ovviamente opinabile), molti collezionisti si sono allontanati dalla filatelia. Come fai a restare se scopri che alcuni (tanti?) commercianti ti hanno fregato? Ti hanno venduto i francobolli con lo sconto del 30, o 40 per cento “perché è lei” ma poi se volevi rivenderli ti davano il 5 per cento dei cataloghi. Dove era il “business” promesso? E quindi tanti si sono stancati.
La cosa purtroppo continua oggi, complici, sempre a mio parere, i cataloghi che presentano prezzi inverosimili se solo si seguono alcune aste. Faccio un esempio: Vaccari ha recentemente messo all’asta due esemplari usati del 50 lire “fascetto” della RSI, uno della tiratura di Firenze e uno di Verona. Secondo il Sassone 2018 valgono rispettivamente 12500 e 7000 euro. Offerti all’asta rispettivamente a 900 e 1200 euro. Il pezzo di Firenze era su frammento con altri valori della RSI. Risultato: il Firenze venduto a 1000 euro e il Verona a 1200 euro. Recentemente ho acquistato ad un’asta Ferrario una serie di La Canea a 122 euro (compresi i diritti d’asta) valutata dal Sassone 1600 euro. Bolaffi vende a 13,5 euro una serie dell’Egeo che sempre il Sassone valuta a 600 euro. Qualcuno vede qualcosa di strano? Forse che Vaccari, Ferrario e Bolaffi non conoscono il reale valore di quanto offrono? Se io non seguissi le aste prima di fare un acquisto e andassi da un negoziante per fare un investimento da ignorante totale del mercato a quale prezzo mi verrebbero offerti i francobolli di cui sopra? Al 50 % di sconto? Chi scrive i cataloghi non si fa delle domande?
Forse un po’ più di chiarezza nel settore filatelico potrebbe evitare che noi collezionisti veniamo iscritti nella lista delle specie animali in via di estinzione.
Ma anche Poste Italiane fa la sua parte: se nessuno vede i francobolli come si può pensare che qualcuno li collezioni? Sembra che Poste Italiane odi il servizio postale: lettere che arrivano in ritardo vergognoso, pacchi mai consegnati, ma soprattutto: provate e chiedere in un ufficio postale i francobolli: quasi tutti ne sono sprovvisti. Addirittura quando ho spedito una raccomandata usando il foglietto intero della recente emissione per Topolino l’impiegato mi ha chiesto dove li avevo trovati! E quei pochi francobolli che circolano vengono maltrattati da Poste Italiane. La busta di cui parlavo all’inizio ha ben 35 francobolli tutti rigorosamente non timbrati! E si tratta di una raccomandata: l’impiegato allo sportello se ne è bellamente fregato di annullare i francobolli. E io adesso cosa ho in mano? Ma addirittura ho delle buste, anche queste raccomandate, dove francobolli italiani sono mescolati a francobolli del Vaticano! E gli impiegati non se ne sono accorti! Oppure hanno l’ordine di fregarsene.
A Poste Italiane tanto interessa solo spremere quei pochi collezionisti rimasti che vanno ancora agli sportelli filatelici a spendere centinaia di euro all’anno per le novità, quando oggi la rarità sarebbe avere un francobollo regolarmente viaggiato e timbrato. Per quanto ancora Poste Italiane pensa di poter spremere il limone dei collezionisti? Tra poco non ce ne saranno rimasti più, per semplici motivi anagrafici! Un esempio: ho regalato ad un bambino decenne alcuni francobolli fornitimi da un grande filatelista, G. Landmans, proprio per questo scopo: mi ha quasi chiesto cosa fossero i francobolli……. Certo non ha avuto occasione di vederne molti!
Vogliamo fare qualcosa tutti insieme?
Cordiali saluti
Maurizio Bortolin
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