“Un grande department store, un centro commerciale di alto livello, con
bar, ristoranti, una piazza al piano terra e una all’ultimo piano con il
pavimento e il soffitto in vetro, con due grandi terrazze affacciate sul
Canal Grande e scale mobili ad agevolare la mobilità” – così esordisce
Michele Fullin sul Gazzettino di Venezia del 28 agosto 2010 con toni
entusiastici per celebrare la presentazione del progetto di “rinascita”
del Fondaco dei Tedeschi già Sede Compartimentale di Poste Italiane a
Venezia.
Venduto –appena due anni fa – a seguito di asta estiva (i Bandi migliori
appaiono nei periodi luglio agosto!) al gruppo Benetton per 53 milioni di
Euro perderà la sua storia per divenire un grande centro commerciale
proprio di fronte al Ponte di Rialto nel Sestiere di San Marco.
Si salveranno i reperti storici?
Ricordiamo che Ferdy Hermes Barbon scrisse nel 2005 un libro catalogando
tutti segni dei Mercanti presenti nel complesso immobiliare.
Investire a Venezia è sempre un buon affare, le Poste venderanno Palazzo
Querini Dubois già riprodotto in un francobollo, come vanto delle
proprietà storiche di Poste.
Eppure riuscir a tenere in mano pubblica spazi nella città Storica di
Venezia diventa sempre più difficile per lasciar spazio ad Alberghi, Bed &
Breakfast, Ristoranti in un quadro di trasformazione della città verso
connotati di Las Vegas.
Potrebbe dirsi che i veneziani sono “piagnoni” e la loro colpa è quella di
non sentire l’afflato di una classe politica “illuminata” che si dice
consapevole delle prospettive della città storica.
Il Fondaco dei Tedeschi era un punto di ritrovo per noi filatelisti ormai
rimasti in uno sparuto numero. I più se ne sono andati all’altro mondo, i
più giovani sono oltre il Ponte della Libertà abbandonando una città dove
aprire una finestra, creare un secondo servizio igienico, risanare un
piano terreno diventa opera impossibile. E i professionisti per evitare
contenziosi con la Soprintendenza preferiscono rinunciare all’incarico.
Così solo grandi firme straniere riescono a fare quello che i nostri
poveri geometri evitano garbatamente di portare avanti.
Ricordato dal francobollo emesso nel 1990 da Poste Italiane, il Fondaco
dei Tedeschi è stato sede delle Poste Centrali dal 1870, in esso v’erano
tutte le attività compreso lo sportello filatelico in cui si vendette –
non come varietà creata all’uopo - quel prezioso reperto costituito dal
francobollo UIT con stampa spostata a tutte le varie emissioni in cui ci
si ritrovava il primo giorno quando “faceva fede il timbro postale”.
Nel 1958 il card. Roncalli – Patriarca di Venezia – benedisse nel Cortile
del Palazzo un grande bassorilievo per ricordare la nomina dell’Arcangelo
Gabriele a Patrono delle Poste.
E pensare che l’Edificio quando è andato in asta, era destinato a pubblici
uffici.
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