pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
peccato !!

di Giorgio Landmans

Mi capita talvolta di intravvedere articoli filatelici, ogni volta vorrei leggerli e rispondervi e dire la mia, ma poi finisco per lasciar stare. Mi prende una sorta di inerzia, forse stato abituale per chi ha sul groppo un certo numero di giorni anche se solitamente vengono contati per anni.

Però io penso.

Peccato che la filatelia abbia preso strade inaspettate, almeno per me. Ora addirittura vengono gettate lamentele circa le quotazioni dei cataloghi, vengono rimbrottati i commercianti per i loro interessati consigli finanziari. Pulizia si vuol fare pulizia. Ma di che cosa? Forse da sottintesa volontà del collezionista di futuro altissimo guadagno? Ma che sia del tutto onesto e comunque vantaggioso. Da qui nascono le recenti lamentele di un tale, un certo fondatore di un miracoloso gruppo autoammantatisi d’oro zecchino.
Così nacque la caccia al supercentrato, dopo la superverginità del francobollo. E poi ogni francobollo, anche il più modesto valore dovrà avere la certificazione pseudopopolare di quel particolare perito ... basta che non sia io a dover lavorare, capire, vedere.
Piangi Camillo, piangi e non sai quel che c’è dietro.

Per tanti anni ho redatto – personalmente – sia un catalogo di francobolli d’ Italia e d’ Europa più altre pubblicazioni. Fui il primo editore a creare volumetti separati per nazione o per tematiche. Ancor oggi c’ è chi presenta un volumetto da me redatto come personale azione di altra Ditta. Fui il primo filatelico attento al modo di realizzare lo sviluppo delle quotazioni ma sono rimasto il solo al mondo che abbia tentato di attuarlo realmente. Ero solo un giovine illuso. I cataloghi mondiali erano allora, ed ancor oggi lo sono, cataloghi che esprimevano ipotesi di un ipotetico valore di rapporto tra i valori stessi, per cui le quotazioni soggiacevano a inevitabili sovraquotazioni. Si pensava forse che fosse illusione necessaria o forse era solo simbolo di impotenza a quel riguardo.
In Italia venne seguìto altro criterio. Da iniziali listini di vendita di una Ditta nacquero i cataloghi.
Furono i commercianti italiani di allora che decisero di seguire il criterio di un certo listino che in seguito fu ribattezzato “Catalogo”, Si sparse la voce: «Sul catalogo X questo francobollo è quotato ...... ed io glielo propongo per solo ....»
Così quella certa Ditta nell’esprimere i propri prezzi di vendita divenne il fulcro di ogni trattativa nazionale. Una sorta di oracolo (non certo però a vincolante alla stessa Ditta).

In altri campi questo modo di agire verrebbe scambiata per pubblicità.

Io, che possedevo anch’io un Catalogo, avevo battuto una strada diversa. Nel fissare le quotazioni dei francobolli descritti, cercai di creare una valutazione chiamiamola di !previsioni”. Avevo organizzato delle schede: ogni serie una scheda. Un mio collaboratore copiava sulla scheda appropriata le offerte all’ingrosso ed al dettaglio che mi provenivano dall’ Italia e dai paesi europei. Sulle schede venivano aggiunte le quotazioni delle aggiudicazioni delle Aste, anche americane, allora esistenti. Alla fine dell’ anno filatelico io visionavo scheda per scheda prima di stilarne le quotazioni che ritenevo consone. Stavo particolarmente attento alle quantità di offerte più che ai prezzi proposti. Un francobollo poco o mai proposto, a mio avviso, meritava una reale spinta verso l’ alto, mentre i valori la cui scheda era piena di offerte non meritava nemmeno il più piccolo rialzo, anzi ...
Ad esempio nel 1946 i francobolli di Germania subirono un forte tracollo per la situazione che si era venuta a creare. Solo io non ebbi timore a ridurne nei cataloghi del 1947 e 1948 in modo drastico le quotazioni suggerendo però ai miei clienti italiani di iniziare tale raccolta perché o prima o poi quei francobolli ....
Forte di tale idea acquistai dalla Germania notevoli quantità di francobolli dell’ area tedesca e non nascondo ora che forse in quell’ epoca feci il migliore affare della mia vita rivendendoli poi agli stessi tedeschi. Ad onor di cronaca vi fu un curioso episodio: il direttore-proprietario di un noto Circo tedesco (lui non collezionista) fu in un giorno il mio maggior cliente acquistando gran parte di quel materiale. Non erano francobolli, erano valore, soldi ed un futuro sicuro utile in Germania.

Le mia schede non mi apportarono quel successo che forse mi aspettavo.. Il mercato italiano continuava ad essere basato sulle quotazioni di altro catalogo che era anch’ esso nato da altro listino di singola Ditta. Il proprietario aveva un altro punto di vista: ciò che compro a 10,00 lo rivenderò a 12.50 ed altro non voglio sapere. Però con questa idea non poteva realizzare acquisti di certi valori. Non tutti accettavano di rivendergli a 10, 00 quel che gli proponevano, e da qui aveva realizzato di mettere in corsivo le valutazioni delle voci per le quali non poteva garantire la fornitura. Così poteva succedere che si vedevano aumentare le voci di suo stock. Era elementare che nascesse ragionamento: di questa serie ne possiedo molte perciò segnalerò un aumento, di quest’altra non ne possiedo perciò non farò alcun aumento e così potrò acquistarla a basso prezzo ... che poi aumenterò al momento giusto...

Il mercato filatelico, i commercianti stessi e di conseguenza i collezionisti non seguirono la mia politica, ma basarono il loro personale mercato sull’ altro Editore.
Nacque da qui il fallimento della mia idea ed il mio conseguente abbandono da cataloghista.

In Italia negli anni ‘50 nacque il boom del francobollo. Avevo iniziato con altri colleghi una campagna per fare in modo a che le Poste italiane – che tenevano in vendita ancora gran parte delle emissioni precedenti e le offrivano, cani e porci compresi – a che le Poste italiane, dicevo, incenerissero quella sorta di materiale che fungeva da calmiere senza fine. Una serie più una quartina al mese per collezionista, 50 serie per tipo al commerciante. Ordinavi direttamente e ti giungevano francobolli rotti, sdentellati, dimezzati. Allora ti appoggiavi a qualche altro collega di Roma il quale andava di persona allo sportello filatelico addetto per così poter contestare al momento dell’ acquisto la qualità della merce. Naturalmente lo faceva dietro un certo compenso.
La distruzione di tutto quel materiale avrebbe apportato un logico riassestamento delle valutazioni. Non sto a raccontare la guerra, non solo cartacea che ne derivò, ma giunse il momento della nostra vittoria con le aste pubbliche indette dalle stesse Poste andate praticamente deserte. Da qui venne deciso il gran falò. Ne seguì un forte rialzo delle quotazioni da cui nacque quel forse quell’ inatteso accrescere quantitativo di filatelici Anche le stesse Poste ne ebbero beneficio con un più che notevole aumento di richieste delle successive emissioni italiane. Al boom seguìrono violente speculazioni anche di privati. Al boom perciò seguì un inevitabile successivo sboom. Merce in troppe mani affamate.

Da allora tante cose sono cambiate. Ma forse, essendone io non attivamente presente, mi paiono tali. La denominazione di Catalogo rimase. Ma gli interessi non erano più quelli di una singola Ditta filatelica. Lo sboom, venne visto del Catalogo filatelico con occhi diversi – non più listino di vendita di una Ditta – ma qualcosa di diverso. Se ne fece creazione editoriale con tanto di notevoli acquisizioni pubblicitarie. Ora noi però faremo i prezzi come avviene negli altri Paesi. Stiliamo valori ipotetici, valori sui quali il rivenditore potrà giocare a seconda di quel che crederà a lui più opportuno.

E questi prima citati uomini d’oro vorrebbero forse una sorta di resurrezione di quella mia lontana idea?

Per ora sono stanco di scrivere, forse se ne verrò sollecitato avrò un giorno qualcos’ altro da dire su questa filatelia così lontana da quel primiero gioco del francobollo. Il piacere di creare un proprio modo di collezionare, il piacere di studiare, di organizzare e poi di trovare qualche stranezza, una varietà, un particolare modo di stampa, di realizzazione di quel pezzo, la visione di paesaggi o costumi diversi, il piacere di saper accumulare, classificare, sistemare in modo personale un gruppo di francobolli, magari meglio se mondiali.
Sedere al tavolino sotto una allegra luce, avendo vicino un filigranoscopio con la sua vaschetta, un odontometro e giocare, giocare giocare .... Cercare e l’ attenzione sul francobollo, nascondere tutte le ansie del giorno passato, mente rasserenata ed un gioco sempre più divertente. La tua mente perde le ansie del giorno passato, del giorrno a venire, e le stupide inutili attese diventano stupide inutili attese. La mente si libera e l’ uomo ridiventa uomo sereno. I problemi verranno domani e domani e la tua mente sgombra saprà prendere le giuste decisioni. Avevi solo bisogno di non pensare ai tuoi problemi, avevi bisogno solo di una pausa da regalare alla tua mente. Un palloncino libero nell’aria.

Oggi alle Esposizioni – e parlo anche di quelle mondiali – si premia il soldo: chi ha speso di più in soldi e non nello studio, nella fantasia ...

Buonanotte signori, ora fate pure le vostre obiezioni ma non garantisco di rispondervi visto che quasi nessuno ha seguito i miei precedenti “asterischi” nei quali avrei raccontato qualcosa di oggi, vi avrei raccontato forse di quel che non sapete e sapere può voler dire saper difendersi e, se il caso, saper cambiare.
 

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori