Cosa vuol dire? Io capisco e
perciò sono intelligente (il latino insegna e così si suole
spiegare).
Noi uomini non mettiamo in dubbio il nostro saper capire, salvo che
non si tratti di materia a noi del tutto astrusa ed in questo caso
ci trinceriamo dietro un ineffabile sorrisino che significa che non
ci lasceremo prendere da eventuale discussione. Noi non conosciamo
la materia e perciò potrai dire quello che vuoi ed io me ne
disinteresserò.
Noi ci siamo costruiti in tanti anni la nostra mente, ed il nostro
attuale stato d'essere è in funzione e legato dalle nostre personali
esperienze. Gli studi, la letteratura, hanno influito, ma è stata
necessaria ogni volta la nostra accettazione. L'accettazione delle
nostre singole precedenti esperienze ci portano a negare a priori il
nuovo. É proprio in base a quanto abbiamo in precedenza accettato e
quindi introdotto in noi come incontrovertibile verità quello che
noi siamo in questo momento.
Ora, dopo tanta stupida campagna circa la filatelia intesa come
«oggetto da investimento, bene rifugio» mi è difficile sostenerne un
diverso lato e punto di vista. Ormai soldi e filatelia paiono legati
indissolubilmente, matrimonio sacrale, nei cervelli nostrani. E da
qui ne nascerà che ben pochi vorranno seguire questo mio pensiero.
Non serve che io racconti la mia vita, le mie aspirazioni. Non serve
che io mi dilunghi in più o meno fantasiose mie elucubrazioni.
Ora vorrei poter parlare come direi ad un bambino ancora assetato
del voler capire, ma so che sto parlando a chi sa già tutto quel che
dirò, e sfodererà tutto il suo passato pronto a controbattere ogni
mia virgola.
Però, dopo che avrò finito di esprimere il mio pensiero, potrebbe
succedere che qualcuno, dopo aver negato a priori quanto stavo
sostenendo, sarà portato ad estrarre qualcosa dalle mie parole e in
parte forse sceglierà di ricondizionare il suo pensiero e di
conseguenza il suo agire.
Cos' è quel qualcosa che ci spinge ad accumulare qualche oggetto? Il
timore del futuro? E non pensiamo che il futuro umano ben
difficilmente è controllabile dal singolo o da una particolare
aggregazione di individui? Che cosa ci dice l'esperienza? I tempi
passati? Qualcuno che ha raccolto attentamente qualche oggetto (non
parlo per ora di francobolli) e ne ha fatto una vera collezione, ne
ha alimentato, talvolta in modo più che notevole, il primitivo costo
e/o l' ipotetico valore. Cosa significa? Nient' altro che dopo di
lui altre persone - particolarmente danarose - vollero possedere
quanto quella persona aveva raccolto. Nacquero così più o meno
baldanzose aste che poi diedero sorta a particolare lustro alle cose
da taluni avevano raccolto.
Oggi c'è che raccoglie i primi dischi, le prime riviste, il
modernatoriato e così via. Tutti in attesa del prossimo salto di
valore. E poi molti se ne vanno ed i nipoti tentano di realizzare e,
accorgendosi di avvenute diverse mode, non sanno che farsene di
quella mania del nonno.
La moda di voler incitare il collezionista di francobolli a credere
in questo gioioso futuro economico, alimentato dalle grasse parole e
di vanagloriose promesse di un qualche venditore o di un qualche
sprovveduto giornalista affamato di notizie che possano diventare
per lui il boom da fargli vincere qualche famoso premio ...quindi
gli si aprirà quel sicuro luminoso futuro....(o più materialmente
qualche contemporanea lascita più o meno monetaria).
Uomini siamo. Costruiti siamo sulle basi del più recente passato. Ma
sempre alla ricerca di qualcosa che ci possa rendere un po' più
vivibile questa vita diventata oggi quasi sorda per la continua
inevitabile guerra con il vicino. Certe lontane leggi morali
tramandateci giocano anch' esse in noi un loro ruolo. Così
diventiamo un po' meno aggressivi di quanto Kant aveva sostenuto
essere la reale natura dell'uomo.
Sta di fatto, al di fuori di tutte queste considerazioni, che la
vita d' oggi, specie nel mondo detto più evoluto, sta diventando
ogni giorno più stressante. I ritmi diventano sempre più frenetici.
Ogni giorno diventa sempre più difficile vivere in comunità perfino
con se stessi. Avrei dovuto fare ... volevo fare, ma il capo ....,
avrei fatto, ma .... non si contano più. Rimbrotti che restano nella
mente e ci urtano, noi, quasi presenze incoscienti, ma pur qualcosa
ci lasciano dentro. Noi non sappiamo. E proprio là dove crediamo di
sapere.
La vita si è allungata, è vero. Ma le ragioni sono ben diverse: lo
studio di quel qualcosa ha portato i suoi frutti. Generosi talvolta
e forse talvolta anche troppo.
Ora vorrei parlare ad un amico ed all' amico si dà del TU.
La tua giornata. Lavori, torni a casa. Arriva anche tua moglie,
anche lei dal lavoro. Tuo figlio piange. Ha fame. Tu capisci che lui
ha fame, ma qualcosa ti incita a dirgli di aver pazienza: le cose si
hanno da fare, ogni cosa al suo momento, nulla al mondo si
autocostruisce , si deve fare ...
Si mangia e tu mangi. Si accende la televisione e tu vedi la
televisione. Vorresti cambiare canale: stanno trasmettendo qualcosa
che a te non interessa, ma devi accettare: a qualcuno interessa.
Così finisci per subire. E in te nasce un poco di ribellione. Oppure
cambieresti canale ma questo lo dovrà subire tua moglie o tuo
figlio...
É questo il momento del quale ti voglio parlare. Qualcuno forse
ripercorrerà mentalmente quel suo momento e ne rimuginerà il
percorso Penserà e forse ad un certo livello ripenserà e ripenserà
quasi astrattamente e così forse si accorgerà di aver percorso certe
lunghe interiori tensioni nel silenzio.
Non sarebbe stato più semplice che tu - ora parlo solo per te -
avessi avuto in queste tue ore di libertà un qualche tuo gioco? Sì
un gioco che abbia la capacità di occupare totalmente la tua mente
allontanando ogni altro pensiero, ogni altra idea dell' aver dovuto
subire qualcosa da altri ? O quel problema di rapporto con altri
nella tua attività ? I dipendenti vogliono più soldi ? Il datore di
lavoro non vuole dare più soldi? Il meccanismo esistente nel tuo
lavoro si inceppa? In casa le richieste di denaro si fanno sempre
più insistenti?
Se tu ti fossi organizzato un tuo personale gioco, e quel gioco
costringesse la tua mente alla massima attenzione, il tuo cervello,
il tuo pensiero verrebbero allontanati, almeno per un certo tempo,
da quei problemi esistenziali sorti ieri, oggi, sempre. Finisci il
tuo gioco poi una certa stanchezza fisica ti porterà a letto. Sogna
pure quel che la tua mente ti passerà. ma la mattina seguente,
quando riprenderai in mano i problemi sorti il giorno prima, questi
ti appariranno in nuova luce e riuscirai a giudicare quale essere
per te la soluzione più indicata. Non è magia: la mente ha bisogno
di una pausa, solo di una pausa. Poi verrà il giudizio.
Il curare una raccolta di francobolli, tra le molte possibilità che
esistono, scelta tra le tue simpatie (e non una raccolta di
francobolli che domani ...), possiede la magia di staccare il tuo
pensiero dalle ansie. Quel francobollo ha tutti i suoi dentelli, ha
la filigrana giusta ... e forse quel segno nella stampa potrebbe
essere una varietà? Quella lettera, il testo che dice? potrebbe
essere stata scritta da un personaggio particolare o da una certa
località, la data di partenza o quella di arrivo potrebbero
coincidere con una data di interesse storico?
I francobolli ti permettono di scegliere: ti piace la storia del tuo
o di qualche altro Paese? Ti piacerebbe vedere illustrati degli
insetti, uno sport, combinare una collezione di farfalle, di
cavalli, di avvenimenti collegati tra di loro? Ed intorno a questi
magari scrivere, disegnare, riportare fotografie illustrazioni,
articoli ?....
Una pausa nella tua giornata.
Palloncini colorati sospesi in aria... e non pensare alle illusioni
di rimpinzamento delle tue tasche..... É possibile fare
una nutrita collezione di francobolli anche con pochi soldi. Ma
quanti vantaggi per la tua mente e per la tua esistenza .....
Giorgio Landmans
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