Il 6 gennaio ho letto un articolo che non mi sarei
mai aspettato di leggere, anche perché stravolge
un po’ l’idea che avevo su Poste Italiane. Stando
ad Antonio Massari, autore dell’articolo, il 13
dicembre 2013 Il Fatto Quotidiano (leggi)
avrebbe inviato alcune lettere e cartoline da
varie regioni italiane, con destinazione la sede
del giornale a Roma, per verificare i tempi di
consegna e confrontarli con quanto affermato da
Poste Italiane. Naturalmente parliamo di posta
prioritaria che, secondo il capitolato di Poste
Italiane, dovrebbe essere consegnata in J+1, vale
a dire che la consegna deve avvenire il giorno successivo a quello di impostazione, ad esclusione del sabato e
festivi. Da qualche tempo Poste Italiane dichiara che la consegna della posta prioritaria può avvenire tra 1 e 3
giorni successivi a quello di impostazione. Secondo le statistiche relative allo standard di qualità, il servizioè assolto in modo positivo con una media certificata che oscilla tra l’89 e il 98% degli invii. Si tratta di una
percentuale molto alta che dovrebbe causare solo pochissime lamentele da parte degli utenti, invece se ne
sentono tantissime.
Ma torniamo all’articolo di Antonio Massari e vediamo come è andata agli invii effettuati da Il Fatto
Quotidiano, spediti il 13 dicembre e riferimento della situazione al 6 gennaio:
1. Lettera inviata da Bologna: non pervenuta
2. Cartolina inviata da Bologna non pervenuta
3. Cartolina da Milano: consegnata il 20 dicembre
4. Lettera da Milano non pervenuta
5. Lettera da Genova:consegnata il 16 dicembre
6. Cartolina da Genova: non pervenuta
7. Lettera da Cagliari: consegnata il 16 dicembre
8. Cartolina da Cagliari: non pervenuta
9. Cartolina da Palermo: consegnata il 18 dicembre
10. Lettera da Palermo: consegnata il 18 dicembre
Come potete vedere metà degli invii dopo
24 giorni non era stata ancora consegnata,
mentre per quelle consegnate i tempi di
consegna sono superiori (la maggior
parte) o uguali a J+3 È stato interpellato
Gennaro Celotto, responsabile della
qualità di Poste, il quale si è scusato
definendolo un “disservizio”. Secondo
Celotto, attraverso i CMP passano circa
15 milioni di invii al giorno. Per
contratto, Poste Italiane deve rispettare
gli standard di qualità ed in caso negativo
sarebbe sottoposta a una multa milionaria
da parte dell’Agcom, la quale ha affidato
all’Izi spa, al costo di 1,2 milioni di euro,
il compito di verificare se Poste si
comporta in modo conforme al contratto. Ma come funziona il sistema di controllo? Una rete di 450 persone,
incaricate dalla Izi, spedisce quotidianamente lettere registrandone date e tempi di consegna, naturalmente
all’insaputa di Poste che non dovrebbe conoscere né gli incaricati, né tantomeno le missive. Invece sarebbe
tutto il contrario. Scrive Massari: “… nell’ottobre 2013, in un centro di meccanizzazione postale, sono state
individuate dagli impiegati alcune “lettere civetta”. Queste lettere ”civetta” pare che vengano identificate e
fatte procedere su una corsia preferenziale e consegnate ai destinatari nei tempi dovuti. Scrive ancora
Massari: “Ne abbiamo rintracciati due: entrambi ammettono di ricevere lettere, che poi consegnano ai
capizona dell’ente di controllo, per verificare la qualità dei tempi di consegna di Poste Italiane.” In pratica il
sistema di sicurezza preposto al controllo dell’operato di Poste fa acqua con le conseguenze che potete
immaginare.
Rimando all’articolo chi volesse approfondire
l’argomento che continua con l’incarico alla Ph Facility,
ditta pluriservizi spcializzata in pulizie che ha sostituito
la metalmeccanica Selex (Finmeccanica) nella
manutenzione dei complessi macchinari dei CMP.
D’altronde la Ph Facility ha dipendenti non inquadrati
nei metalmeccanici e quindi a stipendio inferiore. Come
conseguenza si può capire molto bene la natura della
protesta che i dipendenti metalmeccanici della Selex
stanno attuando nei pressi dei cancelli dei CMP, forse
troppo isolati per essere visibili.
Altre due notizie sintomatiche sono:
- gli oltre trenta sindaci del bergamasco che si sono incontrati a Brebbia (Varese) con lo scopo di “discutere dei problemi dovuti alle Poste ed individuare soluzioni condivise”.
- La forte presa di posizione del Presidente del Veneto, Luca Zaia, nei confronti di Poste a causa del
ritardo di un mese di una missiva che comunicava la diagnosi di un tumore ad una cittadina di
Treviso.
Vorrei passare ora ad un’altra notizia, quella che ha generato una reazione di rabbia nel nostro amico Manlio
De Min (new del 17-1-14), e non solo in lui, a seguito del mio articolo pubblicato come cifo-news (28-12-13), vale a dire l’avallo che l’Agcom ha dato a Poste di aumentare le tariffe entro il 2016 di circa il 50% in
soli due anni.
Per capire al meglio questa informazione nefasta, bisogna fare un paio di considerazioni:
- Da alcuni anni la contabilità di Poste registra attivi di diversi milioni di euro l’anno.
- La situazione economico-monetaria italiana dovrebbe far pensare mille volte prima di decidere nuovi
aumenti.
Allora bisogna chiedersi come mai Poste abbia deciso di prendere questa decisione e perché l’Agcom la
avalli facendo anche la parte del calmieratore nell’imporre tempi e modi per realizzare gli aumenti.
Probabilmente vogliono far pagare a
noi utenti l’ingresso di Poste in
Alitalia. Infatti se le missive lavorate
sono circa 11-12 milioni di pezzi al
giorno, un aumento di € 0,20,
comporta un maggior incasso annuale
pari a 58,7 milioni di euro che, guarda
caso è, più o meno, la partecipazione
prevista (75 M) di Poste in Alitalia.
Non sono un economista, ma penso
che tutti sappiamo che se in Italia si
abbassassero, non dico molto, ma un
pochino le tasse e si facesse circolare
un po’ più di cartamoneta,
sicuramente aumenterebbe la
circolazione del denaro e forse si
potrebbe mettere uno stop a questa
caduta rovinosa verso il fondo del baratro. Ma dov’è il fondo del baratro? Nessuno ce lo dice e noi viviamo
in uno stato di limbo nebuloso in attesa solo di altre mazzate, notizia di questi giorni: la nuova tassa
comunale sui rifiuti, e non solo, è triplicata rispetto alla precedente tarsu. I nostri politici sanno benissimo
queste cose ed allora perché non si sente mai una loro parola nella direzione giusta? Dobbiamo solo sentire
parole come austerità, stringere la cinghia, la luce del tunnel è visibile e tante altre frasi di questo tipo.
Perché chi ci governa avalla l’aumento di tasse e gabelle di varia natura? Quale è il loro scopo? La risposta è sicuramente molto complessa e poliedrica, ma comunque l’indirizzo finale è quello di mettere tutti noi nelle
condizioni di dover accettare quello che ieri ed oggi era ed è inaccettabile. Non sono certamente queste le
pagine per parlare con esaustività di queste cose, ma mi sono permesso uno sfogo incoraggiato da quello di
Manlio De Min e di tanti altri che sicuramente condividono.
Concludo queste note con quanto ho avuto modo di apprendere circa la situazione del CMP di Sesto
Fiorentino. Perché la posta prioritaria non viene più consegnata in J+1? Per svariati motivi.
- nelle zone periferiche il postino viaggia in Panda e la benzina costa. Ammesso che non ci sia tutti i
giorni posta da consegnare, ma in una ampia zona almeno una lettera al giorno c’è di sicuro. Per
poche lettere da consegnare il viaggio non si fa perché i giri da fare sono tanti ed il numero dei
dipendenti ridotto all’osso. Quindi non si può rispettare il capitolato che impone Poste.
- Nei centri maggiori talora vengono rispettati i tempi previsti, ma tante altre volte no, specialmente in
quartieri molto popolosi dove il postino non può assolutamente passare più di 2-3 volte la settimana,
per mancanza di tempo.
- Nei CMP non si lavora più a tempo pieno sia perché c’è meno posta da lavorare (in cinque anni
sembra esserci stato un calo del 30%), sia perché i complessi macchinari a volte si fermano e,
specialmente ora che sono stati licenziati i metalmeccanici della Selex, i nuovi addetti delle pulizie
della Ph Facility dovrebbero sostituirli nella manutenzione. Senza voler offendere i dipendenti della
Ph Facility che sicuramente capiranno il mio pensiero, scappa veramente da ridere per evitare di
piangere.
- Notizie dal CMP di Sesto Fiorentino
che lavora la posta di tutta la Toscana
e della provincia di Perugia. DA circa
sei mesi il CMP di Pisa è stato chiuso
definitivamente e la lavorazione è passata a Firenze. Ricordo che al CMP
di Pisa afferiva tutta la corrispondenza
delle province costiere da Grosseto
fino a Massa Carrara. Questa
concentrazione dell’attività non ha
portato alcun problema in quanto i
quantitativi di corrispondenza è in
continua diminuzione. Negli ultimi
anni si è registrata una diminuzione di
circa il 30% e l’andamento negativoè in continua discesa. Questo significa
che presto saranno accorpati altri
CMP con la necessaria chiusura di quelli meno funzionali. Oltre alla notevole riduzione di missive
da lavorare, si deve notare anche che la maggior parte dei dipendenti sono giovani assunti a tre mesi.
In pratica il grosso del lavoro manuale all’interno del CMP è fatto da giovani senza alcuna
esperienza.
- Riprendo l’aspetto del quale ci siamo un po’ tutti resi conto e, forse, non colto in pieno la sua portata
ed è che la posta prioritaria non viene consegnata in J+1. Pare che Poste abbia dichiarato che la
consegna della posta prioritaria avviene tra 1 e 3 giorni dopo quello di impostazione. Bisogna
ricordare che le tariffe postali sono state definite proprio in base ai tempi di consegna; infatti una
consegna veloce costa di più di un’altra meno veloce, è così in tutta Europa. Tanto è che la consegna
prevista per capitolato in J+1 ha attualmente la tariffa di 0,70 euro, mentre, quella massiva con consegna J+3 costa circa la metà (variabile in dipendenza dal numero e dimensione degli invii).
Detto questo, se Poste ha stabilito una differenziazione delle tariffe, equiparando la consegna di due
diversi servizi differenziati nei prezzi, non viene più rispettato il capitolato e quindi lo standard di
qualità previsto. Se Poste non è più in grado di rispettare le regole, i casi sono due, o si chiede a
Poste il rimborso a causa del disservizio oppure si deve invitare Poste a ridurre le tariffe postali che
non sono più congrue con la consegna in J+1. Altro che aumento delle tariffe! Ed è su questo punto
che appare inconcepibile l’avallo dell’Agcom.
- Altro problema è quello degli annullamenti. Sono in notevole aumento le missive affrancate che non
vengono annullate, sia prioritarie che registrate. Questo dato è confermato anche da alcuni postini i
quali hanno l’ordine di non annullare a penna le affrancature perché i francobolli sono “da
collezione”. Semplicemente inaudito! Non si può che rimanere basiti dalla situazione che
richiederebbe interventi risanatori ed invece viene tenuto tutto nascosto come la donna delle pulizie
che mette la polvere sotto il tappeto. Ma, come la polvere tutto, prima o poi viene fuori: basta alzare
il tappeto naturalmente!
Le foto allegate a questo articolo sono chiaramente istituzionali, vale a dire mostrano la perfezione della
situazione, non lasciatevi ingannare. |