Con il volgere lo sguardo ai tempi passati mi accorgo che ciò che maggiormente è cambiato in questi ultimi anni è il modo di fare, il modo di cercare, il modo di avere e, tutto sommato, il modo di sapere.
Ne deriva che è cambiato il modo di farsi una cultura.
Già perchè vive nell’uomo stesso, nella nostra intima struttura il bisogno di sapere, il bisogno di conoscere, Si spera forse nell’intimo che questo sapere abbia ad insinuarsi – questo sconosciuto – nelle nostre azioni quotidiane e future, e anche nei nostri passi presenti e futuri.
Passi incerti o con piede sicuro, non lo sappiamo.
Crediamo in ciò che pensiamo e molto spesso non è vero.
Noi ce ne accorgiamo e allora diventa necessaria una ricerca.
Per conoscere quel qualcosa che riteniamo utile per il nostro sviluppo mentale, tempo addietro per la conoscenza di qualche argomento, di qualche saper, venivano svolte ricerche su libri, magari qualche veloce visita in certi Musei, poi anche in polverosi archivi che ci spingevano ad altre consultazioni in ulteriori libri di sapere.
Ma sovente era necessario intraprendere qualche viaggetto Sì proprio un viaggetto di quelli che venivano definiti appunto “viaggi di istruzione”.
Questo muoversi per vivere “dentro” qualcosa apportava in se certe briciole, quelle indefinibili briciole di vita che apprendi solo in vita vissuta, saranno briciole che ti penetreranno dentro e tu non sai.
Non sai se veramente ti porteranno vantaggi esistenziali, non sai che invece ti porteranno dentro quel qualcosa in più di ciò che ti aveva detto il tuo vicino.
Tra quelle briciole stava e starebbe ancora la filatelia. Le modeste illustrazioni che poco ti dicevano: esistevano però anche illustrazioni
che sapevano apportare curiosità e con la curiosità non fai fatica a studiare (e non sapevi nemmeno questo).
Oggi Internet ti apre tutte le strade, vuoi conoscere la vita di ...?
Non c’è problema: Internet.
Vuoi sapere come vivono le api, come producono il loro miele?
Internet te lo dice e te lo spiega illustrando le parole con figurine e inserisce molteplici coordinate che cerchi di comprendere.
A fatica. Ma tu non ci vivi dentro. Anche se vorresti.
Un piccolo modesto viaggetto dove sono raccolte arnie polverose di api ronzanti. Questo ti saprebbe dare quel piccolo qualcosa in più: era dentro di te quel qualcosa e tu non sapevi e quel qualcosa potrebbe fruttarti domani un’idea o una azione.
Magari qualche possibile imprevista creazione che viveva nascosta. in te, che nacque tramite il sorgere di una tua idea, nata chissà dove, chissà quando.
Quel tuo piccolo viaggetto saprebbe far fiorire in te in modo fattivo quel poco in più che la gran sapienza di Internet non può donarti.
Tu puoi comprendere le parole dette o le parole scritte ma di certo non ti sarà facile comprendere l’interiore “animus” in noi esistente.
Sono solo parole quelle che hai udito in vita e le parole ben difficilmente sapranno creare in te una qual tua futura intima fortuna.
Forse e ancora forse quelle altrui parole ti moriranno in bocca.
La tua attenzione potrebbe forse essere stata risvegliata, ma forse no.
Il vivere dentro le cose è qualcosa, è un’ altra cosa.
Potrai saperne di più, ma l’intima essenza d’ogni cosa, se vissuta, ha un sapore differente e probabilmente potrà intimamente suggerirti qualche possibile reazione mentale ben differente e ben più vantaggiosa.
Perché la filatelia potrebbe sopravvivere se oggi non è veramente vissuta?
Un amico te ne parla. Beh, tu dici me ne ha parlato.
Un amico ti mostra la sua collezione e te ne illustra a parole le figure stampate. Lenta azione di mani attente.
Beh, tu dici, ....forse .....e poi volti pagina e non sai che forse stai creando, senza sapere, un altro appassionato.
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