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Perchè chiamarle Cenerentole?

di Sergio DE BENEDICTIS


Tutti noi, in ambito filatelico, collezioniamo ciò che più ci piace, ciò che è più vicino ai nostri interessi ma sicuramente nella scelta e nella ricerca del materiale siamo guidati anche, ma direi soprattutto, da un gusto per l'estetica che possa appagare la nostra vista e quella dei nostri amici.

Quindi cosa ci potrebbe attrarre verso oggetti comunemente noti con il termine di “cinderella”, sinonimo di oggetto sporco, sciatto, senza nessun valore.
I testi ci dicono: “Collezionatele ma sappiate che state raccogliendo solo pezzi che nulla hanno a che fare con le emissioni delle Amministrazioni Postali, fatte per assolvere il pagamento della tassa; sappiate che non sono altro che delle “povere cenerentole”.

Ma come accade nella favola di Perrault, anche in filatelia a volte si può incontrare la fata di turno che con un suo tocco di bacchetta magica riesce a trasformare una emissione insignificante in qualcosa di molto bello.

La magia nel nostro caso la compie l'American Bank Note Company, società statunitense che opera nel settore dal lontano 1795; nata come U.S. Mint, all'indomani della grave crisi finanziaria del 1857, raggruppò sotto di sé ben sette aziende diventando un colosso nel campo grafico. Molte le sue realizzazioni in ambito “ufficiale”, commissionate sia dall'amministrazione statunitense che da molte altre sul continente americano. Ricordiamo la serie del 1861-62 che riproduce i padri della patria Franklin e Washington e il 2 c canadese del 1898 che riporta la mappa dell'allora Impero Britannico.

Come azienda privata è stata anche in grado di soddisfare le più svariate richieste e tra le altre quella fatta nel 1939 dalla Eaton Paper Corporation che desiderava omaggiare i propri clienti con qualcosa che fosse attinente al suo settore merceologico. La ditta è realizzatrice di prodotti di “alta cancelleria”, come vediamo in questa pubblicità d'epoca, e quindi quale miglior omaggio se non quello di una serie di etichette finemente stampate.

Da par suo l'America Bank Note Company si esprime al meglio e realizza una serie che nulla ha da invidiare per bellezza alle più rinomate emissioni ufficiali. Tanto belle e ben realizzate che le etichette vengono subito adoperate su lettere e cartoline in partenza e il loro impiego si confonde con quello dei francobolli in corso, tanto da indurre l'Amministrazione Statunitense a vietarne la diffusione.

 

I pezzi potete vederli ed ammirare qui di seguito e giudicare voi stessi se non sono degni di trovar posto in qualche album di classici; la fattura dell'incisione viene rimarcata dalla Eaton in un biglietto che accompagna nella confezione i bolli :

“ La tecnica di incisione che riscontriamo in questi francobolli della Bank Note è ai massimi livelli; su ognuno ritroviamo riportato uno scenario riconoscibile della città di New York “. Vediamo quindi questi scorci.

Seconda solo ad Harvard, la Columbia University fu istituita nel 1754 dall’allora Re d’Inghilterra Giorgio II. Vi insegnò il nostro Enrico Fermi, nobel per la Fisica nel 1938, ma numerosi sono anche i Nobel passati tra i suoi banchi, tra cui ricordiamo due Presidenti U.S.A. Roosevelt e Obama, insigniti del Nobel per la Pace.

Terza più grande biblioteca d’America, la NewYork Public Library è in realtà la “summa” di 87 biblioteche sparse nei vari quartieri di cui si compone la città di NewYork. Al suo interno sono catalogati oltre cinquanta milioni di oggetti, di cui venti milioni son libri.

La Manhattan, insieme con la gemella Washington, rappresentò un fiore all’occhiello delle linee di navigazione statunitensi. Con le sue 24.000 tonnellate di stazza, poteva trasportare più di 1100 passeggeri. Varata nel periodo della Grande Depressione, sembra abbia dato il suo nome all’omonimo noto cocktail.

Vediamo qui in vignetta uno dei più classici skyline della metropoli di NewYork. Polmone verde per gli inquilini di immensi grattacieli, il Central Park è dal 1856 un simbolo della città; più volte immortalato nelle sceneggiature di famose pellicole cinematografiche, è stato anche teatro di famosi concerti di musica all’aperto.

Tra la 5° e Madison Avenue ci si imbatte nella “Chiesa della Transfigurazione” nota ai newyorchesi come “The little church around the corner”. Il suo soprannome nasce all’indomani della morte nel 1870 di George Holland; ai suoi amici che ne chiedevano i funerali, il parroco della vicina chiesa rispose negativamente essendo stato il defunto in vita un attore, categoria professionale ritenuta a quel tempo non degna di sacra sepoltura, e consigliò loro di recarsi “in quella piccola chiesa dietro l’angolo“ dove forse sarebbero stati accolti. Da sempre questo luogo di culto ha svolta una politica di accoglienza per diseredati, emarginati e persone discriminate.

Chiedi a un amico il nome di un ponte; nel 99% dei casi ti risponderà: il ponte di Brooklyn, conosciuto anche come il ponte della famosa chewing gum. Passando sopra l’East River collega Manhattan al quartiere di Brooklyn, che nel periodo della grande immigrazione ospitò la maggior parte dei nostri connazionali. Immortalato per sempre nel film “Manhattan” di Woody Allen è il primo ponte costruito in acciaio.

C’è sicuramente una precisa identificazione della città di New York nel suo quartiere di Manhattan. L’omonima isola è a sua volta divisa in tre zone geografiche convenzionalmente chiamate Upper, Midtown e Lower Manhattan. Quest’ultima, chiamata anche con il termine di “Downtown”, è qui riprodotta in vignetta ed ospita il complesso di Wall Street, il centro finanziario per antonomasia ma la ricordiamo soprattutto per lo scenario apocalittico dell’attentato terroristico dell’11 settembre alle Torri Gemelle, sparite per sempre dal suo panorama.

Come abbiamo detto Manhattan è un’isola, quindi l’area è ricca di ponti. Qui riprodotto vediamo quello intitolato ad un padre della patria “George Washington” che serve da collegamento con l’adiacente stato del New Jersey. Aperto nel 1931 sul suo tragitto passano sia la Interstate 95 che la U.S. Route 1/9 e negli anni, per far fronte al notevole traffico, si è anche arricchito di un piano superiore a due corsie.

E qui possiamo invece ammirare l’intera Manhattan in una magnifica veduta aerea; si vedono distintamente sulla destra l’East River e sulla sinistra l’Hudson. Sempre sulla destra sono visibili nell’ordine il già citato ponte di Brooklyn, il Manhattan e il Williamsburg Bridge. Divisione amministrativa della città di New York, secondo l’ultimo censimento del 2014 vanta una popolazione di 1.636.268 anime.

Rinomata linea passeggeri, fiore all’occhiello dell’omonimo stato, la Pennsylvania Broadway Limited ha unito dal 1902 al 1955 la città di New York con Chicago. Sinonimo di lusso e velocità, si contendeva il primato sulla stessa tratta con la New York Central’s 20th Century Limited.

Come avete avuto modo di constatare, a parte la pregevole fattura di questi bolli, con questa emissione di 10 pezzi abbiamo potuto fare un bel viaggio virtuale negli States, osservando gli scorci più caratteristici, e anche poco noti, di una delle sue più rappresentative cittadine.

L’invito è quindi quello di osservare durante le nostre ricerche filateliche anche questi pezzi “minori” che tra una IV di Sardegna e l’altra, possono offrirci a prezzi modici qualche ora di svago.

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