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Mare Nostrum |
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di Sergio DE BENEDICTIS | ||||||||||||||
Gli avvenimenti di questi giorni, che hanno visto aggravarsi la situazione dei rifugiati in fuga dalle zone tormentare del MedioOriente, mi ha fatto ripensare ad un erinnofilo, ormai dimenticato in una delle mie “scatole di scarpe”, a suo tempo ritrovato e acquistato su qualche bancarella. Lo spirito romantico che aleggia intorno al nostro mondo filatelico mi autorizza a pensare che forse il pezzo fu ispiratore, all’allora Governo Letta, nel trovare un nome alla “mission” tutta italiana che si svolse nelle acque del Mediterraneo. Il 3 ottobre 2013 al suo arrivo a palazzo Chigi il Primo Ministro Enrico Letta si trovò di fronte alla notizia, non certo lieta, dell’ennesimo naufragio nel canale di Sicilia di un barcone di migranti. Stavolta però il bilancio era particolarmente pesante: 366 morti accertati e circa 20 dispersi; i superstiti salvati 155. Qualcosa bisognava fare, la situazione era diventata ormai intollerabile anche se, come in passato, il governo italiano si trovava da solo a dover fronteggiare la situazione. Si doveva quindi contrapporre agli interventi isolati e puntuali sino ad allora condotti, delle attività organiche, una vera e propria missione militare umanitaria (evidente ossimoro) sotto il comando e completo controllo della nostra Marina Militare. Presa la decisione, diramata una circolare, il nostro Premier trascorre il resto della sua giornata lavorativa tra problemi di politica interna ed estera. Rientrato in serata tra le mura domestiche, si concede qualche minuto di relax nel suo studio; ma il pensiero ritorna ai tragici avvenimenti del mattino e al conseguente compito assegnato alle forze di mare. Tra l’altro si chiede con quale nome domani in conferenza stampa dovrà chiamare l’attività? Le poche note che lo accompagnano ci riportano quanto segue: “Disegno dell’artista Damaso Bianchi, emesso in 100.000 esemplari. Fu venduto dal comitato al prezzo di 5 centesimi. In vignetta gruppo allegorico reggente vittoria alata e bandiera italiana, che guarda il sole sorgente dal mare e corazzate sullo sfondo.” Con uno stile tipico dell’epoca il testo poi prosegue: “Il mare par voglia partecipare anch’esso, con la sua calma, al raggiungimento di quell’ideale che è in tutti noi: <<il mare nostrum>>, per la grandezza dell’Italia. Sullo sfondo l’oscurantismo è fugato dal sole per illuminare la nuova Italia. E questa sarà resa più grande, più ricca, più forte, più temuta sul mare, su quel mare cui essa offre, nel nostro bollo, l’alata Vittoria e la nuda giovinezza." Non c’erano dubbi la missione si sarebbe chiamata: Mare Nostrum! Per inciso riporto che “Il Comitato di Preparazione Civile per il Caso di Guerra” furono organizzazioni a carattere locale sorte agli inizi del 1915 un po’ in tutta Italia allo scopo di provvedere ai bisogni della cittadinanza nel momento in cui fossero venute a mancare le “forze attive” mobilitate nel conflitto bellico. I relativi erinnofili emessi avevano il compito, che di solito hanno sempre avuto, di contribuire economicamente con la loro vendita a sostenere la causa. | ||||||||||||||
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