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falsi in filatelia | ||||||
di Lorenzo OLIVERI (L'ANNULLO 207/2016) |
La premessa all'articolo la riprendo pari pari dal Catalogo degli Antichi Stati Italiani edito da Vaccari: è di una chiarezza esemplare! Per i francobolli di Sicilia, emessi il primo gennaio 1859, cioè un anno e mezzo prima della Spedizione dei Mille, vi furono molte rimanenze, che dai depositi statali di Torino "passarono" poi al commercio filatelico. La circostanza che per molti anni i filatelici preferissero i francobolli usati e che in alcuni casi il francobollo nuovo sia stato quotato molto meno dell'usato ha fatto sì che gli annullamenti falsi abbiano proliferato. In genere la falsificazione del bollo originale è identificabile abbastanza facilmente, come appare chiaramente dagli esempi qui riprodotti.
Fino a questo punto tutto rientra nella "normalità": ciò che invece rappresenta un caso singolare è una serie di annulli falsi molto particolari. Da sempre nel mondo collezionistico si sa che i francobolli di Sicilia erano annullati con il bollo a "ferro di cavallo" e un falsario, evidentemente molto ignorante, pensò di fabbricare un timbro con la forma del classico ferro di cavallo, quello degli zoccoli, simbolo anche di ...fortuna. Il bello di tutta la faccenda è che questi bolli col ferro di cavallo per gli zoccoli hanno fatto la fortuna dei venditori odierni. E per concludere l'articolo ecco un pezzo davvero "eccezionale", ovviamente anch'esso venduto su e-bay (con 16 offerte). Poiché il Regno delle Due Sicilie non è il mio settore di studio, potrei anche sbagliare, ma mi pare che la quartina usata del 5 grana, di questa impeccabile qualità, potrebbe avere una quotazione (in euro) con almeno cinque zeri. Qui il venditore (che, ahimè, utilizza come pseudo il nome del celebre stampatore dei francobolli di Sardegna) scrisse "da periziare"... C'era ben poco da periziare! Ma chi se lo aggiudicò pensò forse di avere fatto l'affare della vita, sempre che poi non lo abbia fatto verificare... | |||||