falsi in filatelia


 

 










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falsi in filatelia
Una falsa coppia

di Giuseppe PREZIOSI(L'Occhio di Arechi n. 54 - ASFN)

C’è qualcuno tra i nostri soci dell'ASFN e miei cari amici che ricorda quella sciagurata serie del 2006 emessa in fogli singoli e in foglietti per celebrare i Giochi olimpici invernali di Torino che tante lacrime e sangue costò ai nostri portafogli? Sciagurata, perché la duplicazione in foglietti sarebbe stata da evitare e servì solo a spillar quattrini a noi poveri filatelici. Inutile, perché ai 2.000.000 di serie complete stampate a fogli singoli non occorreva aggiungerne altre 550.000 in foglietti i cui singoli pezzi, una volta che i foglietti fossero stati smembrati, erano assolutamente indistinguibili dai pezzi provenienti dai fogli. Come se non bastasse i tagli erano ben nove e non tutti corrispondevano a una tariffa di largo utilizzo, tanto che se ne sono visti in circolazione fino a tempi a noi molto vicini. In ogni caso, mettere insieme l’intera serie usata non è facile, anche se essa è quotata solo 2,10 €. Ancora più difficile è riunire una serie usata che, per via di blocchi o di margini, possa essere considerata proveniente in modo certo dai foglietti. Quasi impossibile, infine, trovare i foglietti interi usati (salvo quelli che noi collezionisti facemmo annullare di proposito) e da considerarsi molto rari quelli usati, in tariffa, su un supporto da inserire in una collezione di storia postale. Il facciale del foglietto, infatti, era molto elevato all’epoca dell’emissione, ben 7 euro e 78 cent (la raccomandata completa per l’interno costava 2,80 € e, con una piccola aggiunta al foglietto, se ne poteva spedire una sino a 2 kg) di più del più elevato “alto valore”, che era 6,30 €, e quindi di utilizzo estremamente limitato.
Normalmente perciò ai commercianti si richiede la serie completa usata proveniente da foglietto. Vista la difficoltà di metterla insieme, qualcuno ha pensato bene di produrla in proprio, ovviamente in modo artigianale, quanto basta per ingannare chi è alle prime armi e non ha l’occhio allenato da una continua frequentazione con gli usati della Repubblica. Nella capitale hanno così prodotto, quasi certamente mediante una fotocopia a colori ma forse anche da una riproduzione in rotocalco, questa coppia e, giacché c’erano, anche questo singolo non facilmente reperibile.

La prima cosa che appare evidente anche ad un esame superficiale è la stampa impastata, tipica, appunto, del rotocalco, e ad osservare meglio ci si rende conto che persino l’annullo fa parte della riproduzione. Ad un esame più approfondito, poi, le differenze divengono ancora più evidenti. Alla lampada di Wood, ad esempio, un esemplare originale assume al recto un bel colore blu notte verdastro, con le parti bianche che divengono verdine, mentre il verso è uniformemente opaco.

I falsi, invece, al recto restano di colore blu chiaro, con le parti bianche che assumono un aspetto azzurro, mentre il verso appare brillante, anche se non in modo uniforme, aspetto tipico della carta per fotocopiatrici che, oltre al legno e agli stracci, contiene una consistente aliquota di carta “nobile” riciclata.

La dentellatura è forse la parte meglio riuscita del falso. Quella originale è a blocco, misura 13 x 13,25 e presenta i tipici angoli con fori netti, i falsi sono invece dentellati linearmente, con passo al misuratore elettronico 13,50 x 13,50 e presentano gli angoli privi del dente centrale. Inoltre, poiché la perforazione è stata ottenuta con battute singole sui quattro lati, il valore da € 0,85 (quello inferiore della coppia) ha la base superiore più corta di qualche millimetro rispetto all’inferiore, ovvero la dentellatura del lato verticale destro è storta di qualche centesimo di grado.
A questo punto non resta che da chiedersi il perché di tanto impegno su francobolli che, a catalogo, valgono qualche euro. A parte quello che può essere considerato il divertissement di uno spirito truffaldino, è evidente che una produzione su scala limitata, ma non troppo, può offrire anche qualche magra soddisfazione economica. Non riesco a credere che vi sia stato un così notevole impegno (specie nella dentellatura) per tre soli francobolli. Magari questi falsi erano destinati al mercato estero dove è meno agevole avere sotto mano i termini di paragone e dove è ancora diffuso il commercio dei bustoni con 1.000 usati mondiali, magari erano destinati ai mercatini della domenica, offerti a prezzo di catalogo ai più inesperti.