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falsi in filatelia |
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Il castello falso da 750 lire di Nicola Luciano CIPRIANI (Il Francobollo incatenato n. 241 - CIFO) |
Scrivere di questo argomento a distanza di così tanto tempo mi è stato stimolato da Gian Franco Mazzucco
che mi ha inviato una busta viaggiata con il falso di Settimo Torinese, vale a dire del 750 lire. Prima però di
passare alla descrizione di questo francobollo, mi fa piacere raccontare quanto sia stato scritto sui falsi
Castelli in generale. a) Nel primo gruppo l’autore ha considerato quei falsi che hanno avuto una stampa con mezzi
tipografici ed anche una distribuzione, piccola o grande che sia, sul territorio i quali, grazie a
rivenditori compiacenti, hanno sostituito gli originali nelle affrancature di ignari cittadini. A questo
gruppo Riggi ascrive solo il 350 lire, noto come falso di Milano (1983) e, solo in parte il 1000 lire
falsificato a Verzuolo dove, pare, che il falsario sia stato l’unico utilizzatore. Questo falso fu
scoperto a Dogliani nel 1993. I castelli falsi, descritti negli atti del convegno di Spotorno da Riggi sono i seguenti: Il concetto generale che i castelli siano stati falsificati più per i collezionisti che per il servizio postale lo si
ritrova anche nella monografia “Castelli – un baluardo postale” edito da Poste Italiane nel 1990 e curato da
Danilo Bogoni con la collaborazione di Franco Filanci, Andrea Malvestio e Carlo Sopracordevole. All’elenco di Riggi manca il falso da 800 lire che, da un lotto rinvenuto un paio di anni or sono, risulta essere stato usato nel 1999; la mancata menzione nell’elenco fa desumere che questo francobollo possa realmente essere stato usato a partire proprio dal 1999. Bisogna anche dire che questo falso, fino ad oggi, è stato rinvenuto solo su buste Servizio Riscossioni (mod. 490) e modelli 489, sia bianchi che gialli, esso quindi sembrerebbe sia stato utilizzato all’interno del sistema postale con la conseguenza che la sua scoperta possa essere stata ritardata in quanto non diffuso sul territorio. Del falso da 750 lire, secondo Riggi, ne sono state prodotte almeno tre distinte versioni con caratteristiche differenti e note per la località d’uso: Magenta,Settimo Torinese (figura 2) e Napoli. Tutti sono stati stampati in offset su carta non filigranata e non fluorescente; con dentellatura 12,5 per il primo e 11 per i secondi, sempre lineare. A queste falsificazioni devono essere aggiunte tutte le altre che sono state prodotte “in casa” con una fotocopiatrice a colori e non sono poche. Quelli noti di quest’ultimo gruppo sono stati tagliati con le forbici, tagli che possono passare inosservati per la presenza delle immagini dei mezzi fori lungo il taglio. Allo scopo di fornire caratteri diagnostici per distinguere i tre falsi principali menzionati da Riggi, ho chiesto alcuni falsi in possesso di altri tre amici, Angiolo Dotta, Nanni Martina e Stefano Proserpio che qui ringrazio di cuore per le immagini ad alta risoluzione che mi hanno inviato. I francobolli analizzati, compreso quello di G. F. Mazzucco, sono in totale 9. Nelle figure da 3 a 11 sono riportati i francobolli analizzati e nella didascalia è riportato il nome di chi ha fornito l’immagine e la dentellatura trovata con un odontometro E.M. in trasparenza digitalizzato che ho utilizzato per sovrapposizione sulle immagini. L’attribuzione al tipo di falso non è stata sicura da parte dei possessori per alcuni pezzi analizzati che elenco secondo un ordine che direi ”a sentimento” nel senso che ho cercato di mettere vicini quelli più simili tra loro. Spero che l’analisi ci possa dare una attribuzione più sicura. Premetto anche che gli usati sono tutti su documento postale tranne il n. 10 che è su frammento. L’elenco che segue è secondo l’ordine delle figure 3-11. • Figura 3 falso di Settimo Torinese usato a Torino Questo ordine è anche ripreso nelle figure 12, 13 e 14 in cui riporto alcuni particolari di ciascun francobollo.
Per l’attribuzione dei francobolli analizzati ai rispettivi falsi di riferimento ci si può basare sugli usati nelle
località specifiche; certamente i due francobolli usati rispettivamente a Settimo T.se (figura 4) ed a Magenta
(figura 7) dovrebbero essere la base di partenza, ovvero un punto fermo per l’analisi. Se il primo potrebbe
essere accettato per la concordanza delle informazioni date da Riggi, non lo è il secondo per il quale la
dentellatura non tornerebbe. Inoltre sempre Riggi ha scritto che il falso di Magenta dovrebbe essere leggermente più alto di quello di Settimo, questa differenza, tra il n. 4 ed il n. 7, non è visibile. Anche i due
francobolli nuovi attribuiti a Settimo (figura 5) e a Magenta (figura 6)
appaiono decisamente identici. Ho provato anche ad utilizzare i colori, ma
questi, per qualunque gruppo si voglia identificare, sono troppo variabili
nel tono per poter trovare un valido appoggio. Di certo i risultati mettono in
evidenza un gruppo costituito dai nn. 9 e 10, ma solo per l’altezza; come
interpretare questo dato? Nemmeno i valori delle dentellature ci aiutano,
sono troppo variabili in un ambito molto ristretto, variazioni che possono
anche dipendere dal fatto che siano stati inumiditi per essere incollati sulla
busta, insomma questa volta la chiarezza fa rima con rompicapo. Posso
solo azzardare una proposta di classificazione che però deve
necessariamente avere conferme da dati più certi. Sulla base di quanto
esposto, potrei in via molto dubbiosa attribuire i francobolli nn 3-8 al falso
di Settimo ed i nn. 9 e 10 al falso di Magenta. L’unico francobollo per il
quale mi azzardo a proporre una attribuzione un po’ più sicura è il n. 11
che, con molta probabilità è il falso di Napoli.
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