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Altre ancora comode poltrone


di Giorgio LANDMANS


Siamo nel 1945. La guerra finisce anche in alta Italia e tutti si tira un respiro di sollievo mentre per la città sgangherate automobili e sporchi camioncini girano e strombazzano per le strade, mentre poveri ciclisti si bloccano spaventati sui marciapiedi. Allora le automobili avevano anche i predellini che erano, in quei tempi, una specie di continuazione dei parafanghi anteriori che si sporgevano sino a raggiungere i parafanghi posteriori dando l’ illusione di un facile aiuto ad entrare dentro la vettura. Sui predellini appunto e agganciati in qualche modo alla ruota di scorta sul posteriore della vettura si dirigevano verso chissà dove, in piedi, stavano giovani che urlavano, e per le strade urlavano di gioia per la fine della guerra come se fosse sempre stato solo un loro sogno, come se loro fossero stati sempre contro.... rivedo e sale allora ancora il ricordo, in non breve di tempo addietro, qualche anno....
Una telefonata .....una telefonata da scuola. Raduno. Alle ore 15 devi venire ... obbligatorio .... devi venire .... devi ... devi... In quei tempi non si poteva dire si e fare no, così nel cortile della scuola un altoparlante gracchiò stridolii e rumori che parevano graffi di gatto ....
Già guerra, guerra e ancora guerra e dall’ altoparlante si udivano grida, grida di gioia e nel cortile si alzarono anche da lì urla, urla di gioia, di gioia di guerra.
E forse é per questo che quando ancora io sento quegli urli e vedo certi balli di gioia penso alla guerra, alla guerra che arriva con i suoi denti cariati ...
E forse poi, in futuro, saranno gli stessi personaggi ad urlare di gioia per la fine della guerra e che poi correranno suonando trombe di un’ auto, auto appena estratta dai nascondigli del fienile, in fondo alla strada sotto un cumulo di paglia puzzolente di sterco di vacca.
Io prima ero e stavo nascosto, di mio padre nulla più sapevo. Da Fossoli sapevo che era stato gettato su un vagone merci e poi ...poi più nulla. Io ero forse in età dove ....
Un brigatista in camicia nera, ricordo, amici di allora mi fecero conoscere, convinti di farmi un piacere...ti presento.. senza precisare il mio stato di renitente....
mi dissero che lui stava per partire per la Germania e che avrebbe potuto ...
Ormai, la parsimoniosa mia madre ed io, eravamo rimasti con pochi soldi ....
ma io racimolai quel che riuscii e gli diedi soldi e fiducia.
Ricordo, Via Senato a Milano...
Scrivimi il nome da cercare mi disse... Si, si gli darò i soldi che tu mi hai dato.

Ne parlo qui perché anche allora, durante la guerra, era successo ciò che ho il sospetto che qualcosa di simile stia avvenendo anche in questi ultimi tempi.
Se farai ,....se .... e se .... e se .....e poi più nulla.
Allora il denaro perdeva valore ogni giorno, ogni giorno sempre di più e stava succedendo o stava per succedere tutto quello che non si sapeva ma che noi si sperava o si credeva di sapere.



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