Poltrone traballanti |
Mio padre tornò, Auchwitz-Birchenau e il racconto... Allora presi in mano il lavoro di compilatore dei Cataloghi filatelici annuali dei quali in quei tempi eravamo editori. La tipografia sulla quale noi ci si appoggiava stava a Bologna dove ero costretto a trasferirmi per mesi vivendo in albergo. Da qui mi venne l’ idea di aprire una mia personale attività nel campo aprendo un negozietto in quella amabile città. Su certe schede perforate registravo le offerte man mano che mi pervenivano da tutto il mondo, e alla fine diventavano suggerimento attivo per stilare i prezzi. La filatelia subì in quel periodo un violento vento negativo. In quel momento solo i soldi sarebbero serviti per ricostruire una attività atta a rendere più facile il proprio futuro. Per cui la collezione di francobolli venne posta da tutti in un cassetto. Sulle poltrone intanto si erano sdraiati comodamente solo i mercanti di borsa nera dei quali solo pochi vollero riempire le serate con una raccolta di francobolli. Ma quei pochi aiutarono, inconsapevoli, la filatelia internazionale a riprendersi. Ma poco in Italia. Qui era qualcosa che tratteneva ancora un vero sviluppo e relativa concreta attenzione. Era il fatto che esisteva in Roma un particolare Ufficio Postale o meglio uno Sportello Filatelico che vendeva ancora – a prezzi revisionati – quanto le Poste Italiane avevano prodotto nel tempo. Nel 1943 lo Sportello Filatelico era stato trasferito a Venezia, si disse, per ricovero dai bombardamenti ma forse per qualche antico desiderio di ..... al seguito di qualche papavero d’ epoca che ebbe poi altro cui pensare. Nel malloppo, poi rientrato in Roma nel dopoguerra, vennero aggiunti valori emessi per le ex-Colonie, per le Occupazioni, molto degli ex-Possedimenti e qualcosa dei passati Uffici del Levante dove esisteva l'inoltro della posta per tramite gli uffici consolari di parecchie nazioni. In Italia molte emissioni degli anni 1930 specie coloniali erano state oggetto di emissione perché richieste e anticipatamente pagate da un commerciante di origine italiana che svolgeva attività appunto in New York e che teneva un particolare “servizio novità” per richieste di emigrati italiani sviluppatosi specialmente dopo il gran successo che ebbe la Crociera Balbo. Perciò qualcosa dell’ aerea italiana si poteva acquisire a prezzo concorrenziale da New York, ma in pratica non erano molte le voci. Lo Sportello Filatelico divenne così una specie di calmiere della filatelia in Italia. Vi si potevano ottenere, quasi fosse naturale eredità, anche certi valori requisiti o sequestrati, secondo il punto di vista relativo, al tempo di Porta Pia giacenti negli uffici Postali del passato Stato Pontificio.
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