di Giorgio LANDMANS
Non
esisteva Sportello Filatelico simile in nessun altro Paese.
Là, all’estero, si pensava che distruggendo le rimanenze si potesse
facilitare la vendita delle successive emissioni. Quindi guadagno per
mancato uso postale.
In Italia, finita la guerra, lo Sportello Filatelico di Roma ridivenne ad
essere operante e sviluppò appunto notevole azione di calmiere sul mercato
filatelico italiano.
In quello Sportello si potevano acquistare, oltre ai valori invenduti delle
emissioni per l’Italia, anche quelli delle ex-Colonie Italiane, degli
ex-Possedimenti, e persino vi erano dei valori emessi per le Occupazioni e
per il Levante.
Non si potevano richiedere varietà, ma si potevano ottenere anche valori
isolati.
Non venivano prese in considerazione le richieste con controllo di qualità,
fosse anche solo di buona centratura o di perfezione di dentellatura. Le
richieste dovevano venire espletate dietro pagamento anticipato e non
sarebbero stati accettati resi neanche di valori rotti o addirittura
auto incollati. Così questo vincolo costrinse i commercianti filatelici
italiani ad incaricare un collega di Roma all’acquisto delle voci man mano
esaurite. Il collega romano giustamente ne richiedeva un certo aggio anche
visto l’indispensabile tempo necessario al controllo qualità. La qual cosa
creò inevitabili squilibri di mercato che produssero indirettamente un
ulteriore allontanamento degli appassionati. Si ridussero anche le richieste
dall’estero.
In quei tempi era abbastanza frequente tra i collezionisti di vari paesi
lo scambio delle novità. Io ti mando le novità del mio Paese, e forse anche
di San Marino e di Vaticano... per contro tu mi manderai le novità del tuo
paese e ci scriviamo reciprocamente una lettera nella lingua dell’altro così
che nel prossimo invio ci rimanderemo lettere con correzioni ...e così
affineremo la conoscenza dei nostri idiomi. A meno che non si voglia provare
con l’esperanto.
Sin da allora la gran massa dei negozianti suggeriva ai clienti che il
valore dei francobolli sarebbe stato destinati ad aumentare. E così vi fu
una certa ripresa.
Chiaramente in Italia vi fu ben differente risposta di quanto succedeva in
altri Paesi.
Fu così che a me venne l’idea che forse quello sbilancio veniva prodotto in
quanto
in Italia esisteva quello Sportello Filatelico. Se la merce ivi esistente
fosse stata distrutta, il mercato filatelico italiano avrebbe ottenuto un
notevole balzo in avanti
e avrebbe prodotto maggiore attenzione pubblica al collezionismo filatelico.
Ne feci un articolo che pubblicai su “Selezione filatelica” che allora noi
editavamo e
di cui io ero per legge Direttore responsabile.
Il mio articolo produsse molta attenzione e fu ripreso da più parti ed anche
da alcuni quotidiani. Renato Mondolfo specialmente trovò valida l’idea, mi
telefonò e prese in mano l’iniziativa, si diede da fare con le alte cariche
di Stato e ....
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COLLEZIONISMO FILATELICO
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