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I misteri delle recenti emissioni italiane

di Giuseppe PREZIOSI (L'Occhio di Arechi n. 51 - ASFN)


Quando, tanti anni fa, iniziai a raccogliere francobolli e tra le mani ebbi i primi fogli, le indicazioni sui bordi erano poche, chiarissime e riguardavano, generalmente, il valore totale. Vi erano poi le greche annulla margini e il massimo del mistero era rappresentato da alcuni puntini in basso, a sinistra e da una cifra impressa in nero con un numeratore, al centro, sempre in basso o al lato e talvolta quasi illeggibile. Mi fu spiegato che i puntini indicavano i quarti in cui era suddiviso un foglio di 400 pezzi e che il numero a cinque o sei cifre era quello progressivo che la rotativa imprimeva su ogni foglio da 50 o 100 francobolli. Al massimo avrei potuto trovare delle piccole croci di colore, sovrapposte, agli angoli che servivano per tenere a registro la macchina. All’epoca non esistevano foglietti o pseudo tali, men che meno libretti, nei fogli vi erano i multipli di uno ed un solo soggetto e le tirature, per i pochissimi commemorativi emessi, erano certificate dal Ministero. Ipse dixit e nessuno dubitava. Vi era poi la certezza della consecutio. Il francobollo “B” veniva messo in vendita dopo quello “A” e nessuno pensava che esso fosse stato stampato prima e tenuto in magazzino. Per verificarlo sarebbe stato necessario un controllo capillare sul numero dei fogli e, all’epoca, nessuno, se non qualche grande specialista, avrebbe potuto farlo. Infine, scoprire una diversa e successiva tiratura, dopo un’interruzione della lavorazione, magari per incrementare il numero dei francobolli da emettere o per far “passare avanti” qualcosa di più urgente, era il risultato di uno studio che alla fine trovava un riscontro nei cataloghi specializzati.
Poi vennero le rotative pluricolore e comparvero sul bordo i triangolini che permettevano di riconoscere i colori base utilizzati. Essi, se identificati mediante un sistema, consentivano, in caso di ristampa, di mantenere stabile i colori dei francobolli. Qualcuno cercò di raccoglierli ma era necessario conservare il foglio intero o magari almeno una striscia di una ventina di pezzi ed era ancora una passione riservata agli specialisti.
Dal 2003, poco dopo il massiccio affermarsi dei prioritari autoadesivi, apparve sul bordo del foglio un codice a barre per lettori OCR, accompagnato da un ulteriore codice alfanumerico in chiaro che permetteva immediatamente di identificare l’anno di stampa di un determinato francobollo e, ovviamente, il numero di foglio. Si partì con AA 000000001, che poi significava il primo della serie “A” di 100.000.000 di fogli stampato nell’anno 2003. I collezionisti si resero però anche conto che i fogli non erano più di 25, 50 o 100 pezzi, ma si spaziava dai 28 ai 100, con la conseguenza che il numero dei fogli, oltre che la tiratura, erano variabili ad ogni emissione, secondo la programmazione e il formato. Col sistema adottato, comunque, il 2012 è stato l’anno della J, come il 2011 della I e il 2013 della K.
Come se non bastasse, dalla fine del 2008 è stato inserito sul bordo dei fogli, in quantità variabile da 1 a 4, un altro codice numerico, di quattro cifre valide, identificativo di ciascun valore o gruppo di valori se stampati insieme o, come si diceva una volta, se tenant. Il codice svolgeva e ancora svolge una funzione fondamentale nell’ambito della richiesta e della gestione di carico e scarico dei francobolli in ciascun ufficio postale che, solo attraverso di esso, può ordinare al proprio magazzino compartimentale i valori richiesti e, soprattutto, rendicontarne la vendita. Anche per i movimenti di francobolli più importanti tra i compartimenti e Roma e tra i compartimenti fra loro è indispensabile l’uso del codice identificativo. La numerazione, che partì da 1001 e che oggi viaggia intorno a 1500 è estesa anche agli interi, ma non a tutti i francobolli. Nel 2012, ad esempio, due foglietti non recano il codice identificativo e non erano ordinabili dai piccoli uffici. Ma neanche quello di stampa è sempre indicato. Ancora nel 2012, tutti i foglietti o mini-fogli e naturalmente tutti gli interi ne sono privi. Il codice numerico viene attribuito in maniera progressiva ma in ordine di “programmazione”, starei per dire di “ideazione”, non in ordine di emissione.
A questo punto è evidente che i tre momenti non coincidono quasi mai. L’ideazione è anteriore alla stampa e questa precede l’emissione ma quest’ultima può precedere entrambe se i francobolli decisi e stampati restano in deposito e sono preceduti da altri. Ci sarebbe da chiedersi quali dei tre ordini rivesta interesse maggiore. È evidente che la gran massa dei collezionisti segue l’ordine di emissione e quello è anche seguito dai cataloghi (ma non dagli editori di album che usano, per così dire, un criterio “estetico”). Per gli specialisti rivestono più importanza gli altri due ordini e, in particolare, quello dei codici di stampa. Se, infatti, seguire l’ordine di “ideazione” può dar luogo ad interessanti analisi, l’altro ordine, potendo prendere visione di parecchi numeri di foglio per ogni francobollo, permette di ricostruire la storia della stampa ed eventualmente riconoscere ristampe o tirature diverse.
Nel 2012 sono stati ufficialmente stampati 196.313.000 francobolli e 1.000.000 tra cartoline e buste postali oltre, ovviamente, le ristampe dei valori ordinari “Poste italiane” da 0,60 € e le buste del secolo e mezzo delle stesse poste considerate, chissà perché, anch’esse ordinarie. Con una media di circa 35 valori per foglio, ed escludendo tutti gli interi e i foglietti o simili, privi del codice di stampa, sono stati impressi commemorativi per 4.239.222 fogli. Secondo il numeratore JA e tenendo conto dei due valori estremi di cui si è presa visione, i fogli sarebbero dovuti essere 6.622.489 e comunque circa 6 milioni e settecentomila, con una differenza inspiegabile, pur tenendo conto dei fogli scartati dalla lavorazione perché difettosi. Ciò, ricordando che i 60 cent “Poste italiane” del 2012 hanno la serie JB e che alla stessa serie appartengono circa 1.400.000 numeri di valori commemorativi (i fogli avrebbero dovuto essere 350.000), ci porta a due considerazioni – domande: o i numeratori sono “manovrabili”, o esistono molti fogli di valori orinari di entrambe le serie, JA e JB, che non sono stati distribuiti. È difficile fare una terza ipotesi, dal momento che il Poligrafico non stampa altri valori bollati per l’Italia, una volta eliminato il settore fiscale, a meno che quei numeri non facciano parte di francobolli stampati per stati terzi (Vaticano, San Marino, SMOM o altro). La stessa serie JB è difficilmente spiegabile a meno che non si pensi ad un altro numeratore appartenente ad un’altra rotativa o comunque ad una numerazione indipendente. In ogni caso sono circa 3.500.000 i fogli stampati con entrambe le serie che non fanno parte di quelli attribuiti ai valori commemorativi del 2012.
Ma ad esaminare le due serie di codici scopriamo altre anomalie che meriterebbero un ulteriore approfondimento. Il primo dei codici numerici di “ideazione”, il 1051, attribuito alla cartolina postale di Romaphil è quasi certamente errato. Dovrebbe leggersi 1501 che, infatti, manca nella sequenza. Gli altri, escludendo il 1222 che appartiene all’ordinario da 60 cent, vanno dal 1455 (Giulio Onesti) a 1518 (Nobel all’Europa) ma con alcuni vuoti (emissioni apparse nel 2011 o abortite), il 1457, il 1490 e quelli compresi tra il 1510 e il 1517 (alcuni dei quali però attribuiti a valori apparsi nel 2013 ma evidentemente “decisi” già nel 2012. Ovviamente tra il pensare e il fare non vi è esatta corrispondenza. Se si esclude il valore per Giulio Onesti, stampato nel 2011 (serie IA) e quindi pensato nello stesso anno, il primo del 2012 è quello per Giovanni Pascoli, emesso ad aprile ma deciso solo dopo i valori per l’EXPO, i vini, Einaudi, la ‘Ndocciata (apparso però a dicembre) e le Fracchie. Questi ultimi due valori, peraltro, sono stati pensati insieme ma stampati in momenti ben diversi. L’attento lettore potrà, confrontando gli elenchi, stabilire da solo le varie precedenze nell’ordine di decisione, di stampa o di emissione.
A noi non resta che affrontare un ultimo argomento, rifacendoci peraltro agli interrogativi che ci siamo posti prima. In teoria, nella tiratura di ciascun valore il numeratore di stampa dei fogli dovrebbe procedere in sequenza dal primo all’ultimo, fossero essi 50.000 o 500.000. Non vi dovrebbero essere salti e vi dovrebbe essere una stretta corrispondenza almeno tra la tiratura e i fogli stampati. Per cominciare, la tiratura denunciata per il manifesto storico dell’ENIT, 3.070.000 pezzi, è errata. Non ha alcun senso che i fogli da stampare siano stati 68.222 (anzi 68.222,222). Evidentemente la tiratura giusta più probabile è 3.060.000 pezzi, pari a 68.000 fogli. Poi, fogli presi a caso nel tempo e nello spazio dovrebbero appartenere comunque al gruppo di numeri legati alla tiratura di quel valore. La cosa sembrerebbe talmente ovvia che, per quel che ricordo, nessuno si è preoccupato di effettuare un controllo. Ma non è così. Ad esempio per il “turistico” Ustica sono stati riscontrati i numeri JA 152911449 su un foglio acquistato nei primi giorni di vendita e JA 153786908 su un altro, posteriore di alcuni mesi. La differenza è di 875.459 fogli, di gran lunga superiore alla tiratura prevista di 100.000 fogli e il numero maggiore è successivo ad altri che appartengono, oltre che a tutti i valori della Turistica, anche alle emissioni EXPO, Chirurgia, Orti botanici, Città giardino e giornale “Roma”. Ma, evidentemente, l’intera serie è stata stampata a più riprese e a molti mesi di distanza. Il valore di Baveno che, in un foglio della tiratura iniziale recava il numero JA 153092879, è stato ritrovato recentemente anche col numero KA 157745959, e il Manifesto storico dell’ENIT, già conosciuto al momento dell’emissione col numero JA 153136757 recava, in un acquisto recente, il KA 157792708. Entrambi i valori sono stati cioè ristampati nel 2013, se si tiene conto che uno dei fogli dell’emissione per il campionato mondiale in Val di Fiemme reca il numero KA 157858106. Della serie Turistica mancano all’appello le ristampe (o completamento di tiratura) dei valori per Maiori e per Montecassino.
Si prega gli amici soci, che fossero a conoscenza di queste ulteriori ristampe o che avessero riscontrato delle differenze visibili tra i valori col vecchio e il nuovo numero, di segnalare il fatto in redazione.

NdR venerdì 13 dicembre un nuovo aggiornamento di Giuseppe Preziosi sull'argomento





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