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Gli erinnofili

di Aldo BARDI (L'Occhio di Arechi n. 54 - ASFN)

L’erinnofilia (dal termine tedesco “erinne” che significa ricordo) è il collezionismo dei bolli chiudilettera contenenti vignette emessi in occasioni di manifestazioni politiche o ricorrenze o anche per fini di propaganda turistica, militare, medica o per raccogliere fondi in occasioni di eventi particolari. La parentela con la filatelia è piuttosto discutibile perché non può essere ricercata la dentellatura, la filigrana, il colore tanto che questo tipo di collezionismo è oggi fuori moda, anche se ha avuto il suo momento di splendore agli inizi del 900, poiché i chiudilettera furono usati soprattutto alla fine dell’800 in luogo della ceralacca.
In Italia la prima Associazione erinnofilia fu fondata a Milano nel 1926 quando si tenne anche la prima Mostra, nella Villa reale, incorporata in quella delle arti decorative.

La più antica società erinnofila a carattere nazionale fu la francese “Societè en-ciel” che forse deve il suo nome al fatto che nell’Esposizione Universale del 1900 furono emesse 1.500 vignette di tipo diverso.
Il più antico bollo chiudilettera conosciuto risale invece al 1845 per l’Esposizione internazionale di Vienna. Col passare del tempo il chiudilettera perdette la sua funzione di sicurezza, divenendo fonte di propaganda per raccogliere, come si è detto, fondi a scopo sociale o per commemorare avvenimenti tanto che, almeno fino al 1950, l’erinnofilia ha potuto narrare la storia. Molto diffusi, durante l’era fascista, furono gli erinnofili per la lotta contro la tubercolosi, il ricavato dei quali fu devoluto a questo scopo. Dobbiamo ricordare erinnofili di santini come quelli di Sant’Antonio acquistati da mia madre cui era molto devota. Molto diffusi anche gli erinnofili militari. Spesso, infatti, i reggimenti, oltre ad emettere cartoline, facevano stampare anche questi chiudi lettera, col simbolo del reggimento. Ricordo anche che nei paesi anglofoni il termine ”chiudilettera” è stato sostituito con la parola “cinderella” o “vignetta”. In Italia il primo bollo sarebbe stato emesso nel 1860 in occasione della spedizione dei Mille e recava l’effige di Garibaldi con la scritta ”Soccorso a Garibaldi”. Nel 1895, in occasione del venticinquennale della presa di Roma, furono emessi erinnofili sia dai filogovernativi che esaltavano l’unione della Capitale all’Italia sia dai nostalgici dello Stato della Chiesa. Gli erinnofili furono usati anche nella contesa tra Russia e Finlandia del 1891 o in occasione della guerra anglo boera quando una vignetta recante l’effige del Presidente Kruger commosse il mondo. Dopo Caporetto si fece uso di vignette particolarmente eloquenti per invogliare il popolo e i soldati alla resistenza. La musica ebbe una notevole importanza per l’emissione di erinnofili come in occasione delle Prime della “Boheme”, di ”Tosca” ed altre opere. Insomma queste vignette hanno celebrato la storia, spesso anche locale, che viene quasi sempre ignorata dai francobolli. I voli di Amundsen e Nobile, il traforo del Sempione, i raid aerei ebbero tutti i loro erinnofili, a volte molto belli. Purtroppo questo hobby è stato ignorato dalla filatelia, anche se sono convinto che avvicinandosi ad esso si potrebbero avere numerose sorprese. Ad esempio, il 10 marzo 1918 Napoli fu bombardata con un dirigibile dagli austriaci; in tale occasione fu emesso un erinnofilo da 5 centesimi per le vittime del bombardamento. Nel 1976 furono emessi erinnofili a ricordo di Marinetti, fondatore del Futurismo. Alcuni autori hanno scritto anche libri sugli erinnofili. Si cita Palo Roca: ”La religione negli erinnofili” Casa Editrice Barbieri e il Presidente dell’Associazione Nazionale Collezionisti Erinnofili, Eupremio Malorzo, che ha dedicato un catalogo a quelli emessi tra il 1860 e il 1945. Ignoro, però, se tale Associazione esista ancora, mentre il Catalogo è di non facile reperimento e potrebbe riservare delle sorprese curiose su questa “filatelia” povera. Stampato dalle Edizioni Digitali di Torino nel 2006, si potrebbe cercare di contattare l’autore per ritrovarlo. Potete poi ammirare anche un erinnofilo, emesso a Salerno nell’Ottobre 1927, celebrante la I Mostra d’arte fra gli artisti del salernitano e l’VIII Centenario dell’unione della Sicilia alla terraferma, un connubio piuttosto strano.
Avevo detto che la loro ricerca può offrire numerose sorprese. Ho infatti ritrovato anche questa vignetta che riguarda il Duce. Si tratta di un erinnofilo nel quale un personaggio che non può essere che Lui, anche se poco somigliante, dice: ”Voglio l’Italia pulita - Lo sarà se tutti useranno il SUPER SAPONE BANFI e se aboliranno la bestemmia”.
Strana associazione tra la bestemmia, che è un grave peccato e un sapone, ma la cosa ancora più strana è che il Duce abbia accettato di fare propaganda ad un sapone. A meno che, come è probabile, la Ditta Banfi si sia servita di una figura che ricordava il Duce per reclamizzare il suo prodotto, senza chiedere autorizzazioni correndo così grossi rischi. Ignoro l’anno di emissione ma gradirei un vostro aiuto.

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