|
|
|||||||||||||||||||||||
Le nove tirature del 10 cent di di Posta Italiana |
||||||||||||||||||||||||
di Luciano Nicola CIPRIANI e Giuseppe PREZIOSI (da http://www.peritofilatelicocipriani.it/ 14-10-2015) |
||||||||||||||||||||||||
Sulla base dei risultati dello studio sul 5 cent (peritofilatelicocipriani, Il Francobollo Incatenato n. 254), ho pensato che avrei potuto più facilmente sviluppare quello sul 10 cent focalizzando l’attenzione sugli aspetti già individuati come utili a spiegare il riconoscimento delle tirature di questi piccoli valori di Posta Italiana. Ricordo, infatti, che nello studio del 5 cent, sulla base delle ampiezze numeriche dei lotti indagati e su altre considerazioni, avevo ipotizzato che non vi fossero ristampe per questi piccoli valori all’interno di uno stesso anno di produzione. Nulla di più errato per la produzione del 10 cent il quale sembra aver avuto invece vicissitudini più complesse tanto che mi hanno fatto chiedere la collaborazione a Giuseppe Preziosi il quale ha studiato a fondo il legame tra progressione alfanumerica ed emissioni filateliche dell’IPZS. Almeno in tre anni (2010, 2013 e 2015), per il 10 cent si sono avuti più di un lotto di stampa, almeno per quanto è stato possibile capire sulla base dei dati a nostra disposizione. Il riconoscimento dei lotti è stato possibile attraverso l’analisi della successione dei codici alfanumerici delle emissioni italiane, sia ordinari che commemorativi. E con questa base di partenza abbiamo cercato un riscontro dalla posizione del codice alfanumerico sulla cimosa e, anche se meno evidente, dalla centratura della stampa sui fogli essendo questa dipendente dal montaggio della bobina nel sistema di stampa (si veda oltre). Più parche devono essere state le tirature degli altri anni caratterizzate, probabilmente, da un solo lotto di stampa. Per rendere chiara al lettore, lo speriamo, la situazione dei piccoli valori abbiamo costruito la tabella di figura 1 in cui abbiamo riportato i primi cinque numeri dei codici alfanumerici utili alla nostra ricostruzione, la prima lettera che indica l’anno di produzione (la seconda lettera – A – è costante ed indica la Goebel rotocalcografica) e infine l’anno solare di riferimento. Abbiamo evidenziato i primi tre numeri dei codici allo scopo di rendere più veloce la loro lettura ed il loro confronto.
Prima di continuare nella trattazione delle singole produzioni annuali, è utile ricordare che il montaggio della bobina di carta all’interno della Goebel prevede un piccolo margine di tolleranza e che tutte le volte che si cambia formato di stampa, la nuova bobina non occuperà certamente la stessa posizione di quella precedente, se non per caso. Questo vuol dire anche che, quando vengono usate più bobine consecutive per lo stesso francobollo, la centratura della stampa in genere non cambia perché la macchina è già settata per quel formato. Nella figura 2 riportiamo i due spezzoni con il codice alfanumerico delle tirature del 2010 (H); l’allineamento orizzontale è alla base del primo registro rosso (quadrato) e questo mette in evidenza la differente posizione del codice.
Nei due particolari in alto, l’allineamento è secondo il lato sinistro del triangolo rosso, dall’immagine si nota la differente posizione laterale del codice e la differente centratura della stampa sulla bobina. Quest’ultimo dato è reso visibile anche dalla linea rossa (con la misura in centimetri) della distanza tra il lato sinistro del registro rosso ed il limite del foglio. La differenza tra le due tirature è di mm 1,5. Si noti anche come il tono del rosso sia praticamente uguale nelle due tirature. Nella figura 3 è riportata la cimosa destra con il codice alfanumerico della tiratura unica del 2013 (J). Si nota molto bene la differente posizione del codice, sia in verticale che lateralmente, rispetto all’anno precedente; inoltre la distanza tra il lato sinistro dei registri ed il limite del foglio (linea rossa in figura) è di cm 2,30. Si noti il tono del colore rosso che ben si distingue da quello della produzione del 2010.
Nella figura 4 riportiamo le tre tirature del 2013. È molto evidente la differente posizione del codice e le differenti dimensioni della cimosa. In particolare è ben distinta la dimensione della cimosa della prima tiratura (a sinistra) mentre, la seconda e la terza, a seguire, si differenziano per un valore minimo. Lo stesso notiamo per le differenze laterali del codice. Preme far presente che l’allineamento è sempre fatto secondo i registri rossi (anche quando non compaiono nei particolari delle immagini) in quanto esiste sempre un leggero fuori registro tra i vari colori. In queste tre tirature troviamo anche una evidente differenza cromatica del rosso tra la prima tiratura e le altre.
Alla fine del nostro lavoro abbiamo ricevuto altri bordi dall’amico Marco Marchini, tutti in linea con i nostri risultati tranne uno. Per il valore del codice alfanumerico, questo bordo fa parte della prima tiratura ma il codice è sensibilmente spostato verso il basso rispetto alla posizione tipica (particolare della figura 4), inoltre il suo valore amplia verso l’alto l’intervallo indagato di circa 150.000 fogli portando la tiratura a circa 25 milioni di francobolli. La distanza tra il registro rosso ed il bordo di foglio è in linea (cm 1,85) ad indicare che la posizione della bobina è rimasta quella tipica del lotto. Per spiegare questa anomalia, non abbiamo certezze e possiamo avanzare solo una ipotesi plausibile. Visto che per stampare un lotto di questo valore sono state usate più bobine consecutive, potrebbe darsi che con un cambio bobina, verso la fine della produzione, sia stata modificata la posizione dell’ink jet per un qualunque motivo tecnico a noi ignoto. Nella figura 5 è riportata la tiratura unica del 2014. Nulla da dire su questa tiratura se non far notare le differenze di posizione del codice e le dimensioni della cimosa rispetto alle tirature precedenti. Ancora una volta si nota la singolarità di ciascuna tiratura.
Infine, nella figura 6 riportiamo le caratteristiche delle tirature del 2015. Nella prima metà di questo anno sono stati stampati due diversi lotti le cui differenze sono ben evidenti (figura 6). Nella figura sono evidentissime le differenze di posizione del codice mentre, sono insignificanti le differenze di centratura della stampa e lo spostamento laterale del codice. Da notare il tono del colore rosso che non è esattamente lo stesso. La nuova emissione del 15 cent (19.09.15), dovrebbe far escludere una ulteriore tiratura del 10 cent, ma staremo a vedere.
Mentre disponiamo delle immagini di numerose cimose destre, non è così per le basi dei fogli. Vi mostriamo comunque quelle che abbiamo con lo scopo di rendere più comprensibile il concetto di centratura della stampa rispetto alla bobina. Nella figura 7 mostriamo le basi di quasi tutte le tirature descritte, con l’assenza solo della II del 2013 (K). Tutte le basi sono incolonnate secondo i registri rossi presenti sui bordi destri. Come si può notare, incolonnando la stampa, la bobina assume una differente posizione per ciascuna tiratura con una differenza massima di 1 cm tra la seconda tiratura del 2010 e la prima del 2013. Ricordo che per le tre tirature del 5 cent ho individuato una differenza massima di 1,05 cm, sembra quindi che questa ampiezza sia la tolleranza disponibile per il montaggio della bobina. Anche se le tirature non sono complete, l’immagine conferma, senza ombra di dubbio, quanto asserito per i bordi destri e cioè che ciascun lotto ha una propria e tipica centratura della stampa e tale caratteristica non può che essere dovuta al montaggio della bobina nella Goebel. Di tutti i fogli e gli spezzoni visionati, nessuno ha fatto eccezione alle nostre osservazioni.
Osservando anche il tono del colore rosso possiamo notare significative differenze tra le tirature. Non vi mostriamo le immagini, ma se si confronta il tono del rosso utilizzato per la stampa del 5 cent con quello utilizzato per il 10 cent, si potrà notare che non vi è alcun nesso tra le varie produzioni. Siamo convinti che uno studio adeguato del tono dei colori utilizzati dal Poligrafico potrà senz’altro aiutare nel riconoscimento delle tirature. Molti si saranno resi conto anche che le tirature del 2015 hanno il codice più nitido; fino al 2014 esso è stato infatti stampato con un sistema ink-jet, da quest’anno è stato sostituito da un sistema laser. Questo nuovo accessorio della Goebel stampa i caratteri più sottili conferendo più nitidezza ai tratti, ma la cosa più evidente è il font di stampa che è differente: la cifra “1” è senza piede orizzontale e, sia le lettere, sia le cifre sono leggermente più strette tanto da far diminuire la lunghezza totale del codice (figura 8).
Differente è anche la geometria della figura nera di registro del codice alfanumerico: prima era quadrata ora è rettangolare, con altezza all’incirca metà del quadrato precedente (figura 9).
Veniamo ora alle conclusioni con un riepilogo della larghezza delle cimose destre (figura 10). Come si può notare, nella tabella ci sono alcune coincidenze in anni differenti, ma vanno considerate come accidentali. La variabilità è casuale, come abbondantemente esposto poco sopra.
Riteniamo interessante, invece, riportare gli intervalli di tirature indagati per questa ricerca allo scopo di mostrare un valido supporto alle nostre asserzioni. Nella tabella di figura 11 abbiamo riepilogato tutti i fogli visionati e ricostruito gli intervalli interessati dalla nostra indagine. Questi dati hanno permesso di calcolare il numero dei fogli dell’intervallo indagato e, conseguentemente, il numero dei francobolli interessati. Per la prima tiratura del 2013 (K) abbiamo preferito riportare un secondo rigo di dati a seguito dell’ultimo ritrovamento aggiunto in figura 4; riteniamo comunque che lo spostamento verticale del codice alfanumerico non sia determinante per il calcolo dei fogli stampati per questa tiratura per la quale vale la produzione degli oltre 350.000 pezzi.
Va detto subito che i fogli indagati, benché abbiano consentito calcoli interessanti, non sono gli estremi dell’intervallo di fogli stampati e di conseguenza il numero calcolato dei francobolli è inferiore a quello che realmente è stato prodotto. Solo in alcuni casi siamo vicini a definire l’intervallo reale, in altri casi i dati sono parziali e non consentono di avvicinarci più di tanto alla realtà. Anche se alcuni intervalli sono molto minori della realtà, siamo stati ugualmente spinti dalla figura 11 a fare un piccolo volo pindarico: tentare un calcolo del numero di francobolli da 10 cent di Posta Italiana stampati presso il Poligrafico. Questo numero, per le serie ordinarie, è stato sempre un mistero e, nello stesso tempo, un fine agognato sempre molto difficile da conoscere. Il sistema di numerare, non solo i fogli, ma anche le produzioni annuali che il Poligrafico ha attuato dal 2004, ci ha agevolato molto e siamo stati presi dalla tentazione di fare questo calcolo.
Nella tabella di figura 12, le tre colonne con fondo giallo riportano, rispettivamente, l’intervallo dei fogli visionati, una stima dei fogli prodotti ed il calcolo finale dei francobolli di ciascun intervallo di fogli. Certamente la seconda tiratura del 2010 e le due tirature del 2015 sono, a nostro parere, molto basse, c’è da pensare che in realtà siano stati stampati molti più fogli di quelli che abbiamo visionato e di conseguenza calcolato. Da uno sguardo all’ultima colonna della figura 12, si può dedurre che di questi francobolli siano stati stampati lotti composti , in media, ciascuno da circa 15-20 milioni di pezzi. È possibile che questi quantitativi siano da attribuire anche alle produzioni del 2010 e del 2015. È interessante anche considerare che con una bobina di diametro di m 1,02 e larghezza cm 30,0 (utilizzabile dalla Goebel) si riescano a stampare circa 24.000 fogli pari a circa 1,7 milioni di francobolli di piccolo formato. Quindi per ogni lotto di 10 milioni di francobolli vengono utilizzate poco meno di 6 bobine, senza considerare gli sfrisi. Nell’ultima riga riportiamo la somma bruta delle stime parziali che forniscono un intervallo tra 120 e 150 milioni di francobolli. Accettando quindi che i dati della tabella siano inferiori alla reale produzione, pensiamo di non sbagliare molto affermando che del 10 cent di Posta Italiana sono stati stampati oltre 150 milioni di esemplari, è probabile che il numero reale si avvicini ai 200 milioni. Siamo grati agli amici Giovanbattista Spampinato, Stefano Proserpio, Roberto Cruciani, Marco Marchini, Massimo Massetti e Marcello Manelli per aver contribuito con immagini utili al nostro studio. | ||||||||||||||||||||||||
|