Art. n.74 - Il Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente 1^ parte
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La missione italiana per i prigionieri di guerra in Russia

e la Legione Redenta.

 

I militari di nazionalità italiana del Tirolo e della zona costiera del Veneto incorporati nell'esercito austriaco non avevano dato segno di combattività nelle zone di guerra del fronte italiano, per cui il comando austriaco per ovviare a questo importante impedimento decise il trasferimento al fronte russo di tutti quei militari che provenivano dalle "province italiane".

 

Questi militari, caduti prigionieri dei russi, furono in un primo tempo, come tutti gli altri prigionieri in Russia, disseminati nei vari campi di concentramento, ma in seguito ad accordi tra il Governo russo e le nostre autorità, furono raggruppati in tre campi di concentramento principali: Kirsanoff, Tamboff, Mosca.

 

Si riteneva tuttavia, e a ragione, che almeno altri 40.000 prigionieri di guerra "irredenti" fossero sparsi nei vari campi di concentramento e adibiti a lavori di vario genere nelle immense steppe della Russia.

 

Per cercare di raccogliere quanti più prigionieri possibile fu creata e inviata a Pietrogrado nell'Agosto 1916 una speciale Commissione, con lo scopo di organizzare capillarmente la ricerca di questi militari.

 

La Missione militare italiana in Russia svolgeva attività di propaganda e di ricerca servendosi anche di intermediari russi per quelle località dove non era possibile inviare ufficiali italiani.

 

I risultati furono discreti. Già nel Settembre di quello stesso anno si giunse a costituire un primo contingente composto da 33 ufficiali e 1665 uomini di truppa.

 

Questo contingente partiva il 24 Settembre 1916 dal campo di Kirsanoff per prendere imbarco ad Arcangelo sul piroscafo Huntspeal di nazionalità inglese diretto in quel paese.

 

Il 1° Novembre 1916 partì un secondo scaglione che prese imbarco sullo stesso piroscafo con una forza di circa 1.660 uomini. Poco dopo partiva un terzo contingente di 665 uomini imbarcati ad Arcangelo sul trasporto francese Medie.

 

Dopo questo imbarco sopravvenne il ghiaccio a bloccare il porto di Arcangelo e quindi l'organizzazione di raccolta degli irredenti subì una sosta.

 

L'8 Marzo 1917 giunsero in Russia nuovi mezzi e altri uomini e venne ripresa l'attività di ricerca tanto che nel solo primo semestre circa 3.000 prigionieri chiedevano la cittadinanza italiana e il rimpatrio.

 

Il trasporto in Italia di questo nucleo di ex prigionieri doveva effettuarsi nell'Agosto 1917 da Arcangelo ma la scarsità del naviglio disponibile rese necessario lo scaglionamento.

 

Dei 2.500 ex prigionieri che aspettavano appena 150 riuscirono a prendere imbarco alla spicciolata sui vari piroscafi che toccavano Arcangelo, mentre 600 irredenti rimasero fermi a Volodga perché non giunsero in tempo a raggiungere un piroscafo che non poté dilazionare la partenza.

 

Rimasero pertanto in Russia frazionati tra Volodga e Kirsanoff 2.350 uomini in attesa del rimpatrio mentre la situazione interna russa dava segni di preoccupazione agli alleati.

 

Infatti, preceduto da un crescendo di avvenimenti importanti quali la presa del palazzo d'inverno, scioperi di intere armate etc, il giorno 8 Novembre 1917 veniva destituito il Governo provvisorio di Kerenski.

 

Il subentrante Comitato rivoluzionario presieduto da Lenin decretava un armistizio per la cessazione delle ostilità al fronte.

 

In questi frangenti non si riusciva a trovare una soluzione per i 2.650 irredenti riuniti a Kirsanoff.

 

Man mano che il tempo passava e le possibili soluzioni svanivano la Missione italiana si trovò nell'incalzante necessità di agire per non lasciarsi cogliere passivamente dagli avvenimenti, e dai ghiacci, che di lì a poco avrebbero chiuso il porto di Arcangelo.

 

Si decise allora di dirigersi verso Vladivostok, alla spicciolata e in piccoli gruppi con ogni treno in partenza per la Siberia nella speranza che in quel porto vi fosse qualche probabilità di imbarco e di rimpatrio.

 

Le partenze da Kirsanoff avvennero a cominciare dal 28 Dicembre 1917.

 

I primi gruppi giunsero a Vladivostok dopo un viaggio di circa due mesi. Colà non solo non vi erano mezzi per l'imbarco, ma neanche mezzi per accasermare gli uomini e perciò si scaglionavano gli uomini tra le località di Nikolsk-Ussuiski, Harbin e Laosciaogao.

 

Anche dopo la partenza degli irredenti la Missione militare italiana continuò ad operare a Pietrogrado ma non poté più collegarsi col gruppo che sostava in Manciuria per cui l'insieme degli uomini distaccato in quel sito divenne di fatto indipendente dalla Missione Militare Italiana.

 

Intanto in Russia il 1918 si apriva con avvenimenti di portata storica.

 

Il 3 Marzo 1918 la Russia sovietica firmava il trattato di Brest-Litowski con il quale si definivano gli accordi sulla base dei quali ebbe termine la guerra tra gli Imperi centrali e la Russia.

 

La Russia è pervasa dalla guerra civile. Vaste estensioni di territori si dichiarano indipendenti e autonomi (Principato di Estonia, Livonia e Curlandia; Governo della Russia del Nord; Repubblica di Kazan; Governo di Samara; Repubblica Tartaro-Baschira; Cosacchi del Don) e a Est degli Urali importanti forze antibolscheviche, che si auto definiscono bianchi, proclamano la repubblica di Kolciak in Siberia.

 

Da questo momento in poi, sia per contrastare l'influenza tedesca verso la Russia, per diffidenza e l'avversione verso il governo instaurato dai Soviet in Russia, l'Italia e altri governi occidentali, quali la Francia, l'Inghilterra, la Cecoslovacchia, il Giappone, l'USA, appoggiato più o meno scopertamente il Governo siberiano dell'ammiraglio Koltchak e le altre forze bianche.

 

Vengono trasferiti a Vladivostok sia la Regia Legazione italiana, sia la Missione militare italiana per i prigionieri di guerra in Russia. Infine viene decisa la costituzione e l'invio in estremo oriente, nella Russia siberiana, di un Corpo di Spedizione che prende il nome di Corpo di Spedizione italiano in Estremo Oriente, di cui parleremo in seguito.

 

Intanto in Russia nel Settembre 1918, nella città di Samara, per iniziativa del Rag. Andrea Compatangelo viene costituito un piccolo contingente italiano, composto di circa 300 uomini, i quali operarono in cooperazione delle truppe ceche, in appoggio ai russi bianchi.

 

Questi uomini erano ex prigionieri austriaci provenienti dal Trentino e Venezia Giulia, i quali dettero vita a quel reparto irregolare italiano che assunse la denominazione di "Battaglione Savoia".

 

Questo reparto seguì le vicende delle truppe Ceche e in ultimo pose la sua sede a Krasnojarsk ove rimase fino a quando, in seguito all'arrivo del Corpo di Spedizione italiano, fu avviato a Vladivostok fondendosi colla "Legione Redenta".

 

Di quel gruppo di prigionieri ex austriaci partito da Kirsanoff, circa 850 vennero arruolati tra gli effettivi del Corpo di Spedizione italiano. I rimanenti uomini che non chiesero l'arruolamento furono avviati al centro di raccolta dei prigionieri di guerra di Vladivostok e successivamente trasferiti in Cina, a Tientsin, per l'imbarco.

 

La lunga attesa fece sì che molti decisero l'arruolamento nel C.S.I.E.O. (Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente) che verrà costituito con truppe provenienti dall'Italia e ex prigionieri austriaci che chiesero la cittadinanza italiana.

 

Con la costituzione del C.S.I.E.O. (Luglio 1918) l'Italia ritira la propria Missione militare italiana in Russia, che aveva avuto sede a Pietrogrado.

 

La Missione militare italiana per i prigionieri di guerra continuò la sua opera a Wladivostok. La ricerca dei prigionieri di guerra di lingua italiana proseguì per tutto l'anno 1919 raccogliendo circa 2.500 uomini alla fine dell'anno.

 

Questi uomini, man mano che affluivano a Vladivostok venivano inquadrati in una unità speciale detta "legione Redenta" che venne utilizzata, per scarsità di altre truppe, anche per servizi armati.

 

Nella Legione affluirono oltre ai "volontari" anche altri elementi inquadrati in un reparto denominato "dei prigionieri di guerra" che non avevano chiesto l'arruolamento nell'esercito italiano.

 

Gli altri prigionieri venivano smistati tra Wladivostok e Tientsin a seconda della disponibilità del naviglio che li doveva portare in Italia.

 

La reperibilità di documenti provenienti dai prigionieri di guerra "irredenti" non presenta eccessive difficoltà (alla figura 1 e 2 sono riprodotti due esempi).

 

Ben più arduo invece trovare corrispondenza proveniente dalla Missione Militare Italiana in Russia, di quel gruppo cioè operante a Pietrogrado, incaricato della raccolta di prigionieri di lingua italiana.

 

Questi bolli, uno ovale di franchigia, i lineari su tre righe e l'altro tondo a doppio cerchio con stemma al centro, sono riprodotti, come per i bolli che seguono, sul catalogo Buzzetti.

 

Col il trasferimento a Vladivostok la Missione cambia nome in Missione Militare Italiana in Siberia. Si conosce un bollo. rarissimo, e una cartolina franchigia anch'essa di difficile reperimento.

 

Il battaglione Savoia pare abbia adoperato un bollo ovale con diciture in russo e un altro bollo tondo con scritte in russo e italiano, tutte e due con stemma sabaudo al centro.

 

La Legione Redenta ha adoperato diversi bolli, ( lineari,  ovale di franchigia e altri due tondi).

 

 

I BOLLI DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN RUSSIA

 

N.ro Tipo Diciture Località Impiego
dal al
1 lineare russo S.Pietroburgo 8.1916 7.1918
2 lineare italiano idem 8.1916 7.1918
3 ovale italiano idem 8.1916 7.1918
4 dc con stemma italiano idem 8.1916 7.1918

 

 

I BOLLI DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN SIBERIA

 

N.ro Tipo Diciture Località Impiego
dal al
5 tondo italiano Vladivostok 1918 1919

 

 

BOLLI DEL BATTAGLIONE SAVOIA

 

N.ro Tipo Diciture Località Impiego
dal al
6 ovale russo Samara-Krasnojarsk 9.1918 1918
7 tondo con stemma bilingue idem 9.1918 1918

 

 

BOLLI DELLA LEGIONE REDENTA (DI SIBERIA)

 

N.ro Tipo Diciture Località Impiego
dal al
8 ovale italiano Vladivostok-Krasnojarsk 1918 1918
9 tondo con stemma italiano Vladivostok-Krasnojarsk 1918 1918
10 arcuato 3 righe italiano Tientsin (Cina) 1918 1919
11 dc con stemma italiano Harbin 1918 -
12 lineare italiano Harbin 1918 -
13 lineare italiano Giun Kin 1918 -

 

 

Sin d'ora saremo grati a tutti i lettori, e maggiormente agli specialisti del settore, che vorranno comunicare bolli inediti, date d'uso e notizie sia sulle forze impiegate in Siberia sia su quelle operanti nella Russia Settentrionale (Murmania). A tutti un anticipato Grazie.

 

NOTA: Questo lavoro proseguirà con il Corpo di Spedizione Italiano in Medio Oriente.

 

 

 
 

 

 

 

 

 

Giuseppe Marchese

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