La missione italiana per i prigionieri di guerra in
Russia
e la Legione Redenta.
I
militari di nazionalità italiana del Tirolo e della zona costiera del
Veneto incorporati nell'esercito austriaco non avevano dato segno di
combattività nelle zone di guerra del fronte italiano, per cui il
comando austriaco per ovviare a questo importante impedimento decise
il trasferimento al fronte russo di tutti quei militari che
provenivano dalle "province italiane".
Questi militari, caduti prigionieri dei russi, furono in un primo
tempo, come tutti gli altri prigionieri in Russia, disseminati nei
vari campi di concentramento, ma in seguito ad accordi tra il Governo
russo e le nostre autorità, furono raggruppati in tre campi di
concentramento principali: Kirsanoff, Tamboff, Mosca.
Si
riteneva tuttavia, e a ragione, che almeno altri 40.000 prigionieri di
guerra "irredenti" fossero sparsi nei vari campi di concentramento e
adibiti a lavori di vario genere nelle immense steppe della Russia.
Per
cercare di raccogliere quanti più prigionieri possibile fu creata e
inviata a Pietrogrado nell'Agosto 1916 una speciale Commissione, con
lo scopo di organizzare capillarmente la ricerca di questi militari.
La
Missione militare italiana in Russia svolgeva attività di propaganda e
di ricerca servendosi anche di intermediari russi per quelle località
dove non era possibile inviare ufficiali italiani.
I
risultati furono discreti. Già nel Settembre di quello stesso anno si
giunse a costituire un primo contingente composto da 33 ufficiali e
1665 uomini di truppa.
Questo contingente partiva il 24 Settembre 1916 dal campo di Kirsanoff
per prendere imbarco ad Arcangelo sul piroscafo Huntspeal di
nazionalità inglese diretto in quel paese.
Il
1° Novembre 1916 partì un secondo scaglione che prese imbarco sullo
stesso piroscafo con una forza di circa 1.660 uomini. Poco dopo
partiva un terzo contingente di 665 uomini imbarcati ad Arcangelo sul
trasporto francese Medie.
Dopo questo imbarco sopravvenne il ghiaccio a bloccare il porto di
Arcangelo e quindi l'organizzazione di raccolta degli irredenti subì
una sosta.
L'8
Marzo 1917 giunsero in Russia nuovi mezzi e altri uomini e venne
ripresa l'attività di ricerca tanto che nel solo primo semestre circa
3.000 prigionieri chiedevano la cittadinanza italiana e il rimpatrio.
Il
trasporto in Italia di questo nucleo di ex prigionieri doveva
effettuarsi nell'Agosto 1917 da Arcangelo ma la scarsità del naviglio
disponibile rese necessario lo scaglionamento.
Dei
2.500 ex prigionieri che aspettavano appena 150 riuscirono a prendere
imbarco alla spicciolata sui vari piroscafi che toccavano Arcangelo,
mentre 600 irredenti rimasero fermi a Volodga perché non giunsero in
tempo a raggiungere un piroscafo che non poté dilazionare la partenza.
Rimasero pertanto in Russia frazionati tra Volodga e Kirsanoff 2.350
uomini in attesa del rimpatrio mentre la situazione interna russa dava
segni di preoccupazione agli alleati.
Infatti, preceduto da un crescendo di avvenimenti importanti quali la
presa del palazzo d'inverno, scioperi di intere armate etc, il giorno
8 Novembre 1917 veniva destituito il Governo provvisorio di Kerenski.
Il
subentrante Comitato rivoluzionario presieduto da Lenin decretava un
armistizio per la cessazione delle ostilità al fronte.
In
questi frangenti non si riusciva a trovare una soluzione per i 2.650
irredenti riuniti a Kirsanoff.
Man
mano che il tempo passava e le possibili soluzioni svanivano la
Missione italiana si trovò nell'incalzante necessità di agire per non
lasciarsi cogliere passivamente dagli avvenimenti, e dai ghiacci, che
di lì a poco avrebbero chiuso il porto di Arcangelo.
Si
decise allora di dirigersi verso Vladivostok, alla spicciolata e in
piccoli gruppi con ogni treno in partenza per la Siberia nella
speranza che in quel porto vi fosse qualche probabilità di imbarco e
di rimpatrio.
Le
partenze da Kirsanoff avvennero a cominciare dal 28 Dicembre 1917.
I
primi gruppi giunsero a Vladivostok dopo un viaggio di circa due mesi.
Colà non solo non vi erano mezzi per l'imbarco, ma neanche mezzi per
accasermare gli uomini e perciò si scaglionavano gli uomini tra le
località di Nikolsk-Ussuiski, Harbin e Laosciaogao.
Anche dopo la partenza degli irredenti la Missione militare italiana
continuò ad operare a Pietrogrado ma non poté più collegarsi col
gruppo che sostava in Manciuria per cui l'insieme degli uomini
distaccato in quel sito divenne di fatto indipendente dalla Missione
Militare Italiana.
Intanto in Russia il 1918 si apriva con avvenimenti di portata
storica.
Il
3 Marzo 1918 la Russia sovietica firmava il trattato di Brest-Litowski
con il quale si definivano gli accordi sulla base dei quali ebbe
termine la guerra tra gli Imperi centrali e la Russia.
La
Russia è pervasa dalla guerra civile. Vaste estensioni di territori si
dichiarano indipendenti e autonomi (Principato di Estonia, Livonia e
Curlandia; Governo della Russia del Nord; Repubblica di Kazan; Governo
di Samara; Repubblica Tartaro-Baschira; Cosacchi del Don) e a Est
degli Urali importanti forze antibolscheviche, che si auto definiscono
bianchi, proclamano la repubblica di Kolciak in Siberia.
Da
questo momento in poi, sia per contrastare l'influenza tedesca verso
la Russia, per diffidenza e l'avversione verso il governo instaurato
dai Soviet in Russia, l'Italia e altri governi occidentali, quali la
Francia, l'Inghilterra, la Cecoslovacchia, il Giappone, l'USA,
appoggiato più o meno scopertamente il Governo siberiano
dell'ammiraglio Koltchak e le altre forze bianche.
Vengono trasferiti a Vladivostok sia la Regia Legazione italiana, sia
la Missione militare italiana per i prigionieri di guerra in Russia.
Infine viene decisa la costituzione e l'invio in estremo oriente,
nella Russia siberiana, di un Corpo di Spedizione che prende il nome
di Corpo di Spedizione italiano in Estremo Oriente, di cui parleremo
in seguito.
Intanto in Russia nel Settembre 1918, nella città di Samara, per
iniziativa del Rag. Andrea Compatangelo viene costituito un piccolo
contingente italiano, composto di circa 300 uomini, i quali operarono
in cooperazione delle truppe ceche, in appoggio ai russi bianchi.
Questi uomini erano ex prigionieri austriaci provenienti dal Trentino
e Venezia Giulia, i quali dettero vita a quel reparto irregolare
italiano che assunse la denominazione di "Battaglione Savoia".
Questo reparto seguì le vicende delle truppe Ceche e in ultimo pose la
sua sede a Krasnojarsk ove rimase fino a quando, in seguito all'arrivo
del Corpo di Spedizione italiano, fu avviato a Vladivostok fondendosi
colla "Legione Redenta".
Di
quel gruppo di prigionieri ex austriaci partito da Kirsanoff, circa
850 vennero arruolati tra gli effettivi del Corpo di Spedizione
italiano. I rimanenti uomini che non chiesero l'arruolamento furono
avviati al centro di raccolta dei prigionieri di guerra di Vladivostok
e successivamente trasferiti in Cina, a Tientsin, per l'imbarco.
La
lunga attesa fece sì che molti decisero l'arruolamento nel C.S.I.E.O.
(Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente) che verrà costituito
con truppe provenienti dall'Italia e ex prigionieri austriaci che
chiesero la cittadinanza italiana.
Con
la costituzione del C.S.I.E.O. (Luglio 1918) l'Italia ritira la
propria Missione militare italiana in Russia, che aveva avuto sede a
Pietrogrado.
La
Missione militare italiana per i prigionieri di guerra continuò la sua
opera a Wladivostok. La ricerca dei prigionieri di guerra di lingua
italiana proseguì per tutto l'anno 1919 raccogliendo circa 2.500
uomini alla fine dell'anno.
Questi uomini, man mano che affluivano a Vladivostok venivano
inquadrati in una unità speciale detta "legione Redenta" che venne
utilizzata, per scarsità di altre truppe, anche per servizi armati.
Nella Legione affluirono oltre ai "volontari" anche altri elementi
inquadrati in un reparto denominato "dei prigionieri di guerra" che
non avevano chiesto l'arruolamento nell'esercito italiano.
Gli
altri prigionieri venivano smistati tra Wladivostok e Tientsin a
seconda della disponibilità del naviglio che li doveva portare in
Italia.
La
reperibilità di documenti provenienti dai prigionieri di guerra
"irredenti" non presenta eccessive difficoltà (alla figura 1 e 2 sono
riprodotti due esempi).
Ben
più arduo invece trovare corrispondenza proveniente dalla Missione
Militare Italiana in Russia, di quel gruppo cioè operante a
Pietrogrado, incaricato della raccolta di prigionieri di lingua
italiana.
Questi bolli, uno ovale di franchigia, i lineari su tre righe e
l'altro tondo a doppio cerchio con stemma al centro, sono riprodotti,
come per i bolli che seguono, sul catalogo Buzzetti.
Col
il trasferimento a Vladivostok la Missione cambia nome in Missione
Militare Italiana in Siberia. Si conosce un bollo. rarissimo, e una
cartolina franchigia anch'essa di difficile reperimento.
Il
battaglione Savoia pare abbia adoperato un bollo ovale con diciture in
russo e un altro bollo tondo con scritte in russo e italiano, tutte e
due con stemma sabaudo al centro.
La
Legione Redenta ha adoperato diversi bolli, ( lineari, ovale di
franchigia e altri due tondi).
I BOLLI DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN RUSSIA
N.ro |
Tipo |
Diciture |
Località |
Impiego |
dal |
al |
1 |
lineare |
russo |
S.Pietroburgo |
8.1916 |
7.1918 |
2 |
lineare |
italiano |
idem |
8.1916 |
7.1918 |
3 |
ovale |
italiano |
idem |
8.1916 |
7.1918 |
4 |
dc con stemma |
italiano |
idem |
8.1916 |
7.1918 |
I BOLLI DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN SIBERIA
N.ro |
Tipo |
Diciture |
Località |
Impiego |
dal |
al |
5 |
tondo |
italiano |
Vladivostok |
1918 |
1919 |
BOLLI DEL BATTAGLIONE SAVOIA
N.ro |
Tipo |
Diciture |
Località |
Impiego |
dal |
al |
6 |
ovale |
russo |
Samara-Krasnojarsk |
9.1918 |
1918 |
7 |
tondo con stemma |
bilingue |
idem |
9.1918 |
1918 |
BOLLI DELLA LEGIONE REDENTA (DI SIBERIA)
N.ro |
Tipo |
Diciture |
Località |
Impiego |
dal |
al |
8 |
ovale |
italiano |
Vladivostok-Krasnojarsk |
1918 |
1918 |
9 |
tondo con stemma |
italiano |
Vladivostok-Krasnojarsk |
1918 |
1918 |
10 |
arcuato 3 righe |
italiano |
Tientsin (Cina) |
1918 |
1919 |
11 |
dc con stemma |
italiano |
Harbin |
1918 |
- |
12 |
lineare |
italiano |
Harbin |
1918 |
- |
13 |
lineare |
italiano |
Giun Kin |
1918 |
- |
Sin d'ora saremo grati a tutti i lettori, e maggiormente agli
specialisti del settore, che vorranno comunicare bolli inediti, date
d'uso e notizie sia sulle forze impiegate in Siberia sia su quelle
operanti nella Russia Settentrionale (Murmania). A tutti un anticipato
Grazie.
NOTA: Questo lavoro proseguirà con il Corpo di Spedizione
Italiano in Medio Oriente.
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