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Il Convegno al Senato
per la tutela del patrimonio storico postale
Comitato scientifico organizzatore del convegno di Roma

Con il Patrocinio della Federazione tra le Società Filateliche Italiane e l’Istituto di Studi Storico Postali A. Cecchi Onlus di Prato si è tenuto a Roma il 28 gennaio 2022 presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica Italiana un importante incontro nazionale di storia postale.

Scopo di questo Convegno, ideato dal “Gruppo di Modena” con l’appoggio diretto del Senatore Gaetano Quagliariello e dell’Onorevole Carlo Giovanardi, era addivenire, attraverso una discussione aperta basata su un’ampia documentazione di esempi probanti, ad un chiarimento utile a tutti gli attori, su quali siano i documenti che i collezionisti possono legalmente detenere senza timore di finire imputati in processi che finora, solo però dopo anni di sofferenze umane e monetarie, si sono risolti con l’archiviazione o la piena assoluzione.

L’occasione voleva anche offrire l’opportunità di rafforzare e consolidare lo spirito di collaborazione che si è creato tra Collezionisti e MIBACT (ora Ministero della Cultura), al fine di cooperare alla conservazione e valorizzazione di questi beni.

L’avvio di sequestri e dei relativi procedimenti giudiziari che ha visto coinvolti i possessori di questi oggetti collezionati in milioni di esemplari, ha frenato, se non addirittura bloccato, il loro libero scambio, ed altresì avviato un dibattito tra i collezionisti su cosa fosse legittimo collezionare e detenere, e cosa invece doveva essere considerato bene demaniale o oggetto con valenza storico-culturale.

L’intenzione era quindi quella di offrire una giornata di studio, approfondimento e dibattito che mettesse a confronto le esperienze ed il vissuto di appassionati, collezionisti, studiosi, Associazioni Filateliche e Storico Postali (circa 200.000 persone), e la Sovraintendenza Archivistica e gli organi di vigilanza e controllo dello Stato sui Beni Culturali.

Collezionisti e ricercatori, che sin dal 2015, si erano spontaneamente riuniti nel “Gruppo di Modena”, decisero di ricercare documentazione che dimostrasse come le carte oggetto delle indagini giudiziarie fossero possedute legalmente in quanto entrate nel circuito collezionistico a seguito di vendite o cessioni governative o degli spogli degli archivi ordinati dallo Stato Italiano.

Le ricerche, attivate anche negli Archivi di Stato e nelle Prefetture, avevano fatto emergere numerosi documenti che confermavano queste cessioni e ciò ha permesso di avviare un dialogo diretto con il MIBACT e l’emanazione della Circolare “Famiglietti” n° 43 del 5 ottobre 2017, con la quale si è tentato di fare chiarezza su alcuni aspetti ambigui delle norme in vigore, fornendo indicazioni alle Sovraintendenze archivistiche, che purtroppo non sempre le hanno rispettate, visto purtroppo l’avvio di nuove azioni di sequestro.

LE RELAZIONI

Dopo la presentazione di Claudio E.M. Manzati e il saluto di Giulio Perricone, Vicepresidente della Federazione tra le Società Filateliche Italiane, l’On. Carlo Giovanardi ha riassunto le ragioni che hanno spinto il Gruppo di Modena a promuovere questa iniziativa, evidenziando come a conservare questi milioni di documenti che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente perduti, siano stati i collezionisti e gli studiosi, quelli che oggi invece di essere considerati benemeriti per la Tutela della Cultura Storico Postale vengono trattati come delinquenti e perseguitati dallo Stato.

I lavori sono stati avviati da Giuseppe Buffagni, che ha tracciato una breve cronistoria delle attività svolte dal Gruppo di Modena ricordando anche la collaborazione offerta all’Archivio di Stato di Modena per il recupero di rare prove di stampa di francobolli del Ducato di Modena.

Giovanni Valentinotti ha messo in evidenza che le procedure che hanno portato a mettere in circolo le carte oggetto delle controversie sono state per responsabilità di Istituzioni dello Stato ed ha sottolineato come non sia stata applicata la Circolare Famiglietti con l’utilizzo dell’istituto della rivendica, ma si siano iniziate azioni di natura penale provocando costi umani, psicologici e materiali ai collezionisti nei malaugurati casi di sequestri, data la proverbiale lentezza della giustizia italiana.

Il Dott. Giuseppe Ronzino, Magistrato delle Indagini Preliminari di Foggia, ha concentrato la sua relazione sul diritto penale dei beni culturali e sulle differenze tra i vari ordinamenti nazionali.

L’Avv.to Andrea Valentinotti ha fatto rilevare che le procedure di scarto sono avvenute in maniera massiva quindi con l’assenza di elenchi dettagliati. Per queste ragioni il possesso di un documento con indirizzo pubblico non rappresenta di per sé un illecito in quanto il reato di ricettazione è configurabile solamente nel caso di denuncia di furto nota al possessore e pertanto viene meno la parte più gravosa (penale) del procedimento giudiziario.

L’Avv.to Massimiliano Mari ha riproposto la vicenda di un collezionista che ha subito un processo dal quale, dopo quattro anni, ne è uscito con l’assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste” per carenza sia dell’elemento oggettivo (provenienza illecita) sia dell’elemento soggettivo (consapevolezza della provenienza illecita) del reato, con restituzione dei beni sequestrati. Questo perché il dibattimento in aula ha accertato che, appurata l’assenza di qualsivoglia denuncia di furto, i documenti rinvenuti all’indagato non erano di provenienza illecita, trattandosi, per lo più, di corrispondenza intercorsa tra Comuni o tra Comuni e privati cittadini, priva di qualsivoglia rilevanza o interesse storico-archivistico e che, pertanto, poteva circolare ed essere detenuta liberamente (erano carte probabilmente scartate).

La relazione conclusiva è stata tenuta dal Consigliere di Stato Thomas Mathà che ha aperto il suo intervento parlando degli archivi e di come non sia agevole abbinare la proprietà pubblica al singolo oggetto (anche se ha un indirizzo pubblico) e di come l’indirizzo non sia sempre una prova di appartenenza ad un archivio, Ha proseguito parlando di beni archivistici pubblici e privati sotto il profilo giuridico ma soprattutto di come negli ultimi 160 anni (dall’Unità d’Italia) gli archivi pubblici abbiano subito notevoli interventi per la vendita di materiale archivistico tramite le stesse Intendenze di Finanza, il riutilizzo della «carta inutile» tramite vendite organizzate e sistematiche da parte della Croce Rossa, oltre alle normali attività di scarto, a cui non era obbligatorio far seguire la distruzione del materiale (non vi era obbligo di macero).

Il convegno è proseguito con la tavola rotonda, condotta da Francesco Grignetti giornalista de “La Stampa”, alla quale ha partecipato la Dr.ssa Patrizia Cremonini già Direttore dell’Archivio di Stato di Modena, l’Ing. Giuseppe Razza in rappresentanza dei collezionisti e la Dr.ssa Paola De Montis Sopraintendente della Regione Emilia Romagna ha dato lo spunto ad un dibattito vivace e franco.

Presente in sala il Dott. Riccardo Savoia, Presidente di sezione del TAR del Lazio, che ha segnalato che vi è in Senato una proposta di legge che propone l’emersione delle collezioni, in sanatoria al meccanismo distruzioni/salvataggi che esula dal corretto scarto; se approvata metterebbe al riparo collezionisti e commercianti dal giudice penale, evitando che il reato di ricettazione permanga latente e perdite di tempo e di risorse da parte dello Stato per le azioni intraprese nei confronti dei collezionisti, sin qui conclusasi con archiviazioni e/o assoluzioni. Soluzione che però non appare praticabile in quanto la sanatoria sarebbe una specie di condono che presupporrebbe che in precedenza fosse stato commesso un illecito o un reato da parte dei collezionisti, cosa non accettabile in quanto non aderente alla realtà.
Ma in conclusione cosa si può trarre da questo primo convegno, che i promotori stanno già pensando di riproporre?

La collaborazione tra Pubblico e Privato è iniziata: il recupero conservativo indicato dalla Dr.ssa Patrizia Cremonini, la disponibilità al dibattito e al confronto della Dr.ssa Paola De Montis, la partecipazione di altri Sovraintendenti e responsabili di Archivi di Stato al Convegno nonché la presenza del Ten. Col Alessandro Carboni in rappresentanza della Direzione Generale dell’Arma dei Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale ne sono un esempio concreto anche se sono solo un primo e timido passo nella volontà di creare un ponte tra “Pubblico & Privato”.

Il “Gruppo di Modena”, che si è riunito appena terminato il Convegno, ha già indicato la volontà di pubblicare gli Atti del Convegno, integrati con un decalogo ragionato di quelli che sono gli esempi di documenti postali che sono stati oggetto di scarto. Questi esempi pratici determinano nei fatti una situazione giuridica a cui i funzionari dei Beni Culturali potranno riferirsi prima di procedere a promuovere segnalazioni alla Magistratura.
Lo stesso decalogo sarà inviato anche alle sedi regionali dell’Arma dei Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale.

E’ possibile rivedere l’intero Convegno ripreso da Radio Radicale attraverso il link:

http://www.radioradicale.it/scheda/659040/pubblico-privato-alleati-per-la-tutela-del-patrimonio-storico-postale

Scaricare l’intero convegno, attraverso il seguente link del Senato:

https://we.tl/t-Y20uh320MK

E anche vedere un servizio trasmesso da Retesole tramite il link:

https://www.retesole.it/2022/01/28/pubblico-e-privato-a-roma-il-primo-incontro-di-storia-postale/

Comitato scientifico organizzatore del convegno di Roma