La storia del nostro amato paese ci insegna che spesso alle guerre e alle distruzioni seguono periodi di crisi economica e di difficoltà generali accompagnate dal tentativo di tornare alla normalità e magari ad un periodo di prosperità anche migliore del precedente. La storia cui mi riferisco è quella del secondo dopoguerra, della caduta del fascismo e della nascita della Repubblica, della fine di un incubo e del fiorire di nuove prospettive ma, come molti ben sanno, è un cammino lento e tortuoso, ricco di insidie, fatto di piccoli passi ma di grandi traguardi. La situazione del dopoguerra era disastrosa per l’Italia ed il suo popolo, un paese che è riuscito a perdere la guerra stando dalla parte dei vincitori, un popolo stanco e sfiduciato nei confronti dello Stato. In questo clima di difficoltà e incertezza trionfò la Repubblica e fu questa nuova forma politica a farsi carico della ricostruzione di un intero paese.
Occorreva però l’aiuto di tutti: delle banche, ma soprattutto della popolazione. Venne così deciso nel 1946 di lanciare un prestito denominato “Prestito della Ricostruzione” redimibile al 3,5%, come attesta un volantino del Banco di Roma nelle mie mani. In realtà non ebbe grande successo soprattutto per il recente ricordo dei titoli di guerra. Fu pertanto necessario promuovere iniziative, anche postali, per rendere pubblica a tutti la possibilità di sottoscrivere tale prestito. Fra le iniziative ricordiamo un timbro meccanico ma soprattutto delle speciali cartoline e la possibilità per le banche e istituiti di credito di godere di una tariffa agevolata per l’invio degli stampati. Riguardo le cartoline ne furono emesse 15 con diversi soggetti inerenti al tema della ricostruzione, tutte firmati da noti artisti dell’epoca, di grande suggestione e bellezza. Furono stampate da diverse tipografie e col medesimo soggetto apparvero sui muri delle città analoghi manifesti. Tali cartoline potevano essere inviate affrancate solo per 1,50 lire invece delle normali 3 lire grazie ad una apposita agevolazione. Parallelamente a ciò venne concesso alle banche e i vari istituti di poter inviare gli stampati, purché in numero non inferiore ai 500 esemplari, in buste aperte e con l’indicazione del contenuto, usufruendo della speciale tariffa da 50 cent. anziché una lira come solito. Ricordo che il periodo di tale agevolazione intercorre dall’aprile ’46 al 1° Aprile ’47, data della fine delle sottoscrizioni. Ricordo che nel primo periodo postale per l’interno, cioè fino al 24 Marzo ’47, la tariffa da 50 cent. era utilizzata solo per l’invio di stampati in tariffa ridotta da parte dei sindaci, per cui l’uso isolato è già di per sé abbastanza raro. Il documento che propongo è molto più raro vista la splendida affrancatura con un esemplare della famosa Lupa di Bari, uso già di per sé raro in periodo Repubblicano, su Stampato “Prestito della Ricostruzione” poi non ne parliamo!!!
Esattamente è in data 12/11/46 da Salerno per Agropoli (al retro timbro del 13/11/46 frazionario) partito dalla succursale di Salerno del Banco di Napoli e per la nostra gioia di collezionisti giunto fino ad oggi…
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