Coloro che mi seguono ed hanno già letto gli altri
miei articoli hanno sicuramente capito che mi interesso di storia
postale repubblicana del primo periodo postale.
Occorre dire che i primissimi giorni di repubblica, come avviene in
genere in occasione di ogni scossone politico-istituzionale, furono
davvero caotici: bisognava cancellare definitivamente i simboli del
passato regime e affermare i nuovi ideali, un compito ugualmente gravoso
anche per i servizi postali.
Gli effetti si ebbero sulla modulistica postale ( in realtà con tempi
più dilatati ) e sui tipi di francobolli in corso. Al 13.6.1946 i
francobolli in corso sono:
- l’Imperiale
- la Posta Aerea
- miti e Simboli
- la Lupa Capitolina
- le varie emissioni del periodo Luogotenenziale con e senza fasci
- la Democratica
Molti di questi però recavano non solo i tipici fasci littori ma anche
effige reali o antichi miti romani, occorreva dunque una sostanziale
operazione di pulizia. Per tale motivo persero validità postale il
30.6.1946 l’Imperiale e le emissioni luogotenenziale tranne per gli
innocui valori da 50 c., 60 c. e 1,20 l.
La Lupa Capitolina e i francobolli di posta aerea compatibili con
la nuova realtà politica ebbero validità per alcuni anni ancora, fino
al 31.12.1948 anche se il loro uso fu sporadico.
La neonata Democratica ovviamente mantenne uso postale.
In realtà anche se fuori corso dal 30 giugno il loro uso fu tollerato
fino al 18 luglio. Fatta tale debita premessa, possiamo dedurre che
l’uso dei valori dell’Imperiale e luogotenenziali in periodo repubblicano
è davvero limitato: solo 18 giorni, esclusa la tolleranza più o meno
diffusa.
Propongo tre interessanti esempi:
Per il francobollo emesso il 6.1.1944 raffigurante la Lupa non solo bisogna considerar la non comune reperibilità dell’uso postale negli anni a partire dal ’46, ma anche il luogo di utilizzo: esso, infatti, venne distribuito nel Sud della penisola durante il travagliato periodo seguito allo sbarco degli alleati in Sicilia, proprio per sopperire alla carenza di francobolli seguita all’interruzione dei rapporti con il resto dell’Italia. Un suo uso al Nord risulta pertanto piuttosto raro, in particolar modo se per mano di uffici pubblici e non di privati.
Seguono altri due pregevoli esempi:
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