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L'impronta di distribuzione di Milano
Buongiorno, vorrei sapere il significato di quell' impronta rossa sul retro di una busta.
Purtroppo non è molto chiara.
Grazie
Ferruccio
risponde Francesco Luraschi:
Caro Roberto,
io leggo chiaramente la scritta "distribuzione" e penso che il bollo in questione rientri in quella categoria. Inoltre l'indirizzo per esteso del destinatario "Contrada del Monte, Casa Melzi" indica il desiderio di ricevere la lettera a casa.
Occorre controllare se quell'impronta è nota: essendo male confezionati i bolli di distribuzione vennero più volte reincisi e addirittura sostituiti con nuovi tipi.
Francesco
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Timbro di prova della Elsag Spa
Gentilissimo signor Monticini,
mi è stata sottoposta la lettera che le trasmetto in scansione, apparentemente spedita da Latina (il mittente della missiva, indicato nel retro della busta, è di Latina) e pervenuta a Novi di Modena in data non verificabile. Particolare l'annullo che risulta sull'affrancatua da 0,60 centesimi: un annullo di prova con orario e codice numerico ma senza data. La Elsag spa è una azienda del gruppo Alenia (elettronica, spazio e difesa). Non avendone mai visto uno del genere chiedo lumi a chi ne possa sapere di più. (NB il numero 3136 scritto a mano nel cerchio del timbro di prova è il numero di catalogo del francobollo ed è stato riportato in un secondo tempo dal collezionista che possiede attualmente il pezzo).
Cordialmente
dr. Fabrizio Stermieri
Presidente Ufner Unione filatelico numismatica dell'Emilia Romagna
Giovanni LEONE ha risposto in Timbro di prova della Elsag Spa
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Caboto 1997 e Colombo 1998 per quale affrancatura?
Sono altresì a porre il seguente quesito, del quale spero di avere la più sollecita risposta penso nella rubrica "I lettori ci chiedono", in quanto cultore di storia postale nello specifico settore della corrispondenza di ogni tipo, Regno d'Italia e Repubblica Italiana, esclusivamente affrancata con francobollo commemorativo singolo in perfetta tariffa.
- Quale tipo di affrancatura è o è stata possibile effettuare in uso singolo, sia all'interno che all'estero, coi seguenti francobolli?
1997- Sbarco G. Caboto L. 1300
1998- Sbarco C. Colombo L. 1300
Sono effettivamente serviti a soddisfare un tariffa di pari valore, oppure semplicemente atti ad integrare tariffe diverse?
Nello specifico, a me premerebbe conoscere se due buste delle quali sono in possesso, regolarmente viaggiate per l'Estero, entrambe con monoaffrancatura di L. 1300, l'una per il Canada (Caboto-1997) in data 2/9/1998 e l'altra per l'Ecuador (Colombo-1998), in data 4/12/1997, siano in perfetta tariffa, o invece avrebbero dovuto essere integrate, e per quanto eventualmente in più.
Ho l'impressione, infatti, anche sulla base delle tariffe inviatemi, che nel periodo tariffario d'uso (19/7/1997-14/12/2000) nessuno oggetto postale, sia per l'interno che per l'Estero, potesse essere affrancato in tale tariffa e pertanto i due pezzi debbono essere considerati viaggiati sì, ma non in perfetta tariffa (al di fuori quindi del piano della mia collezione di storia postale)
Grazie di nuovo e, nell'attesa, cordiali saluti.
(Angelo Marino)
risponde Roberto GOTTARDI:
Si tratta di 2 francobolli da 1300 lire che hanno affrancato due lettere dirette in America: 900 lire per la lettera e 400 lire per il 1° porto aereo.
Saluti
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chi conosce il bollo violetto in cerchio "P."
?
Carissimo Sig. Monticini,
Le invio un quesito che gradirei fosse sviscerato dai Suoi consulenti.
Lettera spedita da Ancona il 9.7.1949 ed indirizzata al Ministero degli Esteri ove giunge il giorno dopo ossia il 10 luglio.
La tariffa di 40 lire assolve il doppio porto (20 + 20 lire) per l'interno, lettera del peso compreso fra 16 e 30 gr., che peraltro corrisponde perfettamente.
Lo scritto interno permette di evidenziare che la mittente è la moglie del funzionario d'Ambasciata a Belgrado, destinatario della missiva. Dopo una breve ricerca in internet il dott. Massimo Casilli D'Aragona effettivamente è stato un diplomatico che negli anni si è avvicendato in numerose sedi sparse nel modo.
Sulla busta compare il grande bollo violetto in cerchio “P”.
Chiedo a questo punto agli studiosi del settore:
1 . a cosa si riferisce quella “P”?
2. Può considerarsi una lettera viaggiata tramite “Valigia Diplomatica”?
3. Questo era possibile anche per gli scritti strettamente privati?
4. La tariffa era quindi un doppio porto interno o un semplice porto per l'estero?
Anticipatamente ringrazio e saluto
Gianni Vitale
La risposta di Claudio Ernesto Manzati dal sito del CIFO: L’esperto risponde su: una lettera inviata per valigia diplomatica? (20-09-2013)
Le risposte pervenute a Gianni Vitale:
Ciao Gianni,
mi sentirei di escludere la Valigia Diplomatica in quanto tutte quelle che ho avuto avevano un aspetto completamente diverso. Secondo me si tratta di un doppio porto per l'interno che poi a Roma è stato, probabilmente, inserito nella valigia diplomatica per la Delegazione di Belgrado. Il segno 3 ed il bollo "P." non hanno, sempre secondo me, alcuna rilevanza postale ma sono legati alla gestione interna della corrispondenza.
Spero di essersi stato d'aiuto
C.V.
La riterrei una normale lettera doppio porto per l'interno essendo l'indirizzo del destinatario nel territorio metropolitano dello Stato.
Il bollo a cerchio con la "P" è un bollo di gomma. Se è sconosciuto negli usi degli uffici postali propendo con alcune buone probabilità di ritenere che si tratti di un bollo con riferimenti di carattere amministrativo e di limitato interesse storico postale.
Grazie e s empre cordiali saluti
L. S.
Caro Gianni,
posso rispondere solo in parte alla tua domanda. Sicuramente la busta è stata spedita come secondo porto. Per quanto riguarda il timbro invece, ritengo che si tratti di un timbro in gomma in uso presso un ufficio amministrativo. In quanto al significato della "P" non ho elementi per una spiegazione esaustiva, ma solo ipotesi. Mi prendo un po' di tempo per cercare di capire. Mi consulterò con Gino Biondi appena lo vedrò.
A presto
L.C.
Ciao Gianni,
mi dispiace, alla tua prima domanda non so rispondere. Fino ad oggi è la seconda busta che vedo con il bollo "P" stesso mittente e destinatario. Comunque, aprendo la pagina e soltanto salvando l'immagine si nota anche che nella parte mancante della busta vi è scritto a matita blu un 4, invece sulla tua un 3.
Clicca il link: http://www.lademocratica.it/Homeita.htm– Gli usi postali - Foglio 14
Potresti inviare un e-mail chissà...
Per la 2°, 3° e 4° domanda trovi delle risposte in questo sito:
http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_miscellanea/posta_diplomatica.htm
P. S.
Non è per nulla chiaro che la lettera abbia proseguito per l'estero (Belgrado?) e non si sia fermata al Ministero a Roma.
Per quanto riguarda il bollo P. sospetto che sia un bollo interno del Ministero non di carattere postale.
Essendo ovviamente parte di un archivio (Sandro parla di una seconda lettera con stesso mittente e destinatario) il 3 (e 4) a matita possono essere semplicemente annotazioni personali di archiviazione della corrispondenza.
A.
Ciao, chi non....si risente, si dice dalle mie parti.
Rispondo subito al tuo quesito: non ho la minima idea di cosa possa rappresentare quel bollo ma, secondo me è semplicemente un bollo privato di archivio. Cosa potrebbe aver ragione di viaggiare in una valigia diplomatica fra Ancona e Roma nel 1949? Comunque....
G.M.
Il periodo non rientra in particolari mie conoscenze. L'ho comunque fatto vedere in sede Ancai. Tutti ritengono, visto che il destinatario era il Ministero degli Esteri, che si tratti di un bollo non postale ma di protocollatura delle lettere in arrivo al Ministero, a cui magari collegare il n. 3 in matita blu.
Ipotesi che va intesa come tale.
buone ferie
I.R.
Ciao Gianni,
Ho ancora in ufficio un centinaio di lettere più diversi documenti
dell'archivio Casilli (avevo anche una lettera con il 100 lire
Democratica). Sono sicuro che quella lettera "P" sta a indicare che la
lettera è arrivata a Casilli per valigia diplomatica, questa mia
certezza deriva anche dal fatto che diverse lettere contenevano
notizie molto importanti e riservate (ad esempio la fornitura si armi
ai ribelli triestini per contrastare l'avanzata dei comunisti slavi a
Trieste ecc.). Essendo Casilli un alto funzionario dello stato, era
normale che anche gli scritti di carattere privato gli arrivassero con
la valigia diplomatica. La tariffa è quella italiana. Ciao a presto,
G.C.
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L'UMIDITA' ED I FRANCOBOLLI NEL CLASSIFICATORE
Alla gentile e cortese redazione "il Postalista"
a) spesso mi capita di imbattermi in classificatori di vario tipo e genere i cui francobolli inseriti nelle listelle di pergamino, a causa di umidità e di e di poco controllo, sia nuovi ed anche usati, si incollano al fondo della pagina del classificatore, il cui distacco, pregiudica il francobollo stesso o la sua distruzione, perciò Vi chiedo se esiste un modo per poterli recuperare.
b) di tanto in tanto mi perviene un plico affrancato, non obliterato, ma segnato con robusti colpi di biro, come possono considerarsi tali francobolli, ?
grazie per il cortese riscontro e cordiali saluti. Vincenzo Di Marco
risponde Franco Moscadelli
Gent.mo sig. Di Marco, purtroppo càpitano anche a me classificatori di collezionisti che lasciano per anni gli stessi in cantina, in garage o in un armadio, senza mai far prendere aria o controllare lo stato dei francobolli. In questo caso dove sia i valori nuovi che usati risultano “attaccati” al fondo del classificatore, non rimane che provare a staccare prima quelli nuovi “inzuppandoli” di benzina rettificata, quella che si usa per controllare la filigrana. Se vengono via bene, oppure non resta che immergere il tutto in acqua fredda ed aspettare che si stacchino da soli. Asciugare sempre su carta assorbente bianca e pulita con la vignetta rivolta verso il basso. Naturalmente questo “sacrificio” penalizza i francobolli con gomma che risulteranno “senza gomma” dopo il lavaggio. Mi dispiace, ma i francobolli “annullati” in malo modo con biro o pennarelli da impiegati postali di pochi scrupoli, vengono definiti difettosi e/o macchiati, per cui il loro valore venale, anche se piccolo, viene annullato. Nessun collezionista metterebbe francobolli con segni di biro in collezione, anche perché con il tempo l’inchiostro si spanderebbe con il rischio di macchiare anche i francobolli adiacenti nonché l’album o classificatore stesso.
Cordiali saluti, Franco Moscadelli – www.francomoscadelli.it
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il bollo del Comune di Albinea scalpellato
salve
le chiedevo una informazione su un timbro che ho trovato
non è strano che un timbro sia stato scalpellato nel 1942 ??
un saluto da marco
RISPONDE MARINO BIGNAMI
Marco si riferisce all'ovale di franchigia
(o riduzione di tariffa) del comune che dovrebbe avere lo stemma di stato (probabilmente
erano gli stemmi appaiati Savoia e fascio in vigore dal 1928),
mentre non é presente perchè é stato "scalpellato" o asportato.
In effetti questa eventualità si riscontra molto frequentemente dopo l'otto settembre del 1943
con la caduta del regime oppure nel dopoguerra. Se mi é concessa un'illazione penso che
l'ufficiale di Albinea abbia male interpretato la normativa e invece di richiedere a suo
tempo (o riesumato nel 1942 per necessità belliche,) l'ovale con il nuovo stemma di stato
(che era lo stemma Savoia in cui erano inseriti i fasci) ha fatto asportare gli stemmi
appaiati e lo ha usato mancante dello stemma.
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